Jeffrey Schulze presenta l’analisi del ciclo economico attuale evidenziando settori promettenti come le small cap e l'S&P 493. Contenuto sponsorizzato da Franklin Templeton.
Per accedere a questo contenuto
CONTRIBUTO a cura di Jeffrey Schulze, CFA, managing director, head of Economic and Market Strategy, ClearBridge Investments, Franklin Templeton. Contenuto sponsorizzato da Franklin Templeton.
L'investitore miliardario Carlos Slim una volta ha detto: “Con una buona prospettiva sulla storia, possiamo avere una migliore comprensione del passato e del presente, e quindi una chiara visione del futuro”. Sebbene ogni ciclo economico sia unico, esso presenta elementi comuni che possono aiutare gli strateghi a costruire un mosaico migliore su cosa aspettarsi nel guardare avanti.
Tuttavia, mentre prendiamo le distanze da una pandemia globale, si spera, unica nella vita, è diventato chiaro che le differenze tra l'attuale espansione economica e quelle del passato sono più numerose di quanto si potesse pensare in precedenza. Queste divergenze hanno determinato un'economia incredibilmente robusta negli ultimi due anni, nonostante molti indicatori recessivi normalmente affidabili segnalassero un'imminente recessione. Pur rimanendo cauti nel diventare compiacenti considerando i numerosi rischi presenti, il ciclo attuale si distingue per un miglioramento di diversi indicatori macroeconomici anticipatori nel corso degli ultimi sei mesi.
Una di queste misure proviene dal mercato residenziale, che di solito si muove in tandem con l'economia, ma che sembra essersi sganciato da quest’ultima a seguito della pandemia: una dinamica insolita che si è verificata solo due volte in passato, negli anni '60 e a metà degli anni '90. L'attività edilizia ha subito una flessione dall'inizio del 2021 alla metà del 2023, anche se l'economia è cresciuta rapidamente. L'attuale disaccoppiamento ha visto una combinazione unica di prezzi elevati, in gran parte dovuti alla scarsità delle scorte, ma con attività in calo a causa delle strozzature della catena di fornitura e degli alti tassi di interesse che hanno pesato sull'edilizia.
È importante notare che l’edilizia abitativa ha registrato un’espansione nel secondo semestre dello scorso anno e questa forza sembra destinata a continuare con lo stabilizzarsi dei tassi ipotecari e con le misure del sentiment, come il sondaggio NAHB Housing Market Index tra le imprese edili, che stanno raggiungendo il fondo.
Un altro indicatore anticipatore che ha mostrato un recente miglioramento è il Senior Loan Officer Opinion Survey (SLOOS) trimestrale della Federal Reserve, che mostra una significativa riduzione dell’inasprimento degli standard di prestito sia per i prestiti commerciali e industriali (C&I) che per quelli immobiliari commerciali (CRE).
Sebbene queste misure non siano ancora tornate in territorio di allentamento, il recente miglioramento attenua il rischio di ribasso derivante dalla restrizione dei prestiti bancari. Inoltre, riteniamo che gli investitori stiano sottovalutando i programmi che la Federal Reserve (Fed) ha messo in atto durante la crisi bancaria regionale dello scorso anno e che hanno impedito che la crisi si intensificasse e sfociasse in una recessione.
Figura 1: Standard di prestito in via di miglioramento
Anche il ClearBridge Recession Risk Dashboard ha registrato un miglioramento sostanziale negli ultimi sei mesi, con cinque indicatori sottostanti che sono migliorati insieme al dato complessivo. Sebbene questo mese non vi siano state variazioni degli indicatori, la tendenza generale rimane incoraggiante e si sono registrati ulteriori progressi sotto le apparenze.
Figura 2: ClearBridge Recession Risk Dashboard
Non è solo il Dashboard ad aver registrato una fase di rialzo recentemente. Il mese scorso il Leading Economic Index del Conference Board ha assistito al suo primo dato mensile positivo, ponendo fine a una serie di 23 letture negative consecutive. Questo indice tende a guidare l'attività economica e non è mai sceso così a lungo, o così tanto, senza che si verificasse una recessione. Tuttavia, la natura peculiare dell’attuale ciclo economico sembra aver messo in crisi molti indicatori tradizionali di recessione.
