L’opinione di Jessica Ground (Capital Group): gli investitori indicano i principali ostacoli in materia di ESG

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Jessica Ground. Immagine concessa da Capital Group

CONTRIBUTO a cura di Jessica Ground, responsabile globale ESG di Capital Group. Contenuto sponsorizzato.

Con la crescita della domanda di investimenti ESG (ambientali, sociali e di governance), la mancanza di dati coerenti e solidi rimane tra i maggiori ostacoli per gli investitori istituzionali e all'ingrosso a livello globale. Questo è quanto emerge dal nuovo sondaggio globale condotto da Capital Group su oltre 1.000 investitori istituzionali e professionisti finanziari per identificare i fattori chiave che stanno influenzando il modo in cui integrano l'ESG nei loro modelli operativi e gli ostacoli che stanno incontrando. I risultati mostrano che vi sono ancora numerose barriere a una adozione diffusa dell'ESG e mettono in evidenza una serie di questioni che potrebbero presto trovarsi nel mirino delle autorità di vigilanza globali.

Ecco le tre questioni principali che i professionisti finanziari vogliono risolvere.

1 - È necessario migliorare i dati e i rating ESG

Man mano che gli investitori raccolgono una quantità crescente di informazioni per il loro processo decisionale ESG incontrano ostacoli a più livelli. Gli intervistati hanno espresso frustrazione per i dati ESG disponibili sul mercato. Più della metà (53%) degli investitori intervistati afferma che la mancanza di coerenza nei punteggi ESG delle società di rating1 è un ostacolo quando si incorporano i dati di ricerca nel loro processo d'investimento. Sembra che le autorità di vigilanza potrebbero presto affrontare la questione. I funzionari della SEC (Securities and Exchange Commission) degli Stati Uniti hanno rilevato le incongruenze dei rating. E il governo britannico ha annunciato in ottobre che sta considerando un piano per mettere le agenzie di rating ESG sotto la giurisdizione dell'organismo di regolamentazione finanziaria del paese, la Financial Conduct Authority (FCA).

Ma l'indagine dimostra che molti investitori non aspettano che le autorità di regolamentazione agiscano. Un numero significativo di persone intervistate ha indicato di guardare oltre i sistemi di valutazione per concentrarsi su analisi fondamentale e gestione rigorosa del rischio. Ciò può anche aiutare a spiegare perché tre quarti (75%) degli intervistati utilizzano decisioni di investimento attive per garantire che i fattori ESG siano integrati nei loro fondi. Gli investitori subiscono in misura crescente la scarsa solidità dei dati ESG segnalati dalle aziende, come dimostra il sondaggio, nonché la difficoltà che incontrano nell'accedere a tali dati. Per cercare di colmare le lacune, gli investitori si affidano sempre più a più fornitori di dati per ottenere una visione più olistica del proprio portafoglio.

Più della metà (53%) degli intervistati utilizza da due a cinque fornitori di dati rispetto a meno di un quarto (22%) due-tre anni fa. Questa strategia multi-fornitore è destinata a diventare più radicata, ma comporta una nuova serie di rischi. L'attuale quadro normativo globale ESG rappresenta un mosaico di regole sottoposte alla vigilanza di diversi organismi. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo a maggio chiedendo ai funzionari del Dipartimento del Tesoro di iniziare a lavorare su un piano di standard di divulgazione del rischio climatico. Numerosi paesi, tra cui il Regno Unito, si stanno orientando verso delle informative societarie obbligatorie sul clima, in linea con il quadro della Task Force sull'informativa finanziaria legata al clima (Task Force on Climate-related Financial Disclosure, TCFD). In aprile, l'Europa ha introdotto una propria direttiva per la rendicontazione della sostenibilità aziendale. Alcuni gruppi privati come l'International Financial Reporting Standards (IFRS) Foundation stanno lavorando per sviluppare nuovi standard ESG in grado di migliorare la solidità e la coerenza dei dati.

