Precoce ma prudente, così è l’investitrice italiana

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Non è vero che è poco avvezza alla gestione del risparmio, anzi ci arriva prima della sua controparte maschile potendo contare sullo stesso livello di educazione finanziaria, e tende a focalizzarsi sugli obiettivi di lungo termine. Sono questi i primi elementi che emergono dall’analisi condotta da Moneyfarm sul proprio database di clienti e supportata da un sondaggio svolto con l’istituto inglese YouGov* per tracciare il profilo dell’investitrice italiana.

Di norma, le donne italiane hanno una prospettiva più conservativa che le porta a essere meno propense al rischio rispetto agli uomini sul versante degli investimenti finanziari (grafico 1). Solo il 21% delle intervistate, rispetto al 38% degli uomini, infatti, si qualifica come investitrice ad alto profilo di rischio. Il 52% delle partecipanti si è collocata nella fascia intermedia (rischio basso) a fronte del 48% degli uomini, mentre nella categoria ‘nessun rischio’ i dati restituiscono un 26% femminile contro un 14% maschile. In altre parole, circa il 79% delle donne sostiene di avere una propensione al rischio medio bassa.

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Le scelte delle investitrici tra i sei portafogli offerti da Moneyfarm confermano questi dati. Secondo quanto disposto dalla normativa MiFID, la società di consulenza sottopone un questionario ai nuovi clienti, prima che questi comincino a investire, per valutare i fattori che influenzano la loro propensione al rischio. Solo dopo, gli viene suggerito il portafoglio più adatto. Il grafico 2 mostra che la concentrazione nelle due fasce più conservative (1 e 2) si attesta al 15,6% per le donne mentre per gli uomini si ferma all’8,9%. Al contrario, il 38,6% degli uomini si è orientato verso le due soluzioni di risparmio più aggressive rispetto al 28,6% delle donne (la percentuale intermedia è bilanciata).

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Come spiegare, dunque, la minor inclinazione al rischio delle donne in materia di investimenti? Secondo Paolo Galvani, presidente e cofondatore di Moneyfarm, “la risposta risiede nell’approccio agli investimenti. L’universo femminile sembra presentare una propensione più marcata alla protezione del risparmio rispetto a quella del guadagno”. Un atteggiamento che, per l’esperto, ha a che fare con la tendenza a investire per garantirsi stabilità nel futuro, piuttosto che per raggiungere obiettivi di consumo nel medio termine. Tra i principali motivi per investire indicati dalle intervistate, emergono ai primi posti la tutela del proprio futuro finanziario (62%) e quello dei figli (40%).

In definitiva, dunque, il profilo finanziario femminile che emerge dall’indagine Moneyfarm è quello di un’investitrice prudente, attenta alla protezione del capitale e impegnata a garantire un futuro economico più stabile per sé stessa e per i propri cari.

Investitrici più giovani

Tra gli investitori di Moneyfarm, le donne sono mediamente più giovani degli uomini: l’età media, infatti, è di 43 anni contro i 47 delle persone di sesso maschile. Nel dato hanno un particolare peso le giovani professioniste in età compresa tra i 30-40 anni, in proporzione in quantità superiore agli uomini. Questo quadro conferma che la necessità di operare una corretta pianificazione finanziaria è ormai prerogativa delle generazioni più giovani, qualcosa di assolutamente nuovo rispetto al passato, quando si pensava che la gestione finanziaria nell’ambito familiare fosse appannaggio del marito. “Oggi le giovani professioniste, e non solo, abbracciano la necessità di tutelarsi finanziariamente in maniera indipendente tanto quanto gli uomini, scegliendo soluzioni di lungo termine”, ha aggiunto Galvani.

*Il sondaggio è stato condotto da YouGov Plc per conto di Moneyfarm su un campione di 1,003 adulti. Il questionario è stato effettuato online tra il 24 febbraio 2017 e il 1 marzo 2017. I risultati sono rappresentativi della popolazione italiana adulta.