Ad esempio, molti consumatori sono stati tutelati dall'aumento dei tassi ipotecari grazie al passaggio ai mutui a tasso fisso in seguito alla crisi del 2007-2009. Lo stesso si può dire per le imprese statunitensi, dove i pagamenti degli interessi tendono ad aumentare, con conseguente pressione sui margini, in concomitanza con le campagne di inasprimento della Fed, che spesso si verificano tardi nel ciclo economico.
Tuttavia, dopo la pandemia, molte aziende hanno vincolato i loro prestiti a tassi fissi bassi e negli ultimi anni la spesa netta per interessi è effettivamente diminuita, grazie all'aumento dei rendimenti della liquidità aziendale, nonostante l'aggressiva campagna di rialzi della Fed. Nel complesso, i bilanci delle aziende appaiono in buona forma, il che finora ha comportato una minore necessità di tagliare i costi e i posti di lavoro rispetto ai cicli passati.
Figura 3: Le grandi aziende sono vincolate
Un'altra differenza economica fondamentale rispetto al passato è data dal ruolo degli stimoli fiscali. In genere, i disavanzi di bilancio diminuiscono con l’espandersi dell'economia, che necessita di minor sostegno, mentre i politici forniscono stimoli nei periodi più difficili, spesso accompagnati da un aumento della disoccupazione. Tuttavia, il paradigma sembra essere cambiato intorno alla metà dell'ultimo ciclo economico, con un deficit più elevato che si accompagna a un'economia sana con un tasso di disoccupazione basso e in calo.
Ciò potrebbe aver eliminato molti dei fattori avversi causati da una politica monetaria più restrittiva sia alla fine degli anni 2010 che nell’ultimo biennio. In prospettiva, è probabile che l'impulso fiscale si riduca, ma non evapori, quest'anno, poiché i pagamenti dell’Employee Retention Credit alle piccole imprese dovrebbero riprendere a fine primavera, insieme a modesti aumenti del bilancio federale.
Figura 4: Deficit enorme, bassa disoccupazione?
Sebbene l'atterraggio morbido sia stato il nostro scenario di base degli ultimi mesi, riteniamo che la possibilità di una recessione sia più elevata rispetto all'opinione del consensus. Ciononostante, gli investitori azionari restano fiduciosi circa il concretizzarsi di un atterraggio morbido che manterrebbe in vita il mercato rialzista. A questo proposito, siamo incoraggiati dal comportamento del mercato registrato finora nell’anno in corso.
Uno sviluppo che fa ben sperare per la solidità del rally è che le azioni delle Magnifiche Sette(1) sono scambiate meno rispetto al 2023, segno che il mercato si sta concentrando nuovamente sui fondamentali. In effetti, tre dei sette membri hanno perso terreno rispetto all'indice S&P 500 nel primo trimestre, e due di essi stanno subendo delle perdite. A nostro avviso, questa differenziazione è di buon auspicio per gli investitori che sono in grado di riconoscere cosa è stato incorporato in questi titoli e se gli utili saranno in grado di giustificare le valutazioni attuali.
Figura 5: le sette divergenti
È importante notare che la corsa delle Magnifiche Sette è stata sostenuta da una crescita superiore dell’EPS in un momento in cui il mercato generale ha ottenuto risultati poco brillanti. Tuttavia, riteniamo che il vantaggio di fondamentali superiori si ridurrà notevolmente nel 2024 e ancora di più nel 2025. Crediamo che ciò possa costituire il catalizzatore di una rotazione più duratura che vedrà gli altri 493 titoli dell'S&P 500 aumentare la partecipazione in un contesto di mercato in espansione, insieme ai titoli delle small cap.
Figura 6: il vantaggio delle Mag 7 si sta disperdendo
Le Magnifiche Sette e, per estensione, l'S&P 500, a 21 volte l'EPS dei prossimi 12 mesi, sono scambiati a valutazioni elevate. Molti investitori che dispongono di liquidità potrebbero essere nervosi all'idea di rientrare in un mercato costoso. Tuttavia, confrontare la valutazione del mercato di oggi con quella del passato è un po' come confrontare le mele con le arance, a causa di variazioni nella composizione del mercato e dei fondamentali.
L'S&P 500 ha un flusso di utili meno volatile, una minore leva finanziaria e una maggiore redditività rispetto ai decenni passati, tutti fattori che a nostro avviso sostengono multipli più elevati. In parte ciò è dovuto a cambiamenti nel comportamento delle società, ma può essere attribuito anche a variazioni nella composizione dell'indice stesso. Oggi l'S&P 500 ha un peso minore nei settori ciclici più volatili e ad alta intensità di asset, che tendono a scambiare a P/E inferiori, e un peso maggiore nei settori difensivi e di crescita, che tendono a scambiare a valutazioni più elevate.
