Nel frattempo investiamo in volatilità

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La banca Rotschild ha deciso di caricare di un costo dello 0,4% tutti i conti superiori ai 100.000 euro. E questa mossa rischia di essere copiata anche da altre banche che non hanno bisogno di capitali. Del resto, mettetevi nei panni di un tesoriere. Se deposita il denaro della clientela presso la Banca Centrale, deve pagare un tasso d'interesse e quindi se non scarica sulla clientela tale costo va incontro ad una perdita certa. D’altra parte, le uniche banche che pagano tassi d'interesse attivi sono quelle che hanno bisogno di capitale e quindi 'a rischio' per definizione. 

Stiamo vivendo quindi con un dubbio amletico: prestare denaro (ad una banca, uno Stato o un'azienda) che porta zero interessi o negativi , o a chi  invece  è pronto a riconoscere un ( piccolo) ritorno che però non ci fa dormire la notte? L’aspetto buffo della faccenda è che sebbene anche investire in immobili non venga considerata più una buona idea e solo il 25 % degli intervistati facoltosi consideri le azioni sopravvalutate ai livelli attuali, la quota azionaria in portafoglio non aumenta.

Perchè? Stiamo quindi forse piano piano arrivando laddove le Banche Centrali si auspicavano si approdasse qualche anno fa?  I capitali verranno finalmente rimessi al servizio dell’economia reale, attraverso investimenti in grado di far ripartire anche l'inflazione che andrebbe poi a bruciare il valore reale dell'enorme debito accumulato in questi anni? Forse sto sognando ad occhi aperti perché,  ragionando in maniera lucida, manca sicuramente il catalizzatore giusto per far sì che questo avvenga: l’azione sulle leve fiscali da parte dei Governi che mettano fine all’austerity fornendo nel contempo una chiara spinta agli investimenti. Altrimenti non vedo quali sarebbero essere le prospettive per il futuro né immagino come si potrebbe  crescere altrimenti. Credete davvero che la  Borsa americana riuscirebbe a  rimanere su questi livelli se gli utili dovessero cominciare a contrarsi seriamente? E sappiamo tutti che se Wall Street dovesse stornare pesantemente difficilmente le Borse europee (e le mondiali in genere) riuscirebbero a reggere l'urto, anche se con valutazioni più a sconto.

Avete visto cosa è accaduto lo scorso venerdì (3 giugno) quando è uscito il dato sull'occupazione americana (solo 38 mila posti di lavoro creati)? Immediatamente il dollaro ha perso due figure, l'oro ha guadagnato il 2,5 % con le gold miners in apprezzamento dell'11% (quando si parla di hedging ) e le borse del Vecchio Continente sono arretrate di due punti di performance nel giro di qualche minuto. Quindi, o ci si arma di pazienza e si è disposti a sopportare la volatilità , magari sfruttandola, oppure saremo costretti a pagare un tasso d'interesse alla banca che ci custodisce il denaro. Tra qualche giorno finalmente sapremo cosa avranno deciso gli inglesi sulla nota vicenda Brexit che rappresenta già l'ennesima situazione di stress possibile per le nostre coronarie.

Se dovesse esserci un crollo dei mercati, come qualcuno si auspica, avremo il coraggio di comprare a man bassa risky asset?