Riapertura della Cina, le implicazioni per l'economia

Nicholas Yeo. Foto concessa (abrdn)
Nicholas Yeo. Foto concessa (abrdn)

Contributo a cura di Nicholas Yeo, head of Equities - Asian Equities di abrdn. Contenuto sponsorizzato.

Con un dietrofront a sorpresa, Pechino ha recentemente annunciato l'allentamento di alcune delle più strette misure della politica zero Covid, revocando l'obbligo di presentare un tampone negativo per i viaggi interni, abolendo la quarantena obbligatoria per i visitatori stranieri e declassando il Covid nell'indice di gravità delle malattie.

Le nuove misure rispecchiano i timori del governo circa lo stato in cui la strategia zero Covid ha lasciato l'economia nazionale. Tuttavia, malgrado il repentino dietrofront delle autorità, le restrizioni in vigore sono ancora molte. I visitatori stranieri devono ancora sottoporsi a un tampone molecolare prima di entrare in Cina e, soprattutto, resta obbligatorio l'uso della mascherina. Come in altre nazioni asiatiche, riteniamo che anche in Cina la riapertura sarà caratterizzata da battute d'arresto dovute a focolai d'infezione isolati, e inizierà nelle città per allargarsi in seguito anche alle campagne. Gli ultimi dati sui decessi segnalano che i prossimi mesi saranno ancora difficili, ma le nuove misure vanno nella direzione di una graduale riapertura e ripresa economica.

In generale confermiamo l'outlook positivo per il 2023. Al di là degli ultimi sviluppi sul fronte pandemico, le misure di stimolo hanno iniziato a ripercuotersi positivamente sul sistema economico già a partire dalla seconda metà del 2022. Inoltre, riteniamo che la politica macroeconomica si manterrà nel complesso decisamente espansiva visto che grazie a pressioni inflazionistiche relativamente contenute la Cina ha maggiori possibilità di sostenere la crescita interna rispetto a molte economie occidentali. Intanto, le autorità continuano a fornire sostegno al disastrato settore immobiliare anche con una serie di misure di liquidità annunciate negli ultimi mesi. Ciò dimostra che il governo centrale è consapevole degli ostacoli che si frappongono alla crescita del paese ed è pronto a intervenire per mantenere una buona traiettoria.

Le prospettive per gli investitori

Negli ultimi due anni i mercati azionari cinesi hanno risentito di condizioni estremamente sfidanti. Ciò malgrado, molte aziende hanno dimostrato di possedere fondamentali solidi, come attesta la crescita media degli utili del listino cinese del 20% circa. Anche le valutazioni rimangono convenienti a fronte del debole clima di fiducia nei confronti del paese. Tuttavia, riteniamo che nel 2023 la combinazione di utili in crescita e politiche di sostegno all'economia riuscirà a innescare un cambiamento di rotta del sentiment nei confronti della Cina.

Vale anche la pena menzionare il fatto che Li Qiang, il prossimo probabile primo ministro, è generalmente considerato favorevole al libero mercato e la sua nomina potrebbe produrre sviluppi positivi inattesi nel corso dei prossimi mesi. Infatti, il settore dei consumi, che più ha risentito degli effetti negativi della politica zero Covid, è quello che a nostro avviso dovrebbe beneficiare in misura maggiore della ripresa. Non riteniamo pertanto che nel complesso saranno necessari particolari catalizzatori per stimolare una ripresa del mercato azionario cinese.

Più in generale, siamo convinti che le aziende capaci di adeguarsi all'evoluzione del contesto normativo e di allinearsi agli obiettivi politici del governo, in particolare nei settori dell'innovazione digitale, delle tecnologie green, dell’assistenza sanitaria a prezzi accessibili e del benessere, abbiano brillanti prospettive. Riteniamo che il settore privato continuerà a rivestire un ruolo cruciale per l'innovazione e la crescita dell'economia nazionale e che la Cina raggiungerà l'obiettivo di diventare una nazione "moderatamente prospera" entro il 2035.

A tale fine, intravediamo un notevole potenziale di crescita a lungo termine per i nostri cinque temi centrali, ovvero: consumi aspirazionali, digitalizzazione, green, sanità e benessere. Detto questo, la crescita del paese è esposta a una serie di rischi, tra cui la diversificazione delle catene di approvvigionamento dei paesi occidentali dai produttori cinesi e l'accesso limitato del paese alle tecnologie statunitensi più avanzate. Ma è proprio qui che entrano in gioco le nostre capacità di selezione bottom-up dei titoli, sostenute dalla ricerca fondamentale e dall'esperienza diretta di questi mercati, che ci conferiscono un vantaggio sostanziale nell'individuare aziende di alta qualità in cui investire.

Per saperne di più.