Secondo l’ultimo Global Risks Report del World Economic Forum l'aumento del costo della vita è la principale preoccupazione a breve termine, il fallimento della mitigazione del cambiamento climatico quella di lungo termine.
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Un presente segnato da una tensione alle stelle per l'emergenza inflazione e per la catastrofe che può derivare dall’insuccesso nel contrastare il cambiamento climatico. È uno scenario a tinte fosche quello descritto dall’ultimo Global Risks Report del World Economic Forum sui rischi globali del 2023, che esorta i Paesi e i leader mondiali a collaborare in modo più efficace per evitare un ulteriore deterioramento di un quadro geo economico mondiale già altamente compromesso da guerra, crisi energetica e pandemia.
L’indagine del Forum economico mondiale, giunta alla diciottesima edizione e realizzata in collaborazione con Marsh McLennan e Zurich Insurance Group, si basa sulle opinioni di oltre 1.200 esperti di rischi globali, policy maker e leader del settore. Secondo lo studio di quest’anno, l'aumento del costo della vita è il principale rischio a breve termine, mentre il fallimento della mitigazione del cambiamento climatico e delle misure di adattamento è la maggiore preoccupazione a lungo termine.
Rischi profondamente interconnessi
“I conflitti e le tensioni a livello geoeconomico hanno innescato una serie di rischi globali profondamente interconnessi. Tra questi rientrano le crisi di approvvigionamento dell'energia e dei generi alimentari, che probabilmente continueranno nei prossimi due anni, e il forte aumento del costo della vita e del debito pubblico”, si evince dal report. “Al contempo, queste crisi rischiano di compromettere gli sforzi volti ad affrontare i rischi a lungo termine, in particolare quelli legati al cambiamento climatico, alla biodiversità e agli investimenti nel capitale umano”, spiegano dal WEF.
Al momento, la pandemia globale e la guerra in Europa hanno riportato in primo piano le questioni della crisi energetica, dell'inflazione, della crisi alimentare e della sicurezza. E questo, secondo lo studio del WEF, crea rischi conseguenti che domineranno i prossimi due anni: il rischio di recessione, la crescita dell’indebitamento, l'aumento persistente del costo della vita, la polarizzazione delle società a causa della disinformazione, la sospensione del rapido intervento sul clima e la guerra geoeconomica a somma zero. “Se il mondo non inizierà a collaborare in modo più efficace per la mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento allo stesso, nei prossimi 10 anni il riscaldamento globale continuerà ad aumentare e si arriverà a un collasso ecologico”, avvertono.
Crisi ambientale e rivalità geopolitiche
Non sorprende che sei dei principali rischi sul lungo termine sono di natura ambientale: l'incapacità di mitigare il cambiamento climatico e di adattarsi ad esso, le catastrofi naturali, la perdita di biodiversità e il degrado ambientale rappresentano cinque delle dieci preoccupazioni principali, con la perdita di biodiversità considerata uno dei rischi globali maggiormente in rapido deterioramento nel prossimo decennio.
Parallelamente, sottolineano dall’organizzazione con sede a Ginevra, la leadership guidata dalle crisi e le rivalità geopolitiche rischiano di creare un disagio sociale senza precedenti, complice l’ulteriore erosione della coesione sociale dovuta alla riduzione degli investimenti in sanità, istruzione e sviluppo economico. “Le tensioni crescenti rischiano non solo di aumentare la corsa geoeconomica agli armamenti, ma anche di alimentare il processo di rimilitarizzazione, soprattutto sfruttando le nuove tecnologie e gli attacchi informatici”, sottolinea lo studio.
“I prossimi anni saranno caratterizzati da difficili compromessi per i governi, che si trovano ad affrontare preoccupazioni concorrenti per la società, l'ambiente e la sicurezza”, spiegano dal WEF. “I rischi geoeconomici a breve termine stanno già mettendo a dura prova gli sforzi per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni e hanno evidenziato un divario tra ciò che è scientificamente necessario e ciò che è politicamente accettabile”, continuano.
Perciò, per limitare le conseguenze del riscaldamento del pianeta, l’organizzazione internazionale esorta i Governi e i leader mondiali a collaborare per evitare il nascere di una "rivalità per le risorse" e ad accelerare drasticamente l'intervento collettivo sulla crisi climatica. “Senza un cambio di traiettoria, i Paesi vulnerabili potrebbero raggiungere uno stato di crisi perpetuo in cui sono incapaci di investire nella crescita futura, nello sviluppo umano e nelle tecnologie verdi”, concludono dal WEF.