Pioneer: è la politica fiscale a dover scendere in campo nel 2015, non le banche centrali

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"L'area euro si muove su microcli e non riesce ad acquisire il ritmo di crescita necessario per far fronte alla progressiva accumulazione del debito" dice Monica Defend, head of Global Asset allocation Research di Pioneer Investments. "La BCE potrebbe provare ad innescare un percorso virtuoso di crescita con un ulteriore esperimento di allentamento quantitativo ma saranno le politiche fiscali a fornire la soluzione nel medio-lungo termine. Infatti in questo momento un QE non sarebbe utile, sarebbe "come innaffiare i sassi, l'erba non cresce se non c'è terreno fertile". Intanto le banche centrali stanno prendendo tempo garantendo volumi di liquidità adeguati a preservare la stabilità finanziaria e a crare terreno fertile per i mercati finanziari.

Per quanto riguarda i tassi americani, "ci aspettiamo un graduale rialzo nella seconda metà dell'anno" spiega Matteo Germano, global head of Multi Asset Investments della SGR, "ma non come un trend persistente e comunque non oltre i 50 bp". In uno scenario come quello attuale, che dovrebbe registrare nel corso del 2015 un prezzo medio del petrolio pari 85 dollari, "i nostri portafogli multiasset potrebbero aumentare la protezione contro il rischio di storni improvvisi puntando sull'azionario europeo in antagonismo a quello USA, con una preferenza per i settori difensivi e le strategie dividend yield, e su Cina, India e Giappone in Asia, ha aggiunto Germano.

Per quanto riguarda le prospettive per il 2015, gli esperti di Pioneer ritengono che la crescita globale si attesterà intorno al 3,5% e che la stabilità dei sistemi paese sarà supportata da nuove iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali. Affinché tali misure possano avere un effetto benefico di lungo termine è "necessario che tale liquidità venga trasmessa all'economia reale da un deciso intervento di politica fiscale" ribadisce Monica Defend. "Indecisioni, rallentamenti o disaccordi su questo piano potrebbero avere conseguenze significative e costituiscono, insieme al rischio geopolitico, il vero elemento di rischio al nostro scenario", conclude.

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