Verso un breve ritorno nei ‘roaring Twenties’

Filippo Lanza News
Filippo Lanza, gestore di Hedge Invest. foto ceduta

Contributo a cura di Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit Fund, Hedge Invest SGR.

Il fattore principale da tenere monitorato al momento dal punto di vista di un investitore è la ‘battaglia’ in corso tra l’eliminazione del virus e la velocità con la quale esso si trasmette e muta. Questa a sua volta dipende direttamente dal numero di persone attualmente positive, dalla quantità di vaccini già effettuati, dalla loro efficacia e infine da quanto sono stringenti le misure di lockdown nelle varie aree.

Tra i Paesi più grandi, Stati Uniti e Regno Unito si stanno muovendo molto rapidamente e stanno facendo un lavoro straordinario per velocizzare le vaccinazioni. Per di più, il Regno Unito ha anche implementato misure di lockdown molto stringenti. Viceversa, nel resto dell’Europa le vaccinazioni sono partite in modo decisamente più lento, mentre le restrizioni per contenere i contagi sono meno rigide, soprattutto in Spagna e in Francia.

A causa di queste differenze, le nostre previsioni sui diversi Paesi variano di molto. Per quanto riguarda Regno Unito e Stati Uniti, crediamo che si potrà tornare a una situazione vicina alla normalità intorno all’estate. Al contrario, nel resto dell’Europa questo traguardo probabilmente non sarà raggiunto prima dell’inizio del 2022: infatti, ci aspettiamo che l’economia riaprirà con la bella stagione solo per dover richiudere nuovamente a settembre, a causa dei ritardi nelle vaccinazioni. Nei Paesi emergenti la situazione è meno chiara, ma temiamo che la battaglia contro il virus possa essere ancora più lunga.

Al momento ci stiamo concentrando in particolare sulle società che crediamo possano beneficiare di alcuni trend di lungo periodo, come transizione energetica e 5G. Abbiamo anche un posizionamento tattico su alcune opportunità di tipo ‘special situation’ nell’ambito delle materie prime, in particolare acciaio, metalli di silicone e fibre di carbonio. Inoltre, siamo lunghi sui crediti ‘stressed’ colpiti dal Covid-19 che crediamo possano recuperare e ottenere buoni risultati in un’economia semi-aperta. Viceversa, siamo corti sulle società per le quali le tempistiche delle riaperture saranno critiche dal punto di vista della liquidità. 

In generale, abbiamo una view estremamente positiva e costruttiva sull’area del credito stressed-distressed, dove vediamo opportunità eccezionali al momento. Al contrario, siamo molto cauti sul credito investment grade e abbiamo posizioni corte su diversi titoli, in particolare nel comparto oil&gas.

In ultima analisi, crediamo che i vaccini avranno la meglio sulle varianti del virus e che il Covid-19 verrà debellato. Questo creerà un contesto da “ruggenti anni ‘20”, anche se solo in forma temporanea. Ciò permetterà alle autorità – in particolare alle banche centrali - di ‘riprendere fiato’ e di rilassarsi, riducendo gli stimoli monetari. Ciò a sua volta avrà conseguenze negative per i mercati finanziari ma non per quelli reali, creando una divergenza tra finanza ed economia reale, a favore di quest’ultima.