Una forte crescita degli asset finanziari globali nel 2023 e un “sorprendente sollievo” per le famiglie dopo le perdite del 2022. Alla base di questo fenomeno, vi sono la resilienza delle economie alla stretta monetaria e i mercati che hanno chiuso l’anno in significativo rialzo. Lo scorso anno gli asset finanziari delle famiglie sono aumentati del 7,6%, più che compensando le perdite dell’anno precedente (-3,5%). È quanto emerge dalla 15a edizione del “Global Wealth Report” di Allianz, intitolato “un sorprendente sollievo”, uno studio che esamina la situazione patrimoniale e l’indebitamento delle famiglie in circa 60 Paesi del mondo.
Complessivamente, gli asset finanziari totali ammontavano a 239 trilioni di euro alla fine del 2023. La crescita nelle tre principali asset class è stata piuttosto disomogenea. I titoli (11,0%) e le assicurazioni/pensioni (6,2%) hanno beneficiato del boom del mercato azionario e dell’aumento dei tassi e sono cresciuti molto più velocemente rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Al contrario, la crescita dei depositi bancari è scesa al 4,6% dopo gli anni di boom legati alla pandemia, registrando uno degli aumenti più bassi degli ultimi 20 anni. Inoltre, è proseguita la normalizzazione dei nuovi risparmi diminuiti del 19,3% a 3 trilioni di euro, un calo quasi esclusivamente attribuibile ai depositi bancari.
La ripresa nel 2023 è stata diffusa. In effetti, solo due Paesi – Nuova Zelanda e Thailandia – hanno registrato tassi di crescita negativi. Inoltre, la crescita è stata relativamente uniforme in tutte le aree geografiche, non da ultimo in Asia e in Nord America, che hanno registrato entrambe un incremento superiore all’8%, con gli Stati Uniti (8,6%) che hanno evidenziato un’espansione ancora più forte rispetto alla Cina (8,2%).
La svolta dei tassi d’interesse non ha penalizzato gli asset finanziari ma ha avuto un chiaro impatto sul lato delle passività dei bilanci delle famiglie nel 2023: la crescita dell’indebitamento privato si è ulteriormente indebolita al 4,1% a livello mondiale, il valore più basso degli ultimi nove anni. Battuta d’arresto, invece, per l’immobiliare. L’asset class ha risentito dell’aumento dei tassi di interesse registrando la crescita più bassa degli ultimi 10 anni, avanzando solo dell’1,8%; in Europa occidentale è scesa del 2,2%.
L’Italia
Questo a livello globale. Per quanto riguarda l’Italia: gli asset finanziari sono aumentati del 6% nel 2023, ben al di sopra della media regionale del 5%. Il fattore trainante principale sono stati i titoli (12,4%) mentre i depositi bancari sono addirittura diminuiti del 3%, registrando il primo calo in 14 anni. Le assicurazioni/pensioni si sono dimostrate resilienti, crescendo del 4,5%. Anche quest’anno, la crescita dovrebbe essere relativamente solida: 4,8%.
In linea con la tendenza globale, i nuovi risparmi sono diminuiti del 24% a 45 miliardi; si tratta di meno di un terzo del livello del 2021, l’anno del risparmio forzato (140 miliardi di euro). Ma ancora più evidente di questa flessione è il passaggio da un asset class all’altra. I risparmiatori italiani hanno prelevato denaro dalle banche per un importo di 50 miliardi di euro, riducendo anche i nuovi stanziamenti per assicurazioni/pensioni (-18 miliardi di euro); hanno invece acquistato titoli, in misura massiccia (95 miliardi di euro). Ma anche all’interno di questa asset class, le famiglie italiane sono state molto discriminanti: hanno evitato azioni (-38 miliardi di euro) e fondi comuni di investimento (-21 miliardi di euro), orientandosi con decisione sulle obbligazioni (155 miliardi di euro). Con queste variazioni, il comportamento del risparmio italiano è tornato ai modelli visti l’ultima volta prima della crisi finanziaria globale.
Il quadro è meno roseo in termini reali: al netto dell’inflazione, l’aumento nel 2023 è stato di un modesto 0,1%. Rispetto al livello del 2020, alla fine del 2023 il potere d’acquisto degli asset finanziari era ancora inferiore del 2,9%, anche se leggermente al di sopra del livello pre-pandemia (+1,6%). I risparmiatori italiani hanno perso tre anni.
Gli asset immobiliari sono aumentati dell’1,3% nel 2023; infatti, il mercato immobiliare italiano è stato uno dei pochi a registrare ancora aumenti di prezzi lo scorso anno. Ma questa resilienza è arrivata dopo anni di andamento stagnante: il valore totale degli immobili nel 2023 è ancora inferiore ai valori rilevati dieci anni fa. I rischi di transizione sono piuttosto pronunciati in Italia. Si prevede che i prezzi delle abitazioni diminuiranno tra il 26% e il 30% fino al 2050, a seconda dello scenario climatico, una cifra che corrisponde a 31.730 euro pro capite.