A fine mese l’insediamento della nuova amministrazione statunitense. La società indica una view moderatamente costruttiva sulle obbligazioni governative mentre migliora quella sulle azioni di Europa. Numerosi “i fattori di supporto per i BTP”.
La view è “moderatamente costruttiva sulle obbligazioni governative” mentre migliora “quella sulle azioni di Europa e Italia”. Anima SGR, nell’outlook su gennaio conferma le attese legate allo scenario macro anche in funzione dell’evento che catalizza l’attenzione degli addetti ai lavori in queste settimane: l’insediamento di Trump alla Casa Bianca e l’avvio di un nuovo ciclo economico dettato dalle politiche fiscali e monetarie statunitensi.
Prospettive di crescita e inflazione
In questo scenario le prospettive di crescita restano invariate rispetto al mese precedente, anche se negli Stati Uniti l’economia è “in misurato rallentamento” (preludio della prosecuzione dell’atteso soft landing indicato oltre oceano) mentre in Europa in lieve ripresa, seppure “sotto potenziale e sotto consenso”. Le prospettive per la Cina, come noto, dipenderanno dagli stimoli fiscali posti in essere dalle autorità e dall’impatto dei paventati dazi statunitensi. L’inflazione continua quindi a mantenere un suo peso nelle prospettive macro, in Europa e Stati Uniti, soprattutto l’inflazione core “converge verso il target, trainata principalmente dai prezzi dei servizi”, mentre in Cina la SGR italiana vede improbabile un miglioramento fino a quando “le misure di stimolo non saranno pienamente implementate”.
Cosa ci si aspetta dalle banche centrali
Sul fronte banche centrali si è assistito, a fine 2024, a segnali di maggiore cautela da parte della Fed che ha tagliato i tassi di 25 pb, ma ha rivisto le previsioni per l’anno. Da qui le attese di Anima per ulteriori tagli per un totale di 100 punti base, anche se continua a vedere “rischi orientati verso un approccio leggermente meno accomodante, soprattutto a fronte di sorprese al rialzo nei dati di crescita”. Diverso discorso per BCE e Bank of China. Dalla prima, che vede un rafforzamento del proprio “bias dovish”, ci si aspettano cinque tagli di 25 pb nei primi tre trimestri “fino a portare il tasso di deposito poco sotto il livello di neutralità”. La seconda che resta legata “all’implementazione degli stimoli fiscali e alle decisioni che verranno adottate a supporto del settore immobiliare”.
Asset allocation
Come anticipato l’asset allocation sul mese resta allineata a quella di dicembre, con un approccio costruttivo sui Treasury e un giudizio “ugualmente positivo” sui Bund tedeschi. Sono numerosi, invece, “i fattori di supporto per i BTP, dall’extra rendimento rispetto agli altri governativi europei, all’aumento degli investimenti pubblici permesso dal PNRR, al previsto proseguimento della convergenza fra Paesi core e periferici”. Approccio più cauto e selettivo, sui mercati del credito “in un contesto di spread molto compressi rispetto alle medie storiche”.
L’equity vede una differenziazione in base alle aree geografiche, con potenziali opportunità soprattutto in Europa, in quanto, “gli indici del Vecchio Continente hanno già scontato diverse notizie negative, sia politiche sia geopolitiche”, dalla possibile fine delle ostilità in Ucraina a un approccio meno aggressivo di Trump in merito ai dazi verso l’Europa. Nel dettaglio dell’Italia, gli analisti sottolineano come, “nonostante una chiusura di 2024 meno brillante del resto dell’anno da parte del FTSE MIB”, l’approccio è “moderatamente costruttivo alla luce del differenziale di performance fra il mercato italiano/europeo e quello americano, che sconta uno scenario troppo severo rispetto ai fondamentali”. Sul mercato domestico, sovrappeso su servizi di pubblica utilità, lusso, finanziarie tecnologici, mentre su industriali e società indebitate l’indicazione è di sottopeso.