Più azioni e dollaro nei portafogli di UBI Pramerica

Fabrizio_Fiorini
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La recente correzione dei mercati rappresenta più un’occasione d’acquisto che un segnale di preoccupazione. Ne è convinto il team investimenti di UBI Pramerica SGR, guidato da Fabrizio Fiorini, che parla di un quadro macroenomico a livello mondiale molto positivo. Per gli esperti il 2018 “avrà una connotazione diversa dal 2017, ovvero di stabilizzazione della crescita sui livelli massimi”, dicono. Inoltre la recente volatilità dei mercati azionari non deve destare preoccupazione. Anzi. “Il ridimensionamento di un’aspettativa di inflazione al rialzo con effetti negativi, ciò che ha generato i movimenti di mercato in questo inizio d’anno, e il rafforzamento delle aspettative di una crescita economica forte portano, a nostro avviso, ad un approccio costruttivo rispetto alla recente dinamica dei mercati”, affermano gli analisti. “Le scelte strategiche mantenute sui nostri prodotti appaiono coerenti con questo approccio e si sono tradotte in un incremento dell’investimento azionario e dell’esposizione al dollaro e nel mantenimento di un sottopeso in termini di duration sul portafoglio obbligazionario”.

Secondo la società di gestione, la ragione degli acquisti sul mercato azionario è da ricondurre prevalentemente alla conferma dei fondamentali positivi e alle aspettative per un ritorno assoluto positivo in un contesto di crescita degli utili. “Il rialzo dei rendimenti, però, riduce le prospettive di ulteriore accelerazione della crescita, ridimensionando le aspettative degli investitori sugli indici azionari; per l’anno in corso le nostre attese sono, pertanto, per una crescita degli indici inferiore a quella dell’anno passato”, precisa il team investimenti Che poi aggiunge: “per quanto concerne lo scenario relativo ai tassi, riteniamo che essi, pur essendo destinati ancora a salire, abbiano già fatto un movimento notevole verso l’alto e che il prossimo movimento in questo senso dovrebbe avvenire soltanto verso fine anno. Pertanto, appare ragionevole il mantenimento di un sottopeso moderato di duration ma senza eccedere perché non ci sono segnali di eccessivi rialzi dei tassi nel corso dell’anno”.

Rischi in vista sotto controllo

Volgendo lo sguardo agli eventuali rischi al nostro scenario, le elezioni politiche italiane hanno premiato i partiti più populisti ma nessuna delle coalizioni ha la maggioranza necessaria per  formare un governo. Una coalizione tra le forze maggiormente populiste, poi, sembra al momento altamente improbabile. “Un Parlamento ‘ingessato’ non è necessariamente una soluzione ‘market unfriendly’, che possa cioè impaurire i mercati. Rimane il rischio che un eventuale governo di minoranza o di larghe intese possa trovare convergenza su alcuni temi (politica fiscale, pensioni, ecc…) e deviare dalla traiettoria di rientro del debito pubblico”, dicono gli esperti. “In questo caso potrebbe verificarsi un allargamento del premio richiesto per l’investimento in titoli di stato italiani. Al contrario, una soluzione di governo moderata e che non metta a rischio le riforme effettuate potrebbe portare maggiori investimenti sul Paese Italia”.

Altro elemento d’incertezza riguarda invece la politica oltreoceano e i dazi che l’amministrazione Trump ha applicato ad alcuni settori e nei confronti di alcuni Paesi. “Se dovesse verificarsi una vera guerra commerciale, l’impatto sarebbe sicuramente negativo per la crescita globale e anche per l’economia americana. Il mercato non sembra credere a questa ipotesi e le eventuali schermaglie che si stanno susseguendo non dovrebbero essere in grado di deragliare la fase di crescita economica che stiamo sperimentando. La nostra idea è che al momento non si stia prefigurando lo scenario più negativo”.