Parità di genere, la strada è ancora lunga. La voce delle donne a capo dell’industria

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Ross Findon, foto concessa (Unsplash)

La strada da fare è molta. Nonostante i numerosi passi in avanti l’asset management è ancora un settore a forte predominanza maschile. E l’uguaglianza di genere un traguardo tutto da conquistare. Lo testimonia la bassa presenza di donne in alcuni dei ruoli chiave dell’industria. Secondo una ricerca di Heidrick & Struggles del 2021 solo il 3% dei CEO dei 50 più grandi gestori mondiali è donna. E un recente sondaggio di BNY Mellon rivela dei 100 asset manager intervistati nella meta dei casi solo 10% o meno dei propri gestori o analisti è donna. E questo divario si riflette in remunerazioni inferiori e in politiche di gestione delle risorse umane per colmare il gap ancora tutte da sviluppare.

In concomitanza con la Giornata internazionale dei diritti della donna FundsPeople ha chiesto alle responsabili del mercato italiano degli asset manager stranieri una testimonianza sulla rappresentanza femminile nel settore a partire dalla loro esperienza professionale. Ne emerge uno spaccato ricco di spunti e di riflessioni sulle numerose sfide per la parità di genere nell’industria. Un quesito emerge con urgenza dalle voci di queste professioniste riconosciute in un settore ancora in ritardo per la partecipazione femminile: per restare competitivo l’asset management può davvero permettersi di rinunciare ai talenti donna?