Digitalizzazione, formazione dei banker e ampliamento dell’organico sono gli elementi su cui il Gruppo sta puntando maggiormente.
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Nel corso del 2019 il mercato del private banking ha dimostrato di essere un settore in salute, registrando a fine del primo semestre una crescita dell’8,5% rispetto a fine 2018, nonostante le incertezze del panorama politico italiano. Secondo Eugenio Periti, head of Private Banking Italy di Deutsche Bank, questo è senz’altro merito degli operatori italiani “che hanno continuato a supportare i clienti nella pianificazione di investimenti coerenti con i loro progetti di vita, nella protezione del patrimonio anche da situazioni completamente nuove come i tassi negativi e gli scenari normativi”.
L’esperto si dice convito del fatto che se anche in futuro gli operatori italiani saranno in grado di cogliere le sfide dettate dai mercati e dare risposte concrete alle esigenze sempre più complesse della clientela, di garantire la qualità dell’offerta e di mantenere un approccio costante all’innovazione, adeguando con rapidità ed efficacia i loro modelli di servizio ai cambiamenti del contesto competitivo, per il mercato tricolore del private banking continueranno le prospettive di crescita anche a fronte di mercati finanziari ancora più volatili e condizioni politiche caratterizzate da ulteriori instabilità.
Piani futuri
Due sono gli elementi su cui Deutsche Bank sta puntando e continuerà a fare: la digitalizzazione e la formazione dei suoi banker. “Da un punto di vista tecnologico e strettamente collegato al private banking, crediamo che si debba puntare non tanto a dotare i clienti di strumenti evoluti che possano dare loro la possibilità di essere completamente autonomi, ma fare in modo che la migliore tecnologia sia a supporto dei banker”, spiega.
Tuttavia, a detta del responsabile, vi è ancora una certa rigidità da parte di questi ultimi e dunque la sfida è “trasmettere loro il reale vantaggio di porre in essere un’operatività maggiormente digital, migliorare la customer experience e ridurre costi e possibili errori operativi”, aggiunge. La digitalizzazione sarà, dunque, un processo graduale che condurrà sempre di più verso una nuova interpretazione del ruolo di private banker affinché quest’ultimo sia sempre più gestore di relazione e meno gestore di portafoglio.
Da questo punto di vista, negli ultimi anni Deutsche Bank ha rafforzato ulteriormente il livello del suo servizio, basato su piattaforme di consulenza che consentono il ricorso alla delega sia totale, come nel caso di gestioni patrimoniali, sia condivisa come nel caso dei portafogli in consulenza a pagamento.
“Continuiamo, inoltre, a investire molto nella formazione dei nostri banker per sviluppare competenze non solo tecniche, ma soprattutto relazionali proprio nell’ottica di quello che nel mercato del private banking sarà sempre più un fattore critico di successo ovvero un servizio sempre più high touch”.
In tema di ampliamento di organico, Deutsche Bank crede molto nella crescita interna. “Oltre a far crescere i nostri migliori consulenti del segmento di clientela affluent (inserendoli anche in piani formativi ad hoc per poter consentire loro di affrontare nel migliore dei modi il passaggio al ruolo del private banker), nell’ultimo anno abbiamo investito, e continueremo a farlo, in giovani colleghi di talento che, iniziando nel ruolo di junior nei nostri centri private, hanno modo di imparare la futura professione grazie allo stretto contatto quotidiano con i colleghi senior e tramite esperienze dirette sul campo”, afferma il responsabile.
“In termini di assunzioni di professionisti dal mercato, stiamo procedendo con inserimenti mirati nelle piazze che offrono il maggiore potenziale di sviluppo in termini di business adottando un approccio di grande attenzione e scrupolosità nella selezione”, conclude Periti.