Russia-Ucraina: cosa devono aspettarsi gli investitori dall'escalation del conflitto?

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Serge Kutuzov, foto concessa (Unsplash)

Vi erano grandi speranze che il conflitto tra Russia e Ucraina potesse essere risolto diplomaticamente. Ma dopo il riconoscimento da parte del Cremlino dell'indipendenza del Donbas e l'intervento militare di Mosca, sembra che questo non sarà possibile. E questo apre una prospettiva molto incerta su molti fronti.

"Gli investitori devono affrontare un possibile scenario che include la guerra, l'aumento del prezzo del petrolio e quindi un'inflazione più alta, una crescita inferiore e delle politica monetarie più restrittive in Occidente, in un momento in cui le banche centrali stanno cercando di aggiornarle al nuovo contesto", riconosce James Athey, chief investment officer di abrdn.

Per l'esperto, ciò che complica davvero la situazione e la rende potenzialmente più dannosa è il potenziale loop di feedback negativi tra l'escalation delle tensioni nel Donbas e il prezzo del petrolio, che è un fattore chiave dell'inflazione nel mondo occidentale. "In queste condizioni, non è sorprendente che il valore delle azioni stia appassendo", riconosce. E che alcune materie prime aumentino di valore.

"L'oro, piatto dal giugno 2021, ha ritrovato il suo status di bene rifugio per scambiare brevemente sopra la soglia dei 1.900 dollari, così come altri metalli come il palladio o il ferro, e le materie prime agricole (grano, fertilizzanti), esportate dalla Russia o dall'Ucraina", osserva Axel Botte, stratega globale di Ostrum AM, un'affiliata di Natixis IM. Nel frattempo, i prezzi del petrolio stanno aumentando e il prezzo al barile si avvicina ai 100 dollari.

Sviluppi sui mercati dei titoli di Stato

Botte avverte anche che "negli Stati Uniti, il premio per il rischio geopolitico del dollaro si sta leggermente sgonfiando mentre la curva dei rendimenti si irrobustisce. Nel contempo "le azioni europee sono crollate, portando a un ulteriore allargamento degli spread del credito". La spiegazione di quest'ultimo aspetto secondo l'esperto, sta nel fatto che "le preoccupazioni degli investitori si sono tradotte in un aumento della volatilità implicita e in grandi acquisti protettivi nei derivati di credito".

E non sono solo le azioni a sperimentare un'alta volatilità, ma anche le obbligazioni. Cumulativamente, i cali di quest'anno sono significativi. Il rendimento del Treasury USA a due anni ha iniziato l'anno allo 0,73% e ora si trova all'1,30% (+57 punti base), mentre il rendimento a 10 anni è passato dall'1,52% all'1,91% (+39 punti base). "Questo rappresenta un appiattimento verso il basso di 18 punti base", dice George Curtis.

Il gestore di TwentyFour AM, una boutique di proprietà di Vontobel AM, sottolinea anche che la retorica di inasprimento della BCE ha spinto il rendimento dell'obbligazione decennale tedesca dal -0,18% di inizio anno allo 0,21% di oggi.

E sul mercato del credito

Le obbligazioni societarie investment grade in dollari e in sterline hanno subito forti perdite, tornando rispettivamente a -4,2% e -5,2% da inizio anno, mentre gli indici high yield in dollari e sterline hanno sovraperformato di 110 pb e 284 pb, tornando a -3,1% e -2,3% da inizio anno.

Le obbligazioni societarie europee si stanno dimostrando più resistenti. "Con un -2,9% da inizio anno, l'IG europeo ha registrato perdite più contenute, dato che l'indice ha una duration inferiore di circa tre anni rispetto agli equivalenti in dollari e sterline, anche se ha sottoperformato l'indice high yield in euro, che ha reso -2,75% da inizi anno ad oggi", nota Curtis. E per l'esperto, l'attuale debolezza potrebbe continuare nel breve termine.

La politica monetaria della BCE, un fattore chiave

Molti esperti vedono la politica monetaria della BCE come un fattore chiave. Uno di loro è Gilles Moëc. Secondo il capo economista di AXA Investment Managers, nell'attuale contesto geopolitico, l'autorità monetaria europea sarà uno degli attori principali nell'affrontare le conseguenze di una maggiore tensione con la Russia, che si rifletterebbe in prezzi dell'energia ancora più alti. Ma avverte: "lo spazio di manovra per adattarsi a uno shock geopolitico tramite la politica monetaria sembra particolarmente ristretto".

Secondo l'esperto, le attuale indicazioni prospettiche della BCE unite alla sensazione che sia pronta ad accelerare il suo graduale tapering, rende molto probabile un aumento dei tassi nel corso dell'anno. "Questo è quasi certo", dice. Secondo lui, Christine Lagarde aspetterà fino a dicembre 2022 per iniziare il rialzo dei tassi, e si fermerà quando avrà portato a zero il tasso di deposito.