Sfruttare le scienze del clima per individuare opportunità di investimento

Alan Hsu, Wellington Management
Immagine concessa (Wellington Management)

CONTRIBUTO a cura di Alan Hsu, Global Industry analyst e gestore azionario dei comparti Wellington Climate Strategy Fund e Wellington Climate Market Neutral Fund. Contenuto sponsorizzato da Wellington Management.

Oggi è praticamente impossibile negare gli effetti del cambiamento climatico sul pianeta. Temperature estreme, incendi boschivi, siccità, alluvioni e carenza d’acqua: questi e altri eventi climatici disastrosi sono sempre più frequenti e preoccupanti.

Dal punto di vista degli investimenti, il cambiamento climatico presenta dei rischi ma, come sempre, ad ogni rischio si associa un’opportunità, dalla svalutazione dei titoli a un’innovazione rivoluzionaria. Molte opportunità nascono dalla necessità di sviluppare delle infrastrutture resilienti e di apportare modifiche in vari settori, paesi e tipi di asset, nonché in risposta all’inasprimento delle normative e allo sviluppo di innovazioni tecnologiche. Oltre ai rischi, le scienze del clima possono contribuire a individuare tali opportunità. Noi di Wellington puntiamo a farlo attraverso la partnership con il Woodwell Climate Research Center.

Dagli incendi in California alle tormente in Texas e alle inondazioni in Australia, il problema del cambiamento climatico ha un duplice aspetto: non si limita a trasformare la fisionomia dei paesaggi, ma impedisce anche di preparare una risposta adeguata agli scenari peggiori, anche quando le migliori risorse scientifiche in campo segnalano che sono altamente probabili.

Per avere un’idea di ciò che intendiamo basta guardare all’agricoltura cinese. La Cina è uno dei principali produttori di mais, soia e grano a livello globale, ma, in base alle nostre ricerche, molte zone del Paese in cui si trovano tali coltivazioni sono alle prese con una grave scarsità d’acqua: il 40% si colloca nel 20° percentile del rischio di carenza idrica globale.1 I dati forniti da Woodwell indicano che la probabilità di avere per diversi anni raccolti inferiori del 10% ai livelli storici raddoppierà per tutte le colture entro la metà di questo secolo. Tale probabilità sale al 65% nel caso del grano. I dati segnalano, inoltre, che la siccità peggiorerà lungo un asse est-ovest dal Tibet fino a Chengdu e allo Hunan, nella Cina centrale, dove tali condizioni perdureranno per il 60% degli anni dall’arco temporale 2021-2050 in avanti.2 Ciò significa che l’incidenza di tale fenomeno sarà aumentata di circa 80 mesi ogni 10 anni rispetto al periodo di riferimento 1971-2000 utilizzato da Woodwell. A risentirne saranno sia la Cina che i Paesi limitrofi che dipendono dal fiume Mekong, il quale nasce proprio nei pressi di Chengdu.

Sorprendentemente, gli studi condotti rivelano che il rischio di alluvioni e il rischio di carenza idrica crescono allo stesso ritmo. I due fenomeni sono infatti collegati. L’aumento delle temperature fa sì che l’atmosfera trattenga una maggiore quantità di vapore d’acqua. Così, quando si forma un temporale, le piogge possono essere abbondanti e colpire in modo drastico singole località. La Cina non è preparata a gestire precipitazioni di tale portata. Il 70% circa dei sistemi di raccolta delle acque piovane delle città cinesi non è in grado di far fronte, in maniera adeguata, a un episodio alluvionale con tempi di ritorno di cinque anni. Inoltre, crediamo che entro la metà del secolo la frequenza storica delle precipitazioni estreme con tempi di ritorno di 100 e 500 anni sarà verosimilmente almeno cinque volte superiore in gran parte del Paese asiatico, in particolare nella zona est di Chengdu e nella regione nord-orientale.

La Cina deve prepararsi non solo a una carenza idrica a livello mondiale, ma anche a alluvioni che colpiranno le sue principali città.

Quali sono le opportunità?

La Cina è solo un esempio. Abbiamo riscontrato che l’aumento degli eventi climatici avversi nelle regioni agricole di tutto il mondo richiederà continui investimenti nelle tecnologie agricole per sostenere la produttività e la resilienza delle colture. Lo stesso vale per le infrastrutture idriche. In campo idrico le soluzioni climatiche possono essere semplici, come le tecnologie di flusso, o più complesse, come le soluzioni idriche intelligenti che consentono di irrigare in maniera più intelligente, distribuire l’acqua con maggiore precisione e utilizzare tale preziosa risorsa in modo più efficiente. A nostro avviso, questi temi offrono un’interessante opportunità.

Abbiamo inoltre scoperto che la Cina affronta una delle più gravi minacce legate all’innalzamento del livello del mare. Per questo motivo sta costruendo quella che è stata soprannominata la nuova Grande Muraglia: delle barriere contro le inondazioni situate nelle regioni costiere del Paese per proteggere città come Shanghai. Questo e altri progetti simili comportano una crescente necessità di materiali di costruzione specifici e tecnologie infrastrutturali per prevenire le alluvioni.

La Cina e l’India sono destinate ad essere le due principali fonti incrementali di domanda energetica nei prossimi decenni. Per le economie intenzionate a crescere in tempi rapidi, modernizzarsi e incrementare il reddito pro capite, l’accesso all’energia a bassi costi è fondamentale. Oggi purtroppo si dipende ancora da forme di energia a nostro avviso non sostenibili, tra le quali il carbone e, in certa misura, il gas naturale. I due Paesi asiatici sono alle prese con un dilemma: devono distribuire elevate quantità di energia cercando al contempo di diversificare le loro risorse energetiche. Pertanto, è di fondamentale importanza che siano entrambi sulla via della decarbonizzazione. In ottica di investimenti, tale contesto favorisce la crescita delle fonti di energia rinnovabile a livello globale, nonché l’utilizzo di combustibili alternativi e la riprogettazione delle infrastrutture energetiche per incrementare l’efficienza.

Combinando la nostra profonda conoscenza dei fornitori di energie rinnovabili con l’analisi dei dati sul clima di Woodwell, noi di Wellington siamo in grado di dire se le condizioni locali favoriscano la generazione di energia eolica o solare. In questo modo possiamo condurre un’analisi informata sulle predette società, quando veniamo chiamati ad aiutarle a gestire la produttività dei loro titoli legati alle rinnovabili. Mettendo insieme tali informazioni e altre ricerche fondamentali, possiamo farci un’idea piuttosto precisa di quelli che potrebbero essere i migliori risultati dal punto di vista normativo. Possiamo, inoltre, avere un quadro più completo dei rischi e dei rendimenti degli investimenti e ricavare una serie di approfondimenti.

Nel complesso, i nostri studi sul cambiamento climatico ci portano a pensare che molti investitori siano eccessivamente esposti ai rischi legati ai mutamenti climatici e sottoesposti alle opportunità di investimento associate ad essi.


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1 Woodwell Climate Research Center | 2Ibid.