CONTRIBUTO a cura di Elisa Piscopiello, ETF analyst e Michael Stewart, head of Pooled Index Strategy, L&G ETFs. Contenuto sponsorizzato da LGIM.
Quanto vale davvero un marchio? Per rispondere a questa domanda ingannevolmente semplice, Brand Finance® si avvale di analisi quantitative, ricerche di mercato e dati finanziari per fornire valutazioni del marchio conformi alle norme ISO. Il risultato è la raccolta di dati più completa al mondo sulle valutazioni dei marchi in trenta Paesi e quattordici settori1. Come si può vedere dal grafico sottostante, il valore complessivo dei marchi ha mantenuto una traiettoria di crescita costante, con gli Stati Uniti e la Cina responsabili della maggior parte dei guadagni:
Fonte: Brand Finance®, luglio 2023
Ma quali sono i marchi di maggior valore quotati in borsa in Italia? Abbiamo analizzato i dati per scoprirlo, anche in rapporto ai leader globali.
Italia
1. Gucci
2. Enel
3. Eni
4. Intesa Sanpaolo
5. Gruppo Generali
6. Poste Italiane
7. Ferrari
8. TIM
9. Conad
10. Prada
La casa di moda Gucci rimane il marchio di maggior valore in Italia nel 2023, secondo Brand Finance®, posizione che occupa dal 2018. Il valore del marchio Gucci è stimato in 17 miliardi di euro, con un aumento del 10% rispetto alla stima del 2022.
I marchi di beni di lusso occupano una posizione di rilievo nella classifica italiana, con Ferrari e Prada che occupano entrambe le prime dieci posizioni. Lamborghini2, invece, ha registrato il maggior incremento nel valore stimato del marchio, con una crescita del 149% che ha permesso alla casa automobilistica di lusso di conquistare l'undicesimo posto. Anche le società di servizi energetici e finanziari hanno ottenuto un buon risultato, dimostrando la gamma di valori del marchio esistenti in Italia.
Un circolo virtuoso
Nel suo rapporto sui marchi di maggior valore in Italia, Brand Finance® osserva che esiste una relazione simbiotica tra i marchi italiani e la reputazione del Paese stesso. L'immagine e la reputazione dell'Italia sono un fattore che sostiene l'acquisto di prodotti italiani e gli investimenti nel Paese; allo stesso tempo, i marchi italiani forti contribuiscono all'immagine della nazione. Tuttavia, nonostante il forte rimbalzo del valore complessivo dei marchi italiani dopo la pandemia, il valore monetario complessivo dei marchi italiani è relativamente basso rispetto a quello del Regno Unito e Francia (circa la metà) e ancora più basso rispetto alla Germania (circa un terzo). Ciò riflette la composizione strutturale delle aziende italiane, con una preponderanza di piccole e medie imprese. Come possono le aziende italiane sfruttare le attuali tendenze di consumo per aumentare la redditività? Da Brand Finance® suggeriscono un approccio olistico: "Per aumentare fatturato e i margini le imprese italiane dovrebbero cercare di incrementare il valore monetario dei marchi rafforzando il livello di attrattività razionale ed emozionale: da un lato dovrebbero migliorare ulteriormente la qualità e la quantità degli investimenti relativi al prodotto, alla promozione, alla distribuzione e al prezzo; dall'altro identificare e investire su uno scopo sociale che vada oltre il profitto e non si limiti alla troppo inflazionata sostenibilità ambientale in modo da meglio ingaggiare gli stakeholder chiave".
La top five mondiale
1. Amazon
2. Apple
3. Google
4. Microsoft
5. Walmart
Nonostante il valore del suo marchio sia diminuito del 15% rispetto al 2022 a causa di un rallentamento del passaggio agli acquisti on-line, Amazon rimane il marchio di maggior valore al mondo nel 2023, secondo Brand Finance®. Anche Apple, al secondo posto, ha registrato un calo del valore complessivo del marchio a causa delle interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno colpito le previsioni di fatturato. Sebbene non abbia ancora conquistato un posto tra i primi cinque, il produttore di veicoli elettrici Tesla ha registrato una rapida ascesa nella classifica del 2023, conquistando il nono posto, dal 28° del 2022.
1 Per saperne di più sulla metodologia, cliccare qui.
2 A scopo puramente illustrativo. Il riferimento a un particolare titolo è su base storica e non significa che il titolo sia attualmente detenuto o sarà detenuto all'interno di un portafoglio LGIM. Le informazioni di cui sopra non costituiscono una raccomandazione all'acquisto o alla vendita di alcun titolo.