MiFID II focus su consulenza, costi e trasparenza

La direttiva europea sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID II) entrerà in vigore da gennaio del 2018. Descritta come un codice unico per gli organismi finanziari in Europa dopo un periodo caratterizzato da conflitti di interesse, la direttiva si propone di aumentare la tutela degli investitori, la trasparenza, la standardizzazione dei prodotti e la stabilità dei mercati finanziari. Le società di consulenza finanziaria e gli asset manager europei hanno già avviato il processo di adeguamento delle pratiche commerciali e delle procedure aziendali per prepararsi all’implementazione della MiFID II. 

Da Morningstar ci aspettiamo che l’attuale ondata di nuove regolamentazioni dia ai servizi finanziari un'ulteriore stimolo alle diverse tendenze già emerse. La MiFID II in Europa, la nuova norma sul “dovere fiduciario” del Dipartimento del lavoro (DOL) negli Stati Uniti, la Retail Distribution Review nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e adesso anche in Sud Africa stanno accelerando il processo di cambiamento con cui  i consulenti e i gestori patrimoniali offriranno i loro servizi  e il modo in cui milioni di investitori vi accederanno.

Modelli di consulenza 

Per i consulenti e gli investitori finali, le norme in arrivo catalizzeranno ulteriormente il movimento verso la consulenza a pagamento, favoriranno la popolarità dell’investimento passivo a basso costo, il sorgere di portafogli modello e l’adozione di strumenti di consulenza automatizzati. I modelli di robo-advice hanno il vantaggio di rappresentare una grande forza positiva  – rendendo l’investimento più accessibile, meno insidioso, più economico e, dunque, accessibile a più individui. Possono anche rappresentare un vantaggio per i consulenti finanziari. Con sempre maggiori requisiti di conformità normativa, i consulenti possono utilizzare componenti automatizzate di consulenza per rendere più efficienti i loro modelli di business, con il sostegno di una base di clienti più ampia e ricavando tempo per una maggiore interazione face-to-face con il cliente. 

Il potenziale cambiamento è notevole. Solo negli Stati Uniti, il nostro team di ricerca azionaria stima che la normativa del DOL incide su 3.000 miliardi di dollari di asset degli investitori e più di 200 miliardi di dollari annuali di piani pensionistici (IRA). Mentre già si prevedono alcuni disagi per quanto riguarda il servizio al cliente nel breve termine, nel lungo termine ci aspettiamo di vedere molte più persone in grado di gestire meglio le proprie finanze sia attraverso un maggiore accesso alla consulenza e all’informazione sia mediante strumenti automatizzati o consulenti.

Le sfide della normativa

Tuttavia, sono diverse le sfide che i nuovi modelli automatizzati di consulenza devono superare per diventare redditizi e ottimizzare il loro potenziale. La ricerca di Morningstar rivela che la maggior parte dei nuovi robo-adviser, infatti, non riuscirà a raccogliere sufficienti asset sostenibili se poi aggiungiamo il costo di acquisizione del cliente,  le sfide sono notevoli. Per avere una reale prospettiva di sopravvivenza, questi robo-style adviser devono incorporare ulteriori capacità di pianificazione finanziaria e ridurre i costi di acquisizione del cliente. 

Le nuove normative stanno spingendo ulteriormente gli asset manager a concentrarsi sui costi e sulla trasparenza. La separazione dei pagamenti per la ricerca in materia di investimenti (investment research) prevista dalla MiFID  II non permetterà ai gestori di ottenere ricerca come un servizio dal valore aggiunto gratis, dietro pagamento di commissioni per i servizi di brokeraggio e investment banking, come il trading e l'esecuzione. I gestori, invece, saranno tenuti a coprire esplicitamente i costi della ricerca sull’investimento da un conto separato o dal proprio conto economico, rendendo noto il costo della ricerca e costringendo gli asset manager a una migliore definizione e attribuzione del valore ai loro budget di ricerca. 

Costi e trasparenza

Qualche pressione in termini di costi derivante da questo cambiamento si farà sentire sugli asset manager di medie dimensioni in Europa, e in particolare su quelli con risorse limitate le cui necessità di ricerca sono ancora più ampie rispetto ad altri operatori di nicchia. Essendo meno in grado di assorbire i costi di ricerca nei loro conti economici aziendali, la nuova trasparenza riguardo l’investment research potrebbe causare un effetto sproporzionato sui loro modelli di business e c’è da aspettarsi, quindi, che gli asset manager faranno scelte più ponderate e di valore nel selezionare i loro provider di ricerca, siano essi team di ricerca interni o fornitori indipendenti di terze parti. Molti di questi asset manager si stanno già scontrando con la realtà, tra cui le pressioni al ribasso sulle tariffe e il sempre maggiore flusso di asset verso prodotti passivi. 

In molti casi, il settore degli investimenti è già avanti in questi cambiamenti e molte delle aziende vincenti oggi sono quelle che hanno individuato in anticipo le tendenze emergenti per conto proprio. La MiFID II, la normativa sul “dovere fiduciario” del DOL e la Retail Distribution Review serviranno a guidare ulteriormente questi trend, e Morningstar già affianca consulenti e asset manager nella fase di adattamento dei loro modelli di business.