Scolari (Ascosim): "Con MiFID II passeremo da una logica di prodotto ad una proposizione di servizio al cliente"

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Il primo scoglio è stato superato: la MiFID II è legge. La prossima data da tenere sott'occhio è il prossimo 3 gennaio, giorno in cui entrerà in vigore la nuova Direttiva. Ma l'industria fiannaziaria italiana è davvero pronta? "Molti operatori fanno a gara nel dichiararsi 'pronti' ad affrontare il nuovo contesto regolamentare", commenta Massimo Scolari, presidente di Ascosim. "La mia opinione che il 3 gennaio 2018 non rappresenti un punto di arrivo ma più propriamente un punto di partenza. Al netto delle necessarie iniziative che devono essere assunte al fine di garantire la conformità alle norme alla data del 3 gennaio, si tratta dell’avvio di un processo di trasformazione nel quale l’industria finanziaria dovrà dimostrare la capacità di passare da una logica di prodotto ad una proposizione di servizio al cliente".

Nel ricordare che la MiFID II si prefigge lo scopo di accrescere la protezione degli investitori, sul medesimo solco già tracciato dalla precedente Direttiva, entrata in vigore nel 2007, Scolari sottolinea che "la nuova regolamentazione approfondisce gli obblighi di trasparenza e di correttezza nei confronti del cliente nella prestazione dei servizi di investimento". Per l'esperto gli elementi più positivi della nuova regolamentazione si ritrovano nella maggiore trasparenza dei costi ed oneri applicati alla clientela e nella disciplina degli incentivi che devono essere ricondotti al miglioramento della qualità del servizio al cliente. Alcuni aspetti negativi sono probabilmente dovuti alle inevitabili mediazioni e compromessi che una normativa europea contiene dovendosi applicare a contesti di mercato eterogenei.

"Lo sviluppo della consulenza in materia di investimenti, in particolare se prestata con modalità di indipendenza, nonché la maggiore trasparenza dei costi porterà ad una maggiore domanda di prodotti finanziari con commissioni più contenute", avverte Scolari. "E’ prevedibile che i margini dell’industria finanziaria, sia dal lato della produzione che della distribuzione, subiranno una compressione".

Un nuovo modo di fare consulenza
Sebbene la maggior parte delle reti e delle banche hanno già fatto capire che resteranno fedeli al loro modo di operare, Scolari è fiducioso circa lo sviluppo della consulenza su base indipendente, una delle principali novità portate dalla MiFID II. "Lo sviluppo di questa tipologia di consulenza dipenderà anche dall’informazione che verrà fornita alla clientela sia da parte degli intermediari che dai media specializzati. Credo che sia importante che agli investitori sia fornita la possibilità di una libera scelta sul modello di consulenza da utilizzare". E continua: "Gli sviluppi futuri del mercato della consulenza saranno sicuramente segnati da una maggiore diffusione di servizi digitalizzati (robo-advisor) e dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale. Il modello di remunerazione si dovrà di conseguenza adattare. La sfida più importante dei consulenti finanziari è quella di riuscire a coinvolgere una platea sempre più ampia di risparmiatori, soprattutto delle giovani generazioni".