Prezzo dell'oro: mini crash o calo endemico?

2757491724_30d653bd26_o
foto flickr: erin williamson, creative commons

L'allarme è scattato lo scorso lunedì mattina: l'oro è crollato di oltre il 4%, portando il Bloomberg Commodity Index ai minimi. Martedì 21 luglio la perdita è stata limitata, ma il giorno dopo il lingotto ha di nuovo ceduto oltre l'1%. Le materie prime, e particolarmente i metalli, da settimane soffrono una continua correzione. Il lingotto segna una serie negativa da record e in molti ormai si aspettano che il suo prezzo continui a scendere fino sotto la soglia di 1000 dollari. Un calo che, se accadesse, sarebbe la prima volta dal 2009.

Secondo Massimo Siano, head of Southern Europe per ETF Securities, bisogna assolutamente tenere a mente un prezzo: 1145 dollari l'oncia. "Questo prezzo è importante perché rappresenta l’ultimo grande acquisto di una Banca centrale per questo metallo in un paio di settimane. L’India infatti comprò nel novembre 2009 l’oro a quel prezzo medio per oltre 403 tonnellate dal Fondo monetario internazionale. Da allora molte cose sono cambiate, il sentiment del mercato sembra essere diverso. Il mercato dal 2009 fino alla settimana scorsa ha sempre visto il prezzo del metallo giallo sopra il suddetto livello ed ogni qualvolta si avvicinava ricomprava pensando all’intervento di una Banca centrale per l’incremento di riserve auree. Siccome l’incremento di riserve auree non è avvenuto il fatidico punto di 1145$ l’oncia si è rotto trasformandosi adesso da supporto a resistenza. ETF Securities ha visto un incremento di afflussi sull’ETC short sull’oro negli ultimi giorni”.

Anche per Lyxor AM le prospettive auree non sono scintillanti. La situazione delle commodities, così come quella del metallo giallo in particolare, si è deteriorata, fanno sapere dal team di Cross Asset Research di Lyxor. E per una serie di motivi: da una parte le banche centrali hanno smesso di accomulare oro, dall'altra la domanda asiatica si sta indebolendo, infine il rialzo dei tassi da parte della Fed potrebbe portare il dollaro ad apprezzarsi e di conseguenza far scendere ulteriormente il prezzo dell’oro. "In Lyxor crediamo che il prezzo dell’oro sia molto vulnerabile durante questa fase in cui il mercato è orientato verso gli asset più rischiosi e che sia fortemente esposto alle politiche monetarie di normalizzazione della Fed del prossimo semestre, che porteranno un potenziale apprezzamento del dollaro e un incremento degli yield obbligazionari. Riteniamo inoltre che la situazione corrente, che presenta un’inflazione perfettamente benigna – anche se da rettificare al rialzo – non è ancora di alcun supporto all’oro come bene rifugio contro le minacce dell’inflazione. Abbiamo corretto lo scorso mese la nostra posizione di lungo termine sull’oro da neutrale a underweight e rafforziamo questa posizione per la situazione economica attuale".