Ragionare con “adeguatezza” per far fronte alle sfide della fund selection

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Giorgio Fata

Una delle domande che molti analisti fund selector si pongono nello svolgimento del proprio lavoro quotidiano è quanto, prima della selezione di un fondo, questi debbano entrare in dettaglio nell’analizzare l’attuale contesto macroeconomico e geopolitico, come afferma Filippo Valvona, fund selector di Amundi SGR, in occasione della round table organizzata da Funds People con tre dei più esperti fund selector del risparmio gestito italiano: “Quando seleziono un determinato fondo, devo essere in grado di capire anche quale sarà la risposta di questa soluzione di investimento all’attuale contesto macroeconomico”, commenta Valvona. 

L’esperto fa sapere come, dal punto di vista strategico, da Amundi continuano a restare positivi sui cosiddetti “risky asset”, dato che, sebbene ci siano stati segnali di rallentamento della crescita economica, questi “non dovrebbero impedire agli utili aziendali di crescere per tutto il 2018 e per la prima parte del 2019, creando così uno scenario ancora favorevole per i mercati”. In termini geografici, a detta del fund selector, se l’alta volatilità vista in maggio sui mercati emergenti dovesse persistere, potrebbero iniziare a presentarsi interessanti “buy opportunity”, prestando però molta attenzione alla forza del dollaro e ad eventuali rischi idiosincratici. “Se guardiamo al breve periodo, rimaniamo positivi sull’azionario, anche se siamo molto selettivi, in quanto secondo noi in Europa ci sono grandi aree che offrono opportunità di guadagno, ma che sono ancora in una fase di ribilanciamento. Dopo il mercato direzionale degli ultimi anni, la crescente volatilità e l’aumento dei tassi fanno pensare ad una non lontana conclusione del ciclo”, spiega Valvona.

La ricerca di opportunità senza restrizioni di aree geografiche e valute sta alla base del processo di investimento di Azimut Capital Management SGR, come spiega Claudio Catalani, Advisory Desk specialist della società. “In un’ottica di portafoglio, l’investitore Italiano deve considerare come ‘core’ il mercato Euro (sulle diverse asset class) e quello USA (soprattutto per l’azionario). Tuttavia, serve sottolineare che essendo l’economia mondiale sempre piùinterdipendente, a volte preferiamo fare scelte settoriali forti su scala globale piuttosto che sovrappesare singole aree geografiche. Le dinamiche geopolitiche impattano sulle scelte di asset allocation e in questo senso poi ricadono sul processo di selezione. Attualmente il rischio politico in Europa  è la variabile che preoccupa maggiormente, restiamo anche vigili sulle politiche commerciali americanee su una loro eventuale ricaduta negativa su scala globale”, dichiara lo specialist. 

Le sfide della fund selection

Secondo Catalani, la sfida principale del settore rimane sempre la ricerca di rendimento per l’investitore. “Con il movimento secolare di discesa dei tassi avviato a concludersi, raggiungere questo obiettivo su portafogli a prevalente contenuto obbligazionario diventa davvero complicato”, afferma l’esperto.  

Infine, con alle spalle un ventennio di attività nel settore, Paolo Biamino, responsabile manager Selection di Euromobiliare AM SGR, sottolinea come nel tempo si siano viste diverse fasi di mercato anche più complesse di questa, fase in cui “la maggiore fonte di preoccupazione sembrano essere la compressione dei rendimenti attesi sulle principali asset class ed i rischi connessi con la normalizzazione della politica monetaria USA”. 

Inoltre, Biamino puntualizza come siamo in una fase di mercato in cui il costo dell’hedging è ai massimi storici, col rischio di cambio che risulta elevato. “Il grosso delle masse investite in Italia sono fondi obbligazionari. Noi rimaniamo positivi nella maggior parte delle asset class, poi bisogna capire dove investire. Sono solito definire la selezione dei gestori e dei fondi un’attività artigiana, e mi piace pensare che sia ‘sufficiente’ lavorare a regola d’arte per provvedere un buon universo investibile ai miei colleghi. Non c’è un solo modo per fare selezione di fondi e probabilmente neppure un modo migliore, è però importante mantenere viva la propria curiosità, non smettere mai di imparare dai propri errori e adattare il proprio processo alle mutate condizioni del mercato e dell’industria. Non dobbiamo mai dimenticare di ragionare per ‘adeguatezza’, ovvero selezionare fondi che siano più consoni alla struttura dei nostri portafogli e alla sensibilità della nostra azienda su di un ampio ventaglio di tematiche di rischio, dalla concentrazione di portafoglio all’utilizzo di strumenti derivati”, conclude il manager.