Perin (Generali Investments): "È tempo di un approccio diverso agli high yield"

Stefano Perin
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Qualcosa potrebbe scricchiolare nell’universo high yield: “fino a quando proseguirà la rotazione dagli asset deflazionistici, le obbligazioni ad alto rendimento non potranno più sfruttare l’effetto positivo dei bassi tassi di interesse e della ricerca di rendimento come successo fino a poco fa”. Forse si prospetta un cambio di tendenza per i bond high yield? In merito all’anno che arriva Stefano Perin, portfolio manager di Generali Investments afferma che “le obbligazioni high yield non sono state immuni al movimento rialzista dei tassi di interesse, che ha particolarmente impattato i titoli BB, una categoria di rating che comprende soprattutto i cosiddetti 'fallen angels' (emittenti che hanno perduto lo status investment grade) e bond ibridi corporate.

Nell’area dei BB, la sensibilità alla duration è stata ingigantita anche dal restringimento degli spread in seguito al programma di acquisto di attività della BCE, che ha ridotto l’attenuazione dello spread come protezione dai tassi più alti. Lo stesso concetto è stato ulteriormente sottolineato subito dopo le elezioni presidenziali americane, con le valutazioni meno resistenti ai tassi in aumento e all’impennata delle curve dei tassi, e con gli spread di credito incapaci di beneficiare dell'effetto Trump nella stessa misura dei mercati azionari”. Una serie di fattori che insomma protrebbero gettare probabilmente le basi per lo scenario nel 2017.

Nel 2016 il mercato, nonostante un apertura con un brusco sell-off,  ha continuato a correre fino a giugno, quando aleggiava l’incertezza legata al voto sulla permanenza del Regno Unito nell’Ue, salvo ppi registrare un brevissimo calo nei giorni successivi. “A questo punto dell’anno, il contributo positivo dai tassi rappresentava la metà della performance totale delle obbligazioni high yield”, spiega Perin. Con gli ultimi avvenimenti però bisogna prestare attenzione ai propri investimenti: “per  riuscire  a  generare  un  significativo  rendimento  in  eccesso  rispetto  ai  titoli governativi di pari scadenza, sarà fondamentale distinguere tra vincitori e vinti dai punti di vista del credito, della scelta dei titoli e delle strategie attuate”, continua l’esperto di Generali.“.

La globalizzazione è un altro trend che continueremo a monitorare con attenzione. Qualora dovesse infatti continuare a rallentare, o addirittura a recedere, il rinnovato focus sullo stimolo della domanda interna potrebbe favorire le compagnie a piccola media capitalizzazione rispetto alle multinazionali. Questo  impatterebbe  l’universo  high  yield,  che  è  in  larga  parte  costituito  di  aziende  di  medie dimensioni. Grazie alla diversa liquidità e alla minore efficienza informativa rispetto ad altri asset finanziari, il mercato high yield è più incline a di disallineamenti rispetto al valore teorico basato sui fondamentali, e ha dunque un grande potenziale  in termini di idee di investimento. Di conseguenza, l’attuale ambiente di mercato solleva il caso su un approccio diverso e più flessibile alle obbligazioni high yield, con un focus su strategie ad alta convinzione e una posizione proattiva a livello di gestione del rischio di mercato, al fine di limitare gli episodi di esposizione al ribasso e riuscire a cogliere pienamente i ritorni potenziali offerti da questa classe di attivi”.