Secondo gli esperti di Arcano Partners l’attuale scenario di mercato di tassi più elevati dovrebbe sostenere le transazioni secondarie, spingendo i volumi di questo mercato a livelli record.
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Continua a crescere l’appetito per il private equity secondario. L’asset class alternativa è sempre più nel mirino degli investitori che ne apprezzano i benefici di diversificazione, riduzione della volatilità e capacità di generare rendimenti interessanti per i portafogli. Inoltre, il comparto gode di una particolare attrattiva nell’attuale contesto di tassi alti e incertezza economica che sta penalizzando il mercato primario, con il 2023 che è stato uno degli anni più complessi di sempre per il private equity. “Il fine delle operazioni secondarie è proprio la ricerca di liquidità in fasi difficili per i mercati. Ecco perché questa asset class ha conosciuto un significativo sviluppo durante la grande crisi finanziaria del 2008”, spiega Marina Boccadifuoco, head of Wholesale, Business Development di Arcano Partners.
La casa di gestione, rappresentata nel mercato italiano dalla Managing Director Italy Paule Ansoleaga Abascal, vanta una forte expertise nei mercati privati. Forte di questa competenza ha incontrato ieri la stampa a Milano per una masterclass sul private equity secondario, approfondendone le caratteristiche e soffermandosi sulle opportunità nell’attuale contesto di mercato.
Potenziale di crescita in tempi di scarsa liquidità
Dalla crisi del 2008 è il private equity secondario è cresciuto di cinque volte, superando costantemente i 100 miliardi di dollari di transazioni all'anno negli ultimi tre anni. In particolare, nel 2023, secondo gli analisti di Jefferies, i volumi dei deal dei secondari globali sono cresciuti del 4% a 112 miliardi, un dato che rende quello scorso il secondo anno più attivo di sempre. “Tuttavia, il volume annuale delle transazioni secondarie rappresenta solo l'1% circa degli asset di private equity in gestione, offrendo ulteriore spazio per la crescita futura”, spiega Boccadifuoco.
“Oggi i fondi di private equity hanno un valore di oltre 3.000 miliardi di dollari in più di 26.000 società, il 25% delle quali è nei portafogli dei fondi da più di sei anni e dovrebbe essere presto dismesso. Nonostante ciò, l’aumento dei tassi di interesse ha portato a finanziamenti minori disponibili e a costi maggiori, con le operazioni di M&A e le IPO che hanno registrato un calo sostanziale dei volumi”, dice Boccadifuoco.
“Date le restrizioni alle vie di uscita tradizionali che si prevede persisteranno nel prossimo futuro, le transazioni secondarie sono emerse come un'interessante soluzione alternativa per fornire liquidità agli investitori del fondo (Limited Partner o LP)”, sottolinea Gonzalo Eguiagaray, managing director, Private Equity and Member of the Investment Committee di Arcano Partners, l’esperto della casa di gestione che ha condotto la masterclass. “Inoltre, i General Partner (GP, i gestori del fondo) stanno ora utilizzando il mercato secondario per ricapitalizzare gli investimenti dei fondi precedenti in nuovi veicoli. Si tratta delle transazioni cosiddette GP-led, un segmento che oggi rappresenta il 50% del volume del secondario globale e circa il 10% di tutte le vendite di private equity nel 2023”, dice.
Vantaggi per gli investitori
Chi sceglie di investire in questa asset class ha un accesso immediato ad un portafoglio di fondi di private equity con un’elevata diversificazione per vintage, strategia, settore, gestore e fase di investimento. Inoltre, si entra in una fase più avanzata del ciclo di vita del fondo, generalmente a sconto rispetto all’ultima valutazione. L'analisi della volatilità, dei rendimenti e del loss ratio a livello di settore conferma che i fondi secondari di private equity presentano uno dei profili di rendimento corretti per il rischio più interessanti, soprattutto se confrontati con il private equity diretto. Ad esempio, negli ultimi 30 anni solo l'1% dei fondi secondari maturi ha avuto rendimenti netti inferiori a 1 volta, mentre questo numero sale rispettivamente a circa il 10%, il 15% e il 25% nel caso dei fondi di buyout, growth e venture capital, secondo i dati pubblicati dal provider di data research Preqin.
Il contesto attuale
Con tassi previsti elevati nel tempo, le attività di exit dei private equity continueranno ad essere più difficili in un contesto di liquidità limitata per gli investitori, in particolare di quelli in fondi private equity. Arcano Partners si aspetta inoltre che aumentino significativamente il numero e il volume di partecipazioni di LP in arrivo sul mercato e che i GP continuino a ricorrere a transazioni GP-led come alternativa agli exit tradizionali. “L’incertezza persistente dovrebbe infine favorire una ricerca di qualità garantendo un pricing interessante e spingendo i volumi dei secondari quest’anno sui livelli record intorno ai 140 miliardi di dollari”, concludono da Arcano.