Secondo Efama dal 2012 le attività statunitensi nei portafogli sono più che raddoppiate. Necessaria una svolta per mobilitare il risparmio privato verso l'economia dell'UE.
Unisciti a FundsPeople, la community con oltre 200.000 professionisti dell'asset management. Accedi a tutti i nostri servizi esclusivi: newsletter giornaliera, breaking news, archivio riviste mensili, speciali e libri.
“È necessaria una svolta decisiva nelle politiche per mobilitare il risparmio privato verso l'economia dell'UE”, è quanto afferma l’EFAMA, l’associazione europea dei gestori di fondi, che in una recente ricerca dal titolo “The EU Must Adopt a New Deal to Mobilize EU Savings”, rileva una costante crescita nei fondi azionari UCITS degli investimenti in attività statunitensi. Questa tendenza secondo EFAMA è legata alla sovraperformance dei mercati azionari Usa, che ha portato a un aumento dell'allocazione ai titoli di Wall Street. Per questo motivo, secondo l’ente europeo, serve un cambiamento decisivo nelle politiche dell'UE, in particolare in quelle industriali e della concorrenza, per aumentare le opportunità di investimento, incrementare la valutazione delle aziende europee negli indici azionari globali e aumentare gli investimenti verso le aziende dell'UE.
Secondo i dati di EFAMA, alla fine del 2023, il 44,6% dei portafogli azionari UCITS era investito in attività statunitensi, rispetto al 19,2% del 2012.
Il ruolo degli ETF
In questa tendenza hanno giocato un ruolo decisivo gli ETF. Infatti, il crescente interesse degli investitori per l'esposizione agli asset statunitensi è particolarmente visibile in questi, con il 34% del patrimonio totale in gestione investito in fondi che mirano a replicare la performance di uno specifico indice azionario statunitense, come lo S&P 500 o il Nasdaq 100. Al contrario, i fondi con un obiettivo di investimento puramente statunitense hanno costituito solo il 13% delle attività degli UCITS azionari non ETF.
Inoltre, l'elevata esposizione degli UCITS azionari alle attività estere è specifica dell'Europa. “Nel 2023, i fondi azionari domiciliati nell'UE e nel Regno Unito avevano rispettivamente il 27% e il 29% dei loro portafogli investiti in azioni locali, rispetto al 78% e all'84% dei fondi azionari negli Stati Uniti e nella regione Asia-Pacifico”, dicono dall’associazione europea dell’asset management.
Perché gli investitori europei puntano sugli USA
Secondo l’ente, diversi fattori possono spiegare il minore home bias degli investitori europei, tra cui le loro opinioni sui vantaggi degli investimenti transfrontalieri, il ruolo dei consulenti finanziari, lo sviluppo di piattaforme di fondi che facilitano gli investimenti in fondi che seguono gli indici globali, le dimensioni relativamente ridotte dei mercati azionari dell'UE e l'entusiasmo per le società tecnologiche statunitensi di punta. “La forte performance dei mercati statunitensi, che ha portato a un aumento dell'allocazione delle attività azionarie ai titoli Usa, riflette una combinazione di fattori e politiche, tra cui una robusta crescita demografica, una maggiore spesa in ricerca e sviluppo, sostanziali stimoli fiscali e prezzi dell'energia più bassi. Di conseguenza, negli ultimi anni la crescita economica degli Stati Uniti ha superato quella dell'UE”, spiegano dall’associazione.
“È necessario liberare il potenziale del mercato unico, creare un'efficace Unione dei mercati dei capitali, rafforzare la competitività dell'economia dell'UE e delle sue imprese e riorientare la Retail Investment Strategy”, questa la ricetta di EFAMA per invertire questa tendenza e per attirare capitali nell'economia dell’Unione.