Petrolio e dollaro: due variabili da tenere sotto controllo

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London Commodity Markets, Flickr, Creative Commons

Ridurre l'offerta nel mercato sembra l'idea principale sul tavolo di Vienna, alla riunione delle dodici nazioni dell’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC). In attesa di capire se la decisione sarà effetivamente questa, i fenomeni speculativi sono dietro l'angolo. Al momento il prezzo del petrolio si attesta attorno ai 63 dollari per il Brent e 58 dollari per il WTI (Bloomberg). I prezzi erano scesi all’inizio dell’estate per toccare il punto più basso dell’anno nel mese di giugno ma da quel momento hanno subito un’impennata: le quotazioni del Brent hanno avuto una variazione del +45% e quelle del WTI del +35%. L’OPEC perciò vuole tagliare l’offerta del petrolio per non fermare  proprio la crescita dell’oro nero. Il segretario generale Mohammed Barkindo conferma che tutti i Paesi sono d’accordo con l’estensione della riduzione dell’offerta nel mercato fino a marzo 2018. Questo significa che, durante questo periodo, il mercato del petrolio sarà più volatile che mai.

Per Nick Leung, research analyst di WisdomTree, “la curva dei future sul petrolio sempre più in backwardation e il recente rialzo dei prezzi non solo hanno dimostrato la bontà della decisione dell’OPEC di limitare l’offerta, ma stanno anche incoraggiando altri Paesi produttori a partecipare ai tagli alla produzione”. Il petrolio per la prima volta dal 2014 si trova in backwardation, con i contratti futuri che risultano meno costosi di quelli del mese più vicino. Infatti lo scenario dei future in backwardation dimostra che gli operatori si sono già mossi in anticipo, prevedendo una riduzione della fornitura del greggio in futuro, spingendo i prezzi al rialzo.

Da tenere monitorato è anche il prezzo del dollaro. Le valutazioni del petrolio sono influenzate nel breve periodo anche dalla moneta americana. Questo perché le quotazioni del petrolio sono espresse in dollari. Tra i due c’è una relazione inversa: se il dollaro si apprezza, il valore del petrolio scende. Secondo il bollettino mensile redatto del team global fixed income, currency and commodities del gruppo J.P. Morgan Asset Management, “Il posizionamento degli investitori sul dollaro statunitense la settimana scorsa è rimasto nel complesso invariato ma i nostri indicatori sia interni che esterni segnalano un netto aumento degli acquisti nelle ultime settimane. In parallelo sono aumentate anche le posizioni corte sulla duration statunitense”. Tuttavia dal bollettino si evince che il dollaro sul lungo periodo potrebbe perdere terreno rispetto all’euro, che sarà invece sostenuto dall’eccellente bilancia dei pagamenti dell’UE. Importante è far notare che se il dollaro si apprezzasse sull’euro più di quanto si deprezzassero le quotazioni del petrolio, questo significherebbe un aumento dei costi di acquisto della materia prima per l’Unione Europea.

I fondi Azionari settore energia con Marchio Funds People 

Tra i fondi azionari settore energia troviamo due prodotti con Marchio Funds People. Il primo è l'Eurizon Azioni Energia e Materie Prime con doppio rating BC. Il comparto investe in strumenti finanziari nel settore energetico e nelle materie prime: principalmente gli investimenti sono in azioni denominati in dollari USA, ma anche in valuta (yen, euro e sterline). La selezione dei titoli è fatta sulla base dell’analisi variabili macroeconomiche, sull’analisi fondamentale e strategica delle singole società con l’obiettivo di identificare quei titoli che, rispetto alla categoria, forniscono le migliori prospettive di crescita. Il fondo può fare anche operazioni di equity asset swap che hanno per oggetto titoli di singoli emittenti o indici finanziari a scopo sia di copertura dei rischi sia con obiettivi di arbitraggio.

Il secondo prodotto è il Mediolanum Energy Challenge Equity Fund, che può vantare del rating Blockbuster. È un prodotto di diritto irlandese che ha come obiettivo principale l'accrescimento del capitalene medio-lungo periodo. Il portafoglio è investito soprattutto in azioni globali legate al settore energetico e industriale: petrolio, gas, elettricità e energie rinnovabili. Il fondo normalmente investe in azioni ma il gestore ha la flessibilità di modificare l’asset allocation, riducendo l’esposizione e investendo in strumenti a reddito fisso. Questo permette al gestore di proteggere le posizioni e sfruttare le opportunità di mercato.