Grafico 7: La composizione dell’indice supporta P/U più elevati
Un ulteriore potenziale propulsore di un aumento dei multipli è rappresentato da una Fed più flessibile che, sulla scia della crisi finanziaria globale, ha deciso di utilizzare il proprio bilancio come strumento politico. Ricorrendo a kit di strumenti ampliato per cortocircuitare le crisi nascenti, come è stato fatto per le banche regionali lo scorso anno, la Fed ha dimostrato di riuscire a ridurre le probabilità di recessione. Una Fed più agile e reattiva riduce i rischi di coda della recessione, il che dovrebbe in teoria aumentare i multipli, in quanto le probabilità assegnate alle recessioni e ai relativi cali degli utili sono state ridotte.
In breve, riteniamo che l'analisi storica delle valutazioni possa non essere più utile come in passato. La natura peculiare del ciclo economico attuale ha smentito i tradizionali indicatori di recessione, mentre i mercati potrebbero trovarsi in un regime di valutazione peculiare. Ciò non significa che il mercato non sia costoso, e un periodo di consolidamento non sarebbe certo una sorpresa dopo il rally azionario degli ultimi cinque mesi.
Tuttavia, gli investitori di lungo termine dovrebbero trarre conforto dal fatto che, a gennaio, l'S&P 500 ha raggiunto il suo primo nuovo massimo storico in oltre un anno, oltre a parecchi altri nel corso del trimestre. Sebbene i massimi storici possano incutere timore, chiedendosi quanto possano migliorare le cose, la storia dimostra che dal 1989 l'impiego di capitale in momenti di picco ha portato a performance migliori rispetto a quelle ottenute quando i mercati sono in ribasso su una base a 1, 3 e 5 anni (vedere Figura 8 qui sotto).
Figura 8: non avere paura dei massimi storici
Con gli indicatori economici che continuano a migliorare e i rischi di recessione in ulteriore attenuazione, riteniamo che gli investitori possano concentrarsi al meglio sulle aree di recente sottoperformance relativa, come l'S&P 493 e le small cap, segmenti in cui le prospettive di miglioramento degli utili e le valutazioni meno eccessive potrebbero alimentare il rialzo in uno scenario di atterraggio morbido.
Fonti e note:
(1) I dati delle Magnifiche 7 fanno riferimento ai seguenti titoli: Microsoft (MSFT), Amazon (AMZN), Meta (META), Apple (AAPL), Google Alphabet (GOOGL), Nvidia (NVDA) e Tesla (TSLA). Non vi è alcuna garanzia che un’eventuale stima, proiezione o previsione si realizzi.
Definizioni:
Il ClearBridge Recession Risk Dashboard è un gruppo di 12 indicatori che esaminano lo stato di salute dell’economia statunitense e le probabilità di una recessione.
L’Indice S&P 500 è un indice non gestito di 500 titoli che rappresentano in generale la performance delle società più grandi negli Stati Uniti.
L’S&P 493 è una variante dell’Indice S&P 500, che esclude i sette titoli tecnologici (le Magnifiche Sette).
Le azioni “Magnifiche Sette” sono Amazon.com (AMZN), Apple (AAPL), la capogruppo di Google, Alphabet (GOOGL), Meta Platforms (META), Microsoft (MSFT), Nvidia (NVDA) e Tesla (TSLA).
Il Federal Reserve Board (“Fed”) è il Comitato responsabile della formulazione di politiche statunitensi ideate per favorire la crescita economica, la piena occupazione, prezzi stabili e un modello sostenibile di scambi e pagamenti internazionali.
Per crisi finanziaria globale si intende la perturbazione economica che fece seguito al collasso di importanti banche d’investimento nel 2007-2008, caratterizzata da una generale perdita di liquidità nei mercati del credito e dal calo dei prezzi delle azioni.
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è un dato economico statistico che misura il valore di mercato di tutti i prodotti e servizi finiti realizzati in un paese in un determinato periodo di tempo.
L’Institute for Supply Management (ISM) è un’associazione di professionisti nell’area degli acquisti e dell’approvvigionamento che conduce indagini regolari tra i membri per determinare i trend di settore.
L’utile per azione (EPS) è la quota di utile di una società attribuita a ciascuna azione ordinaria in circolazione. L’EPS di un indice è una misura aggregata dell’EPS delle società che lo compongono.
