Quali società si spartiscono la gestione dei mandati degli investitori istituzionali italiani

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Pawel Czerwinski (Unsplash)

Uno spaccato sul mondo della gestione nel panorama degli investitori istituzionali. È quanto offre il Nono rapporto di Itinerari Previdenziali “Investitori istituzionali italiani: iscritti risorse e gestori per l’anno 2021” presentato a Milano il 6 settembre. La ricerca, come ogni anno, fornisce dati sia in merito alle entità che compongono l’universo degli istituzionali, sia per quanto riguarda società e operatori che con tali entità si interfacciano. Sono 343 gli investitori istituzionali operativi a fine 2021 (associazioni e fondazioni), erano 365 nel 2020, e la riduzione è di 166 unità rispetto al 2011. Nel dettaglio, a oggi, sono presenti in Italia 86 fondazioni di origine bancaria, 20 casse professionali privatizzate, 33 fondi negoziali, 204 fondi preesistenti. A questi si aggiungono le casse e i fondi di assistenza sanitaria integrativa (stabili a 321). Nel 2021 si è confermato un fenomeno attivo già negli anni precedenti che riguarda la riduzione dei fondi preesistenti (-22). Nel settore privato, compagnie di assicurazione e PIP contano 112 unità (dei 72 PIP, poco meno della metà è chiusa al collocamento).

Il patrimonio degli investitori istituzionali (fondazioni bancarie, casse privatizzate, fondi preesistenti, fondi negoziali e assistenza sanitaria integrativa) è passato dai 142,85 miliardi di euro del 2007 ai 282,97 miliardi del 2021 (+98%). Rispetto al 2020 l’incremento è stato di 13,13 miliardi (+4,87%), dei quali 115 miliardi sono affidati a gestori professionali tramite mandati (in aumento rispetto ai 105 miliardi del 2020 e ai 95 del 2019) e ulteriori circa 96 miliardi (erano 89 nel 2020, 86 nel 2019 e 52,9 miliardi l’anno precedente) investiti direttamente da questi investitori istituzionali in OICR, FIA, ETF e polizze; in totale, tra diretti e indiretti gli investimenti affidati a gestori professionali ammontano a 211 miliardi contro i 196 del 2020. Il patrimonio del cosiddetto welfare privato (fondi aperti, PIP nuovi e vecchi, e compagnie di assicurazione) ammonta a 704,64 miliardi.

I primi cinque gestori per mandati di gestione

In base ai dati aggiornati al 2021 la classifica dei gestori vede la conferma di Eurizon Capital in testa alla classifica sia per numero di mandati (63) sia per masse gestite (quasi 12 miliardi). BlackRock con 15 mandati e 10 miliardi di AuM scalza dalla seconda posizione Amundi, che va sul terzo gradino del podio con 52 mandati per 9 miliardi di AuM. Stabili in quarta e quinta posizione State Street e Credit Suisse che vedono crescere le risorse in gestione. I primi cinque gestori raccolgono il 40% del totale affidato in gestione dagli investitori istituzionali.

Fonte: Itinerari Previdenziali.

I primi cinque gestori assicurativi

La classifica dei primi cinque gestori assicurativi, che complessivamente raccolgono oltre il 95% del totale investito in polizze e gestioni separate, vede l’ingresso di Fideuram Vita tra le prime posizioni (andando a superare Aviva). Si conferma al primo posto Generali Italia con 11 miliardi di AuM (il 41,56% del mercato); seguono Allianz con 6,7 miliardi (quota di mercato pari al 25%) e Unipol che gestisce 6,4 miliardi (con una quota che sfiora il 24%). Da sole, le prime tre posizioni raccolgono il 90% del totale.

Fonte: Itinerari Previdenziali.

FIA, OICR ed ETF

Sul fronte degli investimenti in FIA, Itinerari Previdenziali evidenzia come nella classifica dei gestori pesino molto le risorse investite in fondi immobiliari da parte delle Casse di previdenza: le prime cinque società sono infatti SGR immobiliari e detengono circa il 40% del totale investito in FIA. Nella classifica OICR i primi due gestori, Quaestio e Fondaco, ricoprono un peso rilevante (insieme oltre il 30% del mercato) per effetto delle risorse affidate da alcune grandi Fondazioni. Per quanto riguarda gli ETF, invece, i primi cinque gestori hanno in mano circa l’88% del totale delle risorse investite. iShares guida la classifica con 1,28 miliardi di AuM e una quota di mercato pari a poco meno del 40 per cento.

Fonte: Itinerari Previdenziali.