Perchè l'innovazione può salvare il mondo

CONTRIBUTO a cura di Leon Howard-Spink e Paul Griffin, entrambi fund manager, European Equities di Schroders. Contenuto sponsorizzato da Schroders.

Non è una novità che il mondo stia affrontando una serie di sfide urgenti. La pandemia ha messo in luce quanto noi tutti siamo vulnerabili alle malattie infettive. Quest’anno inoltre gli effetti del cambiamento climatico sono risultati più evidenti che mai, dagli incendi in California alle alluvioni in Germania. Di recente l’India è stata colpita da un mix di emissioni tossiche ed eventi climatici avversi che hanno costretto Delhi a una sorta di lockdown per contrastare l’inquinamento atmosferico.

E le sfide non finiscono qui. Potremmo aggiungere all’elenco la protezione della biodiversità, la tutela della salute, la promozione dell’istruzione e lo stimolo all’economia. Tutti elementi essenziali per uno sviluppo sostenibile a fronte dell’aumento della popolazione mondiale.

Si tratta di sfide enormi ma non impossibili. La volontà politica di affrontarle c’è, come si evince dalla grande rilevanza data agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) delle Nazioni Unite. Il settore privato ha la straordinaria opportunità di mostrare il proprio valore con nuovi prodotti e soluzioni per un futuro sostenibile. L’innovazione sarà cruciale. E gli investitori che puntano sulle società innovative potrebbero trarne grande vantaggio.

L’innovazione trasforma i traguardi in realtà

Governi e decisori politici hanno un ruolo importante nella definizione delle priorità. Ne abbiamo avuto la prova lo scorso mese, quando i Paesi partecipanti alla COP26 hanno confermato i loro impegni nella lotta al cambiamento climatico. Ma fissare un obiettivo è una cosa, raggiungerlo un’altra.

Lo sviluppo di vaccini anti-Covid è un esempio significativo in questo senso. Il supporto del settore pubblico ha avuto un ruolo fondamentale, ma il grosso è stato fatto dalle società private, che hanno fornito le competenze scientifiche necessarie per utilizzare la tecnologia a base di mRNA al fine di formulare un vaccino efficace contro il virus. Successivamente, una serie di partnership con altre aziende private ha consentito di testare, produrre e confezionare i vaccini su larga scala.

Il successo dei vaccini a mRNA prova l’importanza dell’innovazione. Se vogliamo conseguire gli SDG non possiamo fare affidamento unicamente su soluzioni già viste e collaudate. È qui che interviene il settore privato.

Lo ha espresso bene Boston Consulting Group: “Di tutte le forze che il settore privato può mettere in campo per cercare di fare passi avanti verso gli SDG per il 2030, la più potente di tutte è senz’altro la sua straordinaria capacità di innovare rapidamente, attrarre capitali per realizzare soluzioni innovative e applicare innovazioni su larga scala. Difficilmente si trova nel settore pubblico o nel sociale un simile mix di capacità, che invece è la spina dorsale del settore privato”.

Opportunità più uniche che rare per gli investitori

Per conseguire gli SDG occorrono tecnologie completamente nuove che al momento non esistono o che non sono ancora state utilizzate su ampia scala. La crisi climatica in particolare e l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 richiedono innovazioni urgenti.

Lo sviluppo di nuove tecnologie e prodotti presenta sempre una componente di rischio, ma l'assunzione di rischi, in previsione di un possibile ritorno futuro, è proprio l'essenza dell’investimento azionario: “Quando un bisogno sociale può essere affrontato con un modello di business che è anche redditizio, allora si scatena tutta la magia del capitalismo. Le soluzioni a molti gravi problemi sociali diventano autosufficienti e scalabili”. (da Where ESG Fails, Porter, Serafaim e Kramer, Harvard Business School)

Gli investitori possono avere un impatto positivo impiegando il loro capitale per sostenere le società che contribuiscono a trovare queste risposte. Le aziende innovative hanno a nostro avviso un’eccezionale opportunità commerciale dato che la domanda di soluzioni ai problemi globali è destinata ad aumentare.

Ogni settore dovrà adeguarsi e diventare più sostenibile. Prendiamo ad esempio l’edilizia. Il report Global Opportunity Explorer dell’ONU per il 2019 recitava: “Gli edifici consumano il 30% dell’energia globale e producono quasi un terzo delle emissioni di carbonio generate dall’uomo… Il settore sarà sicuramente influenzato da nuove politiche e normative, nuove richieste di edifici certificati da parte degli investitori, scarsità di energia e risorse, nonché nuovi concorrenti con modelli di business incentrati su principi di circolarità”.

Gli investitori potranno beneficiare dell’investimento in società che rispondono a tali sfide realizzando prodotti in grado di favorire la trasformazione di alcuni importanti settori come quello dell’edilizia.

Verso soluzioni sostenibili

In Europa molte società di diversi settori hanno messo l’innovazione al centro della propria attività e si sono impegnate per dare supporto agli SDG dell’ONU. Una di queste è la svizzera Sika, un’azienda chimica specializzata che vende additivi, adesivi e materiali avanzati per il settore edile.

Circa il 70% dei prodotti di Sika promuove la sostenibilità e l’azienda mira a una percentuale ancora più alta. Sika si è data il seguente obiettivo: entro il 2023 tutti i suoi nuovi prodotti dovranno essere parte di una ‘soluzione sostenibile’ e offrire ai clienti e al pianeta benefici concreti in termini di riduzione delle emissioni di CO2, energia e consumo di acqua.

Oltre a migliorare in modo incrementale i prodotti esistenti, Sika investe in lavorazioni completamente nuove. Un esempio è il processo di riciclaggio del cemento ReCo2ver, che prevede la reimmissione della CO2 nel calcestruzzo riciclato. Ciò significa non solo ridurre le emissioni di CO2 ma anche creare un’opportunità per catturare carbonio.

Un altro esempio è quello di DSM, specialista della nutrizione. La società ha una rete di 1.700 scienziati interni impegnati a realizzare prodotti per migliorare la salute dell’uomo, degli animali e del pianeta intero.

Un prodotto DSM progettato per proteggere il pianeta è Bovaer, un additivo in polvere per i mangimi dei bovini. L’additivo elimina un enzima che innesca la produzione di metano nello stomaco dei bovini. Consente quindi di ridurre sensibilmente le loro emissioni di metano, un’azione cruciale dal momento che il metano ha un impatto maggiore del biossido di carbonio in termini di riscaldamento globale.

Prodotti innovativi come questi nascono dalla capacità di pensare in modo diverso a un problema. Il cemento è il materiale più utilizzato sulla Terra e cessarne la produzione da un giorno all’altro non è possibile. Tuttavia come è possibile ridurne drasticamente l’impronta di carbonio ricorrendo alla scienza per creare metodi di produzione alternativi, usando altri materiali e trovando il modo per riciclarlo? Allo stesso modo, in attesa che l’umanità intera sia disposta e in grado di passare a una dieta interamente vegetariana, come possiamo far fronte agli effetti negativi dell’allevamento dei bovini?

Affinché i nuovi prodotti abbiano un impatto positivo, devono essere sviluppati, testati e trasformati in proposte commerciabili su larga scala. Il settore privato può dar prova del suo valore portando le innovazioni dal laboratorio al consumatore. Gli investitori avrebbero così la possibilità di prendere parte all'enorme potenziale di crescita legato a tali innovazioni, indirizzando le proprie risorse verso le società che le rendono possibili.

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