Schroders, lo scenario dell’obbligazionario europeo in vista del nuovo anno

James Ringer, co-gestore del fondo Schroder ISF EURO Bond

“Il focus al momento è sui rapporti debito/PIL dei Paesi periferici. Sebbene siano elevati, la BCE è impegnata a mantenere bassi i costi di finanziamento e la Commissione Europea sta chiudendo un occhio sui deficit di bilancio in modo che i governi nazionali possano continuare a spendere per sostenere le loro economie. I lockdown sono indotti dai governi e quindi ci aspettiamo che gran parte degli schemi di supporto per le aziende e l’occupazione resteranno attivi finché necessario”.

James Ringer, co-gestore del fondo Schroder ISF EURO Bond, prodotto con doppio rating  Blockbuster (B) e Consistente (C) FundsPeople, parte dal quadro dei governativi per tracciare un bilancio del 2020 del mercato europeo con uno sguardo su quanto potrà accadere nel 2021.

Le sfide affrontate negli ultimi mesi sono state senza precedenti, ma, sottolinea l'esperto, l’azione di politica monetaria e fiscale è stata determinante per mantenere sotto la soglia di allarme la preoccupazione dei mercati relativa all’indebitamento dei governi.

Quali comparti preferire

“Tra gli emittenti sovrani, distinguiamo due sottogruppi”, analizza Ringer:

  1. “I Paesi che all’inizio della crisi avevano bilanci solidi e margine per allentare di molto le politiche fiscali. Si tratta soprattutto delle economie nordeuropee come Germania, Austria e Olanda. I titoli di questi Paesi continueranno ad essere considerati come asset safe haven nonostante l’aumento del rapporto debito-PIL. Se confrontati con i dati globali, il rapporto debito-PIL tedesco del 77% è comunque molto basso, rispetto ad esempio a quello britannico o statunitense che sono entrambi attorno al 100%;
  2. I Paesi che invece avevano un rapporto debito-PIL già elevato e percepito come insostenibile. Il PEPP della BCE, il programma SURE e i prestiti e la garanzia ulteriore del Fondo salva-Stati hanno cambiato la percezione dei mercati e per questo consideriamo attraenti queste obbligazioni. Un esempio è il debito italiano”.

Al là del debito governativo, i titoli delle istituzioni europee sovranazionali e delle agenzie rappresentino un’opportunità interessante, secondo il co-gestore del fondo Schroder ISF EURO Bond. “Ci aspettiamo che l’aumento delle emissioni ampiamente previsto sarà ben supportato dalla BCE in futuro. La maggior parte di questi emittenti offrono rendimenti superiori rispetto alle obbligazioni core e semi-core avendo tuttavia una differenza di rating minima. Per di più, un numero crescente di questi emittenti sta utilizzando i green bond, il cui ricavato viene tipicamente investito i progetti sostenibili e socialmente responsabili, cosa che ovviamente apprezziamo dal punto di vista ESG”, afferma.

“Infine”, aggiunge, “prediligiamo la fascia high yield (HY) rispetto a quella investment grade (IG) e ci aspettiamo un’ulteriore compressione degli spread in questo mondo affamato di rendimenti. Uno dei nostri temi di investimento attuali è la transizione da politiche monetarie a fiscali, che a nostro avviso consente di spostarsi dai trade basati sulla liquidità agli asset più ciclici. Infatti, crediamo che la crescente attenzione verso aree come le infrastrutture green, con multipli elevati, permetterà agli asset ciclici come i bond HY di sovraperformare rispetto agli asset obbligazionari liquidi come i bond IG”.

“Le agenzie di rating”, completa relativamente all’andamento dei downgrade nel credito corporate, “si sono mosse piuttosto rapidamente con questa volta, quindi il rischio di ulteriori declassamenti da qui in avanti è relativamente basso per questa fase del ciclo rispetto alle recessioni passate”.

Come cambia la gestione

“Durante la crisi ci siamo resi conto che l’efficacia della duration come protezione dalle fasi di risk-off è diminuita e per questo la costruzione del portafoglio ha assunto un’importanza ancora maggiore”, rivela Ringer sulle valutazioni operate dal team di gestione nel corso del 2020 . “Puntiamo a creare portafogli robusti che siano espressione delle nostre convinzioni macroeconomiche, ma che abbiano anche le dovute salvaguardie in caso ci dovessimo sbagliare. Ciascun tema prevede degli indicatori chiari che segnalano quando il tema ha perso forza e, laddove non sono disponibili delle compensazioni, cerchiamo di esprimere la ciclicità attraverso opzioni di cui conosciamo il downside o adottiamo un livello di rischio più basso”, conclude.