Reddito fisso dei mercati emergenti: parlano i gestori del GS Emerging Markets Debt

Angus Bell News
Angus Bell, immagine concessa (GSAM)

Il fondo Goldman Sachs Emerging Markets Debt è una strategia con Rating FundsPeople 2023 che investe in titoli a reddito fisso di tutti i tipi di emittenti dei mercati emergenti. Punta a sovraperformare l'indice JP Morgan EMBI Diversified dell'1,5-2% lordo annuo con un tracking error del 2-3% annuo. Il fondo si avvale dell'esperienza di Goldman Sachs AM nei mercati emergenti per garantire che le sue idee più convinte si riflettano nei portafogli. "Riteniamo che il fondo possa generare rendimenti superiori nel tempo attraverso un processo d'investimento attivo, ad alta intensità di ricerca e gestione dal rischio, che cerca di sfruttare le inefficienze del mercato in modo coerente", sottolineano Angus Bell e Benjamim Trombley, gestori del portafoglio.

A loro avviso, sono tre i fattori che rendono questo fondo diverso o distinto dalle altre strategie presenti nella categoria del reddito fisso emergente. "Primo: siamo uno dei gestori con il più lungo track record nella gestione del debito emergente con un approccio olistico in tutte le sottoclassi: sovrano, societario, debito in valuta locale e valute. Secondo: abbiamo uno dei più grandi team di debito emergente, con gli stessi fondatori fin dal lancio. E terzo: utilizziamo un modello di rischio proprietario basato su fattori", rivelano.

Posizionamento attuale

Attualmente il fondo è sottopesato nel debito societario investment grade e sovrappesati nel credito con rating BB. "Siamo cautamente ottimisti sul credito sovrano dei mercati emergenti, ma restiamo selettivi sul credito in difficoltà", spiegano. Il giudizio sul credito è costruttivo, in quanto ritengono che la solvibilità sia solida e che i costi del servizio del debito estero siano gestibili nel prossimo periodo. Inoltre, sono costruttivi sulle prossime elezioni e sul fatto che i partiti elettorali hanno dichiarato di voler tagliare i sussidi al carburante.

Dal punto di vista geografico, sono sovrappesati in Messico. "A nostro avviso, è improbabile che il credito venga declassato da investment grade, visti i solidi conti con l'estero e la rigorosa politica fiscale, su cui il presidente continua a impegnarsi. Il Messico dispone inoltre di un quadro di politica monetaria credibile, basato su un tasso di cambio flessibile e su obiettivi di inflazione che contribuiscono a minimizzare gli squilibri esterni e delle partite correnti", spiegano i gestori.

Per contro, sottopesano il Brasile, nonostante i recenti miglioramenti del suo bilancio fiscale. "Riteniamo che i premi al rischio siano limitati dopo l'annuncio della presidenza di Luiz Inácia Lula da Silva". Sottopeso anche per le Filippine, l'Arabia Saudita e il Qatar, dal momento che reputano che le valutazioni siano relativamente basse. Tuttavia, di recente hanno partecipato ai mercati primari di alcuni di questi crediti per approfittare di nuove concessioni di emissione.

View di mercato

Per i mercati emergenti, i segnali di disinflazione hanno attenuato i timori di una nuova stretta monetaria aggressiva, mentre la riapertura della Cina e i rischi di recessione in Europa hanno sostenuto la crescita. Di conseguenza, gli asset a reddito fisso, come il credito asiatico e le obbligazioni societarie dei mercati emergenti, hanno reagito positivamente a gennaio.

"Le revisioni al rialzo in Cina aumentano le aspettative di crescita dei mercati emergenti per il 2023. Tuttavia, i mercati emergenti, esclusa la Cina, rimangono relativamente invariati. Nel complesso, la disinflazione e il miglioramento delle prospettive di crescita globale dovrebbero lasciare spazio ai tagli dei tassi dei mercati emergenti, a patto che il dollaro rimanga più debole", analizzano.

Prospettive

In prospettiva, il team continuerà ad analizzare i rischi geopolitici e i cicli di rialzo dei tassi delle banche centrali, nonché l'effetto della politica dei mercati sviluppati sui mercati emergenti. "Gli indicatori di crescita si sono rivelati più forti del previsto, riducendo la probabilità di una recessione degli Stati Uniti nel breve termine. Anche l'eurozona ha meno probabilità di subire una recessione, dato il calo sostenuto dei prezzi del gas naturale in Europa e l'inflazione più bassa".

In Cina, la ripresa ha registrato una forte accelerazione nei settori sensibili a Covid, dando una svolta al sentiment dei mercati emergenti in generale. In America Latina, invece, si continua a prestare attenzione alle tensioni sociali e alla polarizzazione diffusa.

"Da un punto di vista tecnico, il rally dei mercati emergenti ha portato a forti afflussi nei fondi focalizzati su questo universo, al ritmo più veloce dall'inizio del 2021. Inoltre, le società riflettono solidi fondamentali autonomi e dati tecnici di supporto, con finanziamenti negativi e una leva finanziaria storica bassa. Riteniamo pertanto che la dislocazione dei Paesi e delle società rappresenti un'opportunità per la gestione attiva di sovraperformare", concludono.