Perché i fondi di David Roberts sono diventati art. 8?

Antonio Forte articolo
Antonio Forte, immagine ceduta (Liontrust)

CONTRIBUTO a cura di Antonio Forte, sales director di Liontrust AM. Contenuto sponsorizzato da Liontrust AM.

Cresce l’interesse degli investitori per le tematiche sostenibili, che includono sempre più anche l’universo fixed income, consapevoli del fatto che i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) abbiano un potenziale impatto sulla performance finanziaria e sulla sostenibilità di lungo termine delle obbligazioni detenute. Incorporare questi criteri nel processo di investimento dei fondi obbligazionari permette di creare il giusto equilibrio tra gli interessi dei vari stakeholder, riuscendo a preservare il capitale investito. È questo il punto di partenza che ha determinato lo status di articolo 8 ai sensi della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) per i tre fondi Liontrust GF Strategic Bond, GF High Yield Bond e GF Absolute Return Bond, domiciliati in Irlanda e gestiti da David Roberts.

Essendo una strategia articolo 8, promuove quindi i fattori ESG, a differenza di quelle articolo 9 che hanno come obiettivo primario la sostenibilità. Nella nostra attività di ricerca, perseguiamo un alto livello di trasparenza, sia in termini di dati storici, che di direzione strategica delle aziende a cui concediamo prestiti. Tali caratteristiche sono solitamente più evidenti nelle imprese del mercato pubblico. Preferire aziende quotate in borsa e porre una forte enfasi sul vantaggio competitivo, ci porta a favorire quelle con un'elevata capitalizzazione di mercato.

L’obiettivo di lungo termine

Nel valutare se un'obbligazione è un investimento interessante nel lungo termine, il team analizza i seguenti fattori, che noi chiamiamo PRISM, con due dei cinque (S e M) che si concentrano su considerazioni ESG:

- Protezioni - operative e contrattuali, come la struttura e i covenant;

- Rischi di credito, business e mercato;

- Copertura degli interessi, leva finanziaria e altri rapporti chiave;

- Sostenibilità, concentrandosi sui fattori ESG;

- Motivazioni del management e degli azionisti.

Nella Sostenibilità combiniamo la ricerca interna con quella di provider terzi come MSCI e Moody's per valutare come i fattori ESG si relazionano ai nostri investimento. Riconoscendo che una buona governance può offrire spesso molto più di quello che si ottiene da un’analisi ESG tradizionale, prendiamo in considerazione quindi le motivazioni del management, in cui si esamina l'allineamento degli interessi e il suo impatto specifico sui creditori. Per esempio, MSCI potrebbe non vedere di buon occhio i piccoli consigli di amministrazione che mancano di indipendenza, ma i creditori possono apprezzare le aziende gestite da pochi proprietari, e la cura e la diligenza che spesso deriva da un'unica proprietà.

Ci piace metterci nei panni del management e dei proprietari di un'azienda. Prendiamo in considerazione le iniziative che intraprenderemmo se fossimo al comando e ci chiediamo se gli azionisti stanno usando le obbligazioni per finanziare l'espansione o per far leva sui loro rendimenti azionari, per esempio. Cogliere le motivazioni dei manager e dei proprietari è un modo efficace per verificare se i loro interessi sono allineati con quelli degli obbligazionisti.

I fattori ambientali hanno un ruolo importante nel nostro processo per due ragioni. In primo luogo, consideriamo tutti i rischi ambientali e le passività contingenti che ne derivano. In secondo luogo, cerchiamo di evitare accumuli di rischi tematici, che si possono spesso trovare negli indici obbligazionari. L'energia, per esempio, è una grande componente dell'indice high yield e le società di questo settore sono tipicamente altamente correlate al prezzo del petrolio. Con il rischio asimmetrico insito nel reddito fisso, crediamo che investire in settori tematici comporti più rischio di ribasso, che potenziale di rialzo, non solo per le insolvenze ma anche per l'aumento del rischio di dover vendere obbligazioni a prezzi stressati.

Tendiamo ad essere significativamente sottopesati nei settori ciclici delle materie prime, tra cui energia, miniere, metalli e prodotti chimici. Oltre all'esposizione al prezzo del petrolio, questi settori comportano spesso anche maggiori rischi ESG, come quelli connessi all'industria del carbone. Allo stesso modo, cerchiamo di ridurre al minimo il rischio di disruption o di obsolescenza tecnologica e storicamente abbiamo cercato di evitare grandi esposizioni aggregate ai motori a combustione e ai retailer fisici.

Infine, in tutti i fondi, il nostro screening negativo mira ad escludere le società:

  • associate ad armi nucleari e civili controverse;
  •  che derivano più del 30% delle entrate dal carbone termico o possiedono riserve di carbone termico;
  • coinvolte in prodotti derivati dal tabacco;
  • ritenute da MSCI non conformi al Global Compact e che non hanno fornito una motivazione accettabile (monitorate dal team Stewardship di Liontrust).

Con il debito sovrano, generalmente consideriamo limitata l'influenza dei detentori di obbligazioni sugli emittenti, quindi applichiamo un approccio di esclusione piuttosto che di engagement, sulla base dei rating MSCI. Applichiamo gli stessi principi generali del debito societario: i nostri fondi si concentrano principalmente sulle obbligazioni sovrane del G7 in valuta forte, dove la trasparenza è elevata e lo stato di diritto è applicato in modo coerente. In particolare, escludiamo tutte le obbligazioni sovrane il cui rating MSCI ESG è inferiore a BB.

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Rischi chiave:

La performance passata non è una guida per la performance futura. Ricordate che il valore di un investimento e il reddito da esso generato possono diminuire così come aumentare e non sono garantiti, pertanto, potreste non ottenere indietro l'importo originariamente investito e potenzialmente rischiare la perdita totale del capitale. L'emissione di quote/azioni dei Fondi Liontrust può essere soggetta ad un onere iniziale, che avrà un impatto sul valore realizzabile dell'investimento, in particolare nel breve termine. Gli investimenti dovrebbero sempre essere considerati a lungo termine. L'investimento nei Fondi gestiti dal team Global Fixed Income coinvolge valute estere e può essere soggetto a fluttuazioni di valore dovute ai movimenti dei tassi di cambio. Il valore dei titoli a reddito fisso diminuirà se l'emittente non è in grado di rimborsare il suo debito o se il suo rating di credito viene ridotto. Generalmente, più alto è il rischio di credito percepito dell'emittente, più alto è il tasso di interesse. I mercati obbligazionari possono essere soggetti a una ridotta liquidità. I Comparti possono investire in mercati emergenti/valute deboli e in strumenti finanziari derivati, entrambi i quali possono avere l'effetto di aumentare la volatilità.

Disclaimer:

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