Quali danni può provocare l’eccessiva liquidità nel mercato?

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Giorgio Fata

Il lavoro svolto dalle Banche centrali è stato importantissimo. Parlando dell’Europa gli attuali livelli di rendimento dei titoli di stato ci hanno fatto dimenticare troppo in fretta in quali condizioni si trovava l’Italia nel 2011, o casi ancora più critici del recente passato come la Grecia ed il Portogallo.

“Come ricordato da Draghi, ora che la l'Europa gode di un certo grado di stabilità, la palla passa ai singoli stati, soprattutto quelli che godono di un surplus di bilancio, per attuare le opportune politiche fiscali che stimolino la crescita e creino le condizioni affinché l’enorme massa di liquidità immessa nel sistema si trasferisca all’economia reale”, spiega Alessandro Viviani, responsabile Advisory di BIM. “Nel frattempo il supporto monetario della BCE resta fondamentale, anche a rischio di una “giapponesizzazione” dell’economia europea”.

Secondo Davide Raimondo, responsabile Gestioni Patrimoniali di Banca Reale, è chiaro che l’iniezione di liquidità a supporto dell’economia è stata fino a oggi fondamentale, “ci troviamo però in un territorio inesplorato e sarebbe adesso auspicabile il supporto di politiche fiscali adeguate. Un potenziale effetto collaterale potrebbe derivare dal fatto che gli investitori, alla ricerca disperata di rendimento, siano spinti a correre rischi ai quali non sono abituati”.

L’eccessiva liquidita in quanto tale non è un problema, il problema è il protrarsi di questa situazione straordinaria. “Oggi non sono stati ancora raggiunti i target di inflazione e ci domandiamo se mai più lo saranno in futuro visto i trend strutturali di fondo inerenti come l’evoluzione demografica”, fa notare Marco Pelissero, head of Portfolio Managers di Banca Patrimoni Sella&C. “Di fatto non c’è stata una reale trasmissione all’economia reale degli stimoli monetari implementati negli ultimi dieci anni, almeno per quanto riguarda l’Europa: non so se mai si potrà tornare a un pre 2008 se non, come già suddetto, tramite una politica fiscale marcatamente espansiva in grado di fare realmente ripartire il ciclo e di conseguenza surriscaldare il livello dei prezzi a livello globale”.

Anche secondo Fulvio Martina, senior fund manager di Ersel, la liquidità sul mercato non si è trasmessa all’economia reale ed è rimasta sul sistema finanziario, ma è ancora indispensabile. “Oggi la FED sta cercando di monitorare le parti del credito più delicate con rischi di surriscaldamento. Gli eventuali tentativi di normalizzazione hanno poi avuto nel 2018 effetti negativi sul mercato. Sarebbero fondamentali politiche fiscali espansive ma spesso si agisce solo  quando c’è veramente un grosso rischio e non ci sono azioni preventive: se guardiamo ad esempio al 2011 che si è agito solo quando c’è stato un alto rischio del break up dell’euro”.