Private equity, il processo di selezione di Pictet Alternative Advisors

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Maurizio Arrigo, head of Private Equity, Pictet Alternative Advsors

Il private equity sta assumendo un ruolo sempre più importante nell’allocazione strategica di investitori privati di fascia alta e istituzionali. Pictet Alternative Advisors è la divisione dedicata all’asset class mercati privati del Gruppo svizzero. Gestisce oggi 29 miliardi di dollari statunitensi di cui 9,5 miliardi in hedge funds, 3,9 miliardi in real estate mentre 15,5 miliardi sono riferibili al comparto private equity guidato da Maurizio Arrigo. In circa 30 anni di attività Pictet Alternative Advisors si è impegnata in più di 150 fondi di private equity e ha partecipato a 155 co-investimenti.

“Puntiamo a individuare i gestori di private equity best in class, con cui costruire relazioni proficue e durature. Il processo di due diligence è estremamente rigoroso. Il team d’investimento incontra ogni anno più di 600 gestori di fondi e arriva a raccomandare non più di 10/15 fondi all’anno. Il processo di due diligence comprende un esame a tre livelli: qualitativo, quantitativo e operativo/giuridico, con molteplici sfaccettature”, spiega Arrigo.

Di seguito i principali aspetti considerati dal team di Pictet Alternative Advisors:

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Fonte: Pictet Alternative

“Nel corso della nostra due diligence”, specifica inoltre il manager, “la performance di ciascun gestore viene analizzata in ogni singolo componente per comprendere le fonti di creazione di valore a livello sia del fondo che delle imprese sottostanti”. “Vogliamo assicurarci che gli investimenti vengano effettuati solo nei gestori coinvolti attivamente nella gestione delle imprese acquisite e in grado di realizzare miglioramenti operativi nelle stesse lavorando al fianco del rispettivo management. L’incontro di persona con i gestori esistenti e potenziali costituisce un momento essenziale del nostro processo di due diligence. Investire nel private equity è soprattutto un problema di conoscenza delle persone. In una classe di attività per sua natura illiquida, è cruciale avere la massima convinzione riguardo alle capacità e all'esperienza degli interlocutori con cui Pictet instaura partnership e nei quali investe. Questo tipo di tranquillità può essere ottenuta solo nel tempo, dopo diverse riunioni e colloqui con i partner del fondo. Effettuiamo inoltre diversi passaggi aggiuntivi (controllo delle referenze, analisi della provenienza e del track record degli executive, visite onsite, due diligence commerciale e operativa, ecc.)”, argomenta nel dettaglio l’esperto.

La gamma Monte Rosa

Pictet Alternative Advsors ha creato la gamma Monte Rosa nel 2008 con l’obiettivo di offrire il private equity a un universo di clienti più ampio. Tra gli investitori vi sono fondi pensione, istituti finanziari, fondazioni, family office e HNWI. L’ultimo prodotto arrivato a closing Monte Rosa V ha raccolto oltre 1 miliardo di dollari statunitensi. Investirà prevalentemente in fondi di buyout nordamericani ed europei e in minor misura in altre regioni (ad es. Cina, Australia e mercati emergenti) e altre strategie (venture capital, growth e turnaround). Circa il 20% del patrimonio verrà impiegato in co-investimenti e in transazioni di mercato secondario. Al momento della chiusura, il programma aveva impegni di capitale per il 50%. “Le dimensioni del fondo sono 1,5 volte quelle del suo predecessore, che avevamo chiuso nel 2017”, specifica Arrigo. “La raccolta di capitali rappresenta un successo importante per Pictet, che ci posiziona tra i leader nel settore del private equity globale, con la capacità di attrarre sia clienti con patrimoni elevati sia investitori istituzionali tradizionali”, conclude.