Parte il maxi piano di acquisto di titoli di Stato

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foto: autor jacinta lluch valero, Flickr, creative commons

Da oggi lunedì 9 marzo parte il maxi piano di acquisto di titoli di Stato che dovrebbe comportare un esborso di 60 miliardi di euro al mese con l’idea di ravvivare l’economia europea. Ma il contesto non è affatto semplice dato che mentre sempre più imprese americane vengono in Europa a raccogliere il denaro approfittando del basso costo dell’euro, gli investitori domestici fanno fatica a farsi remunerare la liquidità. I tassi a zero, o sotto zero non fanno dormire sonni tranquilli ai risparmiatori, considerando che si trovano rendimenti negativi su molti titoli di Stato emessi dagli Stati europei. Il problema è per tutti quindi capire su cosa investire. Se quindi la liquidità è ormai un parcheggio che non rende più niente, o a volte addirittura comincia a costare, la ricerca di asset su cui investire è fondamentale.

Un report di Morgan Stanley ha calcolato che la Banca centrale europea farà fatica a trovare potenziali venditori di 60 miliardi di titoli al mese. Il punto è che crescita anemica e ambiente ancora deflazionistico fanno sì che banche, assicurazioni e gestori facciano resistenza a cedere titoli che rendono di più rispetto a quelli offerti ora sul mercato. Fanno sapere da Morgan Stanley che “banche e assicurazioni, i maggiori detentori di titoli, faranno resistenza a vendere perché rischiano di dover reinvestire in obbligazioni che danno rendimenti più bassi”. E anche le nuove emissioni non saranno sufficienti a soddisfare i ritmi di acquisto della BCE, dato che il contesto attuale di austerità porta gli Stati a emettere meno debito che in passato, quindi il saldo netto tra nuove emissioni e titoli in scadenza è negativo. Intanto lo scorso venerdì si è stretto fino a 90 punti base, nuovo minimo dal 26 aprile 2010, il differenziale di rendimento tra Btp e Bund a 10 anni, complice la discesa dell’obbligazionario tedesco in scia ai Treasuries USA, dopo i dati migliori delle attese giunti dal mercato del lavoro americano. Il rendimento del decennale italiano, sceso fino a 1,264%, nuovo minimo storico, ha chiuso a 1,285%.

Nel frattempo, si leva una voce dal Codacons, l’associazione dei consumatori, in relazione al fatto che 150 miliardi dovrebbero arrivare dalla manovra di QE all’Italia. Fanno sapere: “i miliardi di euro destinati all'Italia attraverso il QE devono essere interamente destinati alle famiglie e alle imprese attraverso una immediata apertura del credito”. Continuano: “è necessario vigilare sul comportamento delle banche affinché i miliardi di euro introdotti dalla BCE siano realmente destinati ad alimentare il mercato,  aumentare prestiti, finanziamenti e mutui e sostenere le imprese”, afferma il presidente Carlo Rienzi.  In passato gli interventi della Banca Centrale sono stati neutralizzati proprio dagli istituti bancari, che hanno mantenuto nelle loro disponibilità i miliardi di euro destinati al credito, aggravando così le difficoltà delle aziende ed impedendo alle famiglie di accedere ai prestiti. Conclude Rienzi che “ad esempio non si conosce la destinazione finale dei 139 miliardi di euro che nel 2012 la BCE concesse alle banche proprio per incrementare il credito,  che al contrario è crollato negli ultimi anni”. E si rivolgono al Governo. “Invitiamo il governo a vigilare severamente sulla reale destinazione delle risorse introdotte dal Quantitative Easing e siamo pronti a denunciare quelle banche che contrasteranno i benefici del provvedimento", conclude Rienzi.