Quasi la metà (45%) degli investitori intervistati sostiene che l'armonizzazione degli standard, delle classificazioni e delle metriche ESG globali dovrebbe essere la priorità principale per i quadri normativi nazionali nei rispettivi paesi. Ma resta da vedere quanto saranno rigorosi molti di questi nuovi standard. Inoltre, non è chiaro quanto copriranno dell'universo ESG. La maggior parte, infine, si concentra principalmente sul clima.

2 - Performance: gli investitori vogliono fatti, non promesse

Complessivamente, solo tre investitori globali su 10 (28%) tra quelli che hanno risposto all'indagine ritengono che i fattori ESG non migliorino direttamente i risultati degli investimenti. Ma se da un lato questi intervistati sono in minoranza, dall'altro più della metà degli investitori istituzionali intervistati sostiene che il rischio di sacrificare i rendimenti rappresenta la barriera più grande per una maggiore adozione dell'ESG.

Ciò potrebbe creare un freno per il settore della gestione patrimoniale. Eppure, se da un lato gli investitori istituzionali nutrono timori più forti sui risultati degli investimenti, dall'altro sono anche più inclini a mettere da parte tali preoccupazioni se vengono loro presentate ricerche che dimostrano un chiaro legame tra ESG e rendimenti. Quasi la metà degli investitori istituzionali intervistati (46%) sostiene che studi accademici più convincenti che dimostrino un rapporto positivo tra ESG e rendimenti incoraggerebbero la loro azienda a focalizzarsi di più sull'ESG.

Ma dimostrare che l'ESG da solo è in grado di generare rendimenti può essere difficile. Molti fattori possono influenzare i rendimenti e può essere difficile valutare come tali fattori possano interagire con le tematiche ESG. L'incapacità di distinguere la correlazione dalla causalità è un dibattito aperto che pone dei problemi. Anche i lunghi periodi di tempo associati ad alcuni temi ESG, come la transizione dai combustibili fossili, rendono difficile dimostrare come i risultati degli investimenti dipendano dall'ESG.

3 - Greenwashing: l'importanza della divulgazione e della trasparenza

L'aumento degli investimenti ESG è stato accompagnato da crescenti preoccupazioni sul greenwashing, ossia la pratica di alcune aziende di abbellire le loro credenziali ecologiche per migliorare la loro reputazione o favorire la loro attività. Complessivamente, quasi sei investitori su 10 (57%) hanno riferito che ritengono che il greenwashing sia prevalente all'interno del settore della gestione patrimoniale.

Questo problema ha un peso notevole in Nord America, dove quasi due terzi (63%) di coloro che hanno partecipato al sondaggio affermano che il greenwashing è diffuso. Tali perplessità forse spiegano perché gli Stati Uniti sono rimasti un po' indietro sul fronte ESG. Una rendicontazione più trasparente da parte dei fondi è considerata l'arma più potente nella lotta contro il greenwashing. I risultati del sondaggio evidenziano la necessità per i gestori patrimoniali di fornire una documentazione completa sui fondi che illustri gli investimenti ESG specifici e spieghi come verranno monitorati.

La regolamentazione è considerata un'altra importante chiave per risolvere la questione del greenwashing. Quasi la metà (47%) degli investitori che hanno risposto all'indagine afferma che la definizione di standard normativi minimi per i prodotti e i servizi d'investimento sostenibile aiuterebbe ad affrontare il greenwashing. L'Europa, che ha emanato il Regolamento relativo all'informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation, SFDR) nel marzo 2021, sta senza dubbio accelerando sul fronte normativo. Ma i recenti annunci di due possibili nuove categorie di prodotti ambientali da parte dell'ESMA (Autorità europea dei mercati e dei valori mobiliari) mostrano che anche i piani di lunga durata possono richiedere adeguamenti.

Le osservazioni fatte dal presidente della SEC statunitense Gary Gensler a luglio suggeriscono che la SEC potrebbe anche considerare un giro di vite sulla classificazione dei fondi, richiedendo ai gestori patrimoniali di spiegare gli standard che utilizzano per classificare i fondi come focalizzati su ambiente, sociale e governance. Ma, come già osservato con le regole di divulgazione ESG, resta da vedere come gli standard di classificazione dei fondi si armonizzeranno tra i vari ordinamenti.