Perché nessuno investe in oro?

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foto flickr: erin williamson, creative commons

In aprile, la leggera attenuazione dei rischi globali ha determinato una modesta flessione del prezzo dell’oro.

La mancanza di domanda per beni rifugio ha determinato deflussi dagli ETP sull'oro a livello mondiale. L'oro ha chiuso il mese a 1.283,55 dollari all’oncia, con una perdita di 8,75 dollari (-0,7%). I titoli auriferi in aprile hanno invece registrato una presa di beneficio, dopo aver toccato i massimi annuali a febbraio e marzo. L'indice NYSE Arca Gold Miners è diminuito del 6,8% e l'indice MVIS Global Junior Gold Miners ha registrato un -7,6%. “Sebbene la crescita del Pil statunitense pari al 3,2% abbia superato tutte le aspettative degli analisti, i dati sottostanti lasciano molto a desiderare. Nonostante i massimi dei mercati azionari, l'economia non sta dando i frutti desiderati”, spiega Joe Foster, portfolio manager e strategist di VanEck. “La potenziale debolezza dei risultati economici e la volatilità dei mercati azionari potrebbero creare un contesto migliore per l'oro e per i titoli auriferi nel corso del 2019”.

Dalla fine di febbraio, il dollaro più forte e i mercati azionari più solidi hanno messo un freno ai prezzi dell'oro. Gli occhi rimangono puntati sulle questioni commerciali tra USA-Cina. “Riteniamo che le attuali pressioni politiche ed economiche spingeranno le due parti almeno a gettare i semi di un accordo, molto probabilmente entro della riunione del G20 che si terrà a Osaka il 28 e 29 giugno”, spiega Névine Pollini, senior commodity analyst, Union Bancaire Privée (UBP). Le tensioni però sembra che non abbiano risvegliato l'interesse degli investitori per l'oro.

“Pur continuando a ritenere che il regime monetario globale accomodante e l'attuale politica fiscale relativamente espansiva dovrebbero sostenere il prezzo dell'oro, ci aspettiamo che una potenziale risoluzione della controversia commerciale USA-Cina sia dannosa per l'oro, eliminando una delle principali incertezze dell'anno scorso”. 

Chris Mahoney, assistant portfolio manager, Merian Gold & Silver Fund di Merian Global Investors, però fa notare che se le previsioni del consensus dovessero dimostrarsi errate e il regime di dazi dovesse restare tale o intensificarsi, ci sarebbero probabilmente implicazioni sia per i mercati finanziari che per l’economia reale. “Se la Fed reagisse a tale contesto attraverso l’avvio di una politica monetaria accomodante, con l’abbassamento dei tassi di interesse di riferimento, ci aspetteremmo di vedere un movimento al ribasso anche per i tassi di interesse nominali".

"Gli aumenti dei prezzi causati dalle restrizioni commerciali, contribuirebbero inoltre ad alimentare un rialzo dell’inflazione, con un abbassamento dei tassi di interesse reali. In tale scenario, ci aspetteremmo inoltre di vedere un rialzo del prezzo dell’oro, che in generale tende a muoversi in direzione opposta rispetto ai tassi di interesse reali”, conclude Mahoney.