Primo anniversario dall'annuncio del ‘tapering'

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foto: autor rgomez74, Flickr, creative commons

Sono trascorsi 12 mesi dal discorso che pronunciò Ben Bernanke il 22 maggio 2013, con un suggerimento che ha rivoluzionato i mercati: la possibilità di iniziare a ritirare gli stimoli quantitativi all'economia degli Stati Uniti data la sua maggiore forza. Questo è stato il fattore scatenante di una fase di vendite massive nella quale la fixed income è stata protagonista a suo modo del cosidetto “sell in may and go away”. Un anno dopo, Funds People ha chiesto ad alcune società di gestione,  italiane ed internazionali,  circa le loro reazioni al cambio di discorso della Federal Reserve e circa le prospettive di investimento nel reddito fisso in un prossimo futuro.

Un anno niente male per la fixed income

La verità è che, nonostante il periodo grigio vissuto la scorsa estate,  gli esperti consultati concordano sul fatto che il reddito fisso nel suo complesso sia andato abbastanza bene negli ultimi 12 mesi. Come sottolinea Garret Walsh, head of  credit risk presso Pioneer Investments, l’obbligazionario europeo corparate con investiment grade è andato molto bene, con un rendimento del 5% per l’indice BofA Merrill Lynch EMU Corporates Large Cap. "L'ultimo anno si è caratterizzato per combinazione dell’effetto positivo per tecnico (con una buona raccolta ) e dalla forza dei bilanci societari e finanziari, che ha fornito un solido supporto alle valutazioni e ha aumentato i prezzi (riducendo così gli spread)". A questo si è aggiunto, secondo l'esperto, una forte ricerca di rendimento da parte degli investitori a reddito fisso, rallentando la " big rotation".

Scott Service, gestore di fondi del team di globale fixed income di Loomis Sayles & Company, una società controllata da Natixis Globale AM, ha osservato da parte sua che “lo high yeald si è comportato decisamente bene durante gli ultimi 12 mesi". Durante questo periodo, osserva che l’indice Barclays US HY ha generato un rendimento totale del 6,05% su base annua, con un eccesso di rendimento del 7,21% rispetto ai treasuries, mentre il Pan-Euro HY ha generato un rendimento del 10,5% e un eccesso di rendimento del 10,07% nello stesso periodo. "Nonostante un breve slancio verso la qualità sperimentato all'inizio di quest'anno dovuto alla volatilità nei mercati emergenti, la ricerca di rendimenti continua in questo ambiente di tassi bassi", aggiunge.

Adrian Bender, specialista senior di prodotto di global fixed income di Amundi spiega che, per ora, il mercato obbligazionario ha fatto affidamento sui deludenti dati macro a livello mondiale, soprattutto negli Stati Uniti a causa dell'impatto avverso avuto sul PIL, facendo retrocedere così il bond americano a dieci anni fino al 2,5%. L'indice Barclays Global Aggregate ha accumulato un aumento di circa il 3,5% nel corso dell'anno. Dopo i forti deflussi del 2013 e del primo trimestre del 2014, l’obbligazionario emergente da segnali di ripresa. E, cosa più importante: "con sorpresa di tutti, le obbligazioni hanno sovraperformato le azioni. Ê questo il dato più sorprendente, visto il massiccio consenso a favore dell’equity rispetto alla fixed income", dice.

Opinione in controtendenza

L'unica società che mostra un parere divergente è Franklin Templeton Investments: "In generale, il mercato obbligazionario si è comportato male. Guardando al core (USA e Germania), nonostante il rally del 2014, la redditività è quasi nulla nell'ultimo anno. Per quanto riguarda il reddito fisso emergente invece, gli esperti dell’entità assicurano che il comportamento è stato negativo in generale ma positivo se è stato selettivo”.