Il CIO della società sottolinea l'importanza della combinazione di strumenti quantitativi e del giudizio umano per differenziarsi in un mercato dominato dall'indicizzazione.
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Dal 1° gennaio di quest'anno Michel Saugné ha assunto la carica di chief investment officer di La Financière de l'Échiquier. Con questa nomina ha consolidato la sua leadership dopo aver ricoperto il ruolo di co-gestore con Olivier de Berranger dalla fusione di Tocqueville Finance con LFDE nell'aprile 2024.
Saugné è attualmente a capo di un team di investimento altamente specializzato nella gestione conviction-driven a Parigi, composto da oltre 50 gestori di fondi e analisti, organizzati in 15 aree di competenza. Questi professionisti coprono un'ampia gamma di classi di attività, stili, temi e regioni, consentendo a LFDE di adattarsi meglio alle esigenze dei clienti e ai cambiamenti del mercato.
Con un'esperienza di oltre due decenni nella gestione degli investimenti, Saugné affronta le sfide del suo ruolo con una visione chiara: combinare strumenti quantitativi e giudizio umano, differenziarsi in un mercato dominato dall'indicizzazione e promuovere una cultura del talento basata sulla responsabilità e sulla condivisione delle idee.
Dal suo arrivo, ha guidato un approccio in cui la diversificazione, la selezione dei titoli e l'adattabilità sono fondamentali. Raggiunto da FundsPeople, Saugné condivide la sua prospettiva sugli sviluppi del mercato, sul ruolo dell'intelligenza artificiale nella gestione patrimoniale e sulle sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi anni.
Un mercato che richiede differenziazione
Per Saugné, la polarizzazione del mercato dell'asset management è evidente: “Da un lato, ci sono i grandi operatori che offrono prodotti indicizzati a basso costo. Dall'altro lato, ci sono i gestori attivi che cercano di fornire un valore differenziato attraverso strategie specializzate. LFDE si posiziona in questo secondo gruppo, concentrandosi sulla selezione meticolosa dei titoli e sulla gestione attiva per cogliere le opportunità nei mercati poco esplorati”.
Saugné sottolinea che i mercati sono stati dominati da pochi titoli: “Il 2023 e il 2024 sono stati anni caratterizzati dalla concentrazione dei Magnifici 7”. In questo contesto, il professionista raccomanda una strategia di selezione alla ricerca di solide storie di crescita al di fuori dei settori tradizionali.
Intelligenza artificiale e strumenti quantitativi
LFDE ha rafforzato il suo team quantitativo, una mossa che riflette la crescente importanza della tecnologia nella gestione degli investimenti. “La combinazione di strumenti quantitativi e giudizio umano è fondamentale. Non crediamo nell'automazione totale, ma nell'integrazione con le competenze dei gestori”, spiega.
Un esempio di questa filosofia è l'uso di algoritmi per individuare le tendenze del mercato. “I nostri strumenti ci permettono di identificare le parole chiave emergenti nei risultati aziendali, anticipando i possibili cambiamenti del ciclo”, afferma. Tuttavia, insiste sul fatto che il valore del gestore risiede nella sua capacità di interpretare questi dati e prendere decisioni informate.
L'importanza del talento nella gestione attiva
Una delle sfide più grandi per l'esperto è la gestione dei talenti all'interno di LFDE. La sua visione è chiara: “Il mio compito è garantire che il talento venga espresso al massimo delle sue potenzialità. La gestione patrimoniale non è solo analisi, ma anche istinto, esperienza e fiducia nella convinzione di investire”.
Per favorire questa dinamica, ha implementato riunioni regolari in cui i gestori presentano idee di investimento in cinque minuti. “Se un gestore non riesce a spiegare un'idea d'investimento in cinque minuti, forse l'idea non è poi così buona”, afferma. Questo formato mira a incoraggiare la condivisione delle conoscenze e a garantire che le decisioni di investimento siano il risultato di un processo collaborativo.
“Abbiamo la capacità di adattarci a qualsiasi geografia, tema o intensità ESG. La nostra forza sta nella convinzione e nella capacità di attrarre e trattenere i talenti”, commenta Saugné. Un approccio che, in un mercato sempre più polarizzato, potrebbe fare la differenza.
Prospettive e sfide del settore
Guardando al futuro, Saugné individua diverse sfide chiave. La democratizzazione dei mercati alternativi è una tendenza in crescita, ma mette in guardia dai suoi rischi: “L'illiquidità di alcuni asset non è sempre compatibile con l'investimento retail. Abbiamo assistito a situazioni in cui le strategie immobiliari offerte come altamente liquide si sono rivelate problematiche in tempi di stress”, spiega.
Sulle criptovalute, la sua posizione è netta: “È un fenomeno speculativo. C'è troppo denaro facile sul mercato, che alimenta bolle come quella dei criptoasset”. Per Saugné, la vera innovazione nel settore finanziario richiede una combinazione di tecnologia, regolamentazione e trasparenza, e questo è ciò a cui si assisterà nel prossimo decennio.