Private banking, più asset reali e prodotti alternativi nei prossimi tre anni

Andrea Ragaini News
Andrea Ragaini, foto ceduta (AIPB)

Mille miliardi entro il 2024. È questa la stima delle masse in gestione del settore private. Secondo l’associazione italiana private banking il segmento a fine 2022 guadagnerà 949 miliardi, per poi passare a superare i mille tra due anni, grazie a una crescita media annua attesa per il biennio del 6,8 per cento. Il dato emerge a margine della XVIII edizione del Forum del Private Banking, evento che si è svolto mercoledì 23 novembre a Milano presso Palazzo Mezzanotte. Non solo. Secondo la ricerca, condotta dall’associazione insieme a Bain & Company, il settore è in fase di significativa trasformazione: nuovi clienti (più generazione Y e Z), nuovi prodotti (oltre 58% degli AuM sarà investito in prodotti innovativi entro il 2030), nuove dinamiche di profittabilità, nuovi modelli di lavoro.

Più asset reali e alternativi

Come spiega Andrea Ragaini, presidente AIPB, in conferenza stampa, la crisi finanziaria ha accelerato la domanda di asset reali e alternativi da parte dei clienti, con conseguente necessità di sviluppo di nuove competenze da parte dei private banker. Per quanto riguarda gli investimenti in private markets il fenomeno è in crescita per il terzo anno consecutivo (+54% nel solo 2021 per un totale masse di 6,3 miliardi).

Fonte: AIPB.

Il peso nei portafogli medio del private banking è ancora marginale (0,62%), tuttavia si rilevano significative differenze tra i diversi operatori a cui corrispondono previsioni di crescita nel corso dei prossimi tre anni, che portano a superare l’1% del portafoglio (per il 71% degli operatori che hanno risposto alla survey di AIPB), mentre il 23% degli operatori si arriverà a superare il 3 per cento.

Fonte: AIPB.

Inoltre, i tassi di riferimento in crescita favoriscono un ribilanciamento dei portafogli verso il comparto obbligazionario. Abbastanza polarizzate, invece, le aspettative degli operatori sulla liquidità: se da una parte le tensioni inflazionistiche spingono a diminuirne il peso in portafoglio, dall’altra è possibile che in un momento di tensione sui mercati al contrario si aumenti, anche se solo temporaneamente, la quota di liquidità nel portafoglio in attesa di migliori opportunità di investimento.

Tre parole chiave

Guardando al futuro del settore, sono tre i concetti su cui il presidente dell’associazione si sofferma: fiducia, innovazione e protezione. Il tratto distintivo della fiducia, guadagnata nel tempo attraverso ascolto e attenzione ai bisogni, è frutto della vicinanza continua nella gestione dei patrimoni per l’83% dei clienti. La capacità di innovazione del settore è riconosciuta come un punto di forza dall’88% delle famiglie private, che considerano distintiva l’offerta di soluzioni di investimento sempre all’avanguardia per ampiezza e personalizzazione. Un’attività accompagnata dallo sviluppo della diversificazione degli strumenti e da un allungamento degli orizzonti temporali di investimento, che ha favorito la protezione dalla volatilità dei mercati dei patrimoni nel tempo, valore centrale per l'86% dei clienti.

“Guardiamo al futuro consapevoli della solidità del nostro modello di business e della capacità del private banking di rispondere alle nuove sfide che ci attendono in un mondo in profonda evoluzione economica, culturale e sociale”, dice Ragaini. “Dovremo continuare a lavorare con impegno per preservare la fiducia guadagnata nel tempo, trasferendola alle future generazioni di clienti e proseguire nel percorso di innovazione di servizio e di prodotto, sviluppando anche nuove soluzioni per rispondere al bisogno di protezione sempre più presente nei nostri clienti. Sono certo che l’industria saprà vincere queste sfide e continuare a crescere con il senso di responsabilità che da sempre caratterizza un settore che ha come scopo quello di preservare una risorsa strategica per il Paese come il risparmio delle famiglie”.