Il Price/Earnings Ratio è calcolato dividendo il prezzo delle azioni di una società per i suoi utili per azione (EPS) nell'arco di 12 mesi ed esclude anche le società con utili nulli o negativi.
Il Senior Loan Officer Opinion Survey (SLOOS) è un sondaggio trimestrale condotto dalla Federal Reserve presso un’ottantina di grandi banche nazionali e ventiquattro filiali negli Stati Uniti e agenzie di banche estere.
QUALI SONO I RISCHI
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. La performance passata non costituisce una garanzia di risultati futuri. Va ricordato che non è possibile investire direttamente in un indice. I rendimenti dell'indice non gestito non riflettono commissioni, spese od oneri di vendita.
I titoli azionari sono soggetti a fluttuazioni dei prezzi e possibile perdita del capitale. Le società ad alta capitalizzazione possono perdere il favore degli investitori a seconda delle condizioni economiche e di mercato. I titoli a bassa e media capitalizzazione comportano rischi e volatilità maggiori rispetto ai titoli ad alta capitalizzazione.
I titoli obbligazionari comportano rischi legati a tassi d’interesse, di credito, di inflazione e rischi di reinvestimento, oltre alla possibile perdita del capitale. Quando i tassi d’interesse salgono, il valore dei titoli obbligazionari scende.
Gli investimenti internazionali comportano rischi particolari, quali fluttuazioni dei cambi e incertezze sociali, economiche e politiche, che possono far aumentare la volatilità. Tali rischi sono amplificati nei mercati emergenti.
Materie prime e valute sono più rischiose, comportando rischi che includono le condizioni di mercato, politiche, regolamentari e naturali, e possono non essere idonee per tutti gli investitori.
I Treasury USA sono obbligazioni di debito dirette emesse e garantite “dalla piena fiducia e dal credito” del governo degli Stati Uniti. Il governo degli Stati Uniti garantisce il capitale e i pagamenti di interessi sui Treasury USA quando i titoli sono detenuti fino alla scadenza. A differenza dei Treasury USA, i titoli di debito emessi dalle agenzie federali e da enti paragovernativi e gli investimenti associati possono essere garantiti, ma non obbligatoriamente, dalla piena fiducia e dal credito del governo degli Stati Uniti. Anche quando il governo degli Stati Uniti garantisce il capitale e i pagamenti di interessi sui titoli, tale garanzia non si applica a perdite risultanti da cali del loro valore di mercato.
INFORMAZIONI LEGALI IMPORTANTI
Avvertenze: Prima della sottoscrizione, leggere attentamente il prospetto informativo.
Questo materiale è destinato esclusivamente a scopi di interesse generale e non deve essere interpretato come una consulenza di investimento individuale o una raccomandazione o sollecitazione ad acquistare, vendere o detenere titoli o ad adottare qualsiasi strategia di investimento. Non costituisce una consulenza legale o fiscale.
Le opinioni espresse sono quelle del gestore degli investimenti e i commenti, le opinioni e le analisi sono resi come alla data di pubblicazione e può cambiare senza preavviso. Le informazioni fornite in questo materiale non sono intese come analisi completa di ogni fatto materiale relativo a qualsiasi paese, regione o mercato. Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita di capitale. I dati provenienti da fonti di terze parti potrebbero essere stati utilizzati nella preparazione di questo materiale e Franklin Templeton Investment ("FTI") non ha verificato, convalidato o verificato in modo indipendente tali dati. FTI non si assume alcuna responsabilità per qualsiasi perdita derivante dall'uso di queste informazioni e l’affidamento ai commenti e alle opinioni e analisi di questo materiale è a discrezione dell'utente.
Prodotti, servizi e informazioni potrebbero non essere disponibili in tutte le giurisdizioni e sono offerti al di fuori degli Stati Uniti da altri FTI affiliati e / o i loro distributori secondo le leggi e le normative locali. Si prega di consultare il proprio consulente finanziario o contatto istituzionale Franklin Templeton per ulteriori informazioni sulla disponibilità di prodotti e servizi nella tua giurisdizione.
Pubblicato da Franklin Templeton International Services S.à r.l. Succursale Italiana - Corso Italia, 1 - 20122 Milano - Tel: +39 0285459 1- Fax: +39 0285459 222
CFA® e Chartered Financial Analyst® sono marchi registrati di proprietà del CFA Institute.