Screening ESG, in Italia 9 fondi su 10 sono esposti ad attività “controverse”

Green news
Martin Longin (Unsplash)

Il 2021 ha segnato una serie di eventi fondamentali per il risparmio sostenibile. Basti citare la data del 10 marzo, quando è entrata in vigore la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) che ha imposto un riposizionamento dell’investimento in chiave ambientale, sociale e di governance (ESG). Altre azioni sono in corso d’opera, si muovono da tempo non soltanto le istituzioni europee e le Esas (le autorità di controllo), ma anche gli organismi internazioni come i PRI e UnepFI e le normative nazionali dei diversi Paesi. I numeri che arrivano dal mondo finanziario sono una conferma del movimento in atto. A livello internazionale, i dati del report 2021 della Global Sustainable Investments Alliance (GSIA) rilevano come all'inizio del 2020, gli investimenti sostenibili globali abbiano raggiunto i 35.300 miliardi di dollari nei cinque principali mercati indagati dalla ricerca (Europa, USA, Canada, Nuova Zelanda e Australia, Giappone), con un aumento del 15% negli ultimi due anni (2018-2020) e del 55% negli ultimi quattro anni (2016-2020). Secondo i dati Assogestioni, nel terzo trimestre 2021 le masse totali dei fondi gestiti secondo principi sostenibili e responsabili in Italia hanno superato i 361 miliardi di euro, con la maggior parte delle masse indirizzata verso prodotti articolo 8 (326 miliardi) e un incremento generale di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Il nodo greenwashing

L’aumento dell’interesse vede però anche l’allargamento delle zone d’ombra. Un tema che sta particolarmente a cuore alle diverse realtà che monitorano l’andamento del settore è, ad esempio, quello del greenwashing. Nel 2017 i Principi per l’investimento sostenibile delle Nazioni unite avevano avviato una review sui propri aderenti puntando, appunto, alla mancata adesione ai requisiti dei firmatari. Revisione portata avanti con l’iscrizione di oltre 160 società in una lista di controllo e culminata con la cancellazione di cinque sottoscrittori dei PRI nel 2020. L’allineamento a criteri di sostenibilità, d’altronde, mette in campo diversi fattori e le divergenze anche in sede di definizione delle attività da considerarsi “green” per la Tassonomia europea ne sono un esempio.

Un green non così brillante

Secondo un’analisi diffusa da FE Fundinfo, effettuata sui dati resi disponibili dalla piattaforma proprietaria YourSRI, il 90,21% dei fondi comuni italiani avrebbe delle posizioni in settori come l’alcol, il tabacco e componenti per sistemi di armamento. La ricerca è stata condotta su 235 fondi domiciliati in Italia e si è concentrata sulla valutazione delle controversie, ossia degli investimenti dei fondi in aree di business “moralmente controverse”. Per questo motivo, fanno sapere dalla società, “sono stati analizzati fondi azionari, obbligazionari e bilanciati, presenti su yourSRI e domiciliati in una delle seguenti giurisdizioni: Germania, Svizzera, Spagna, Italia o Francia”. Perché un fondo fosse inserito nell’indagine, i dati dovevano risalire agli ultimi 12 mesi e almeno il 60% del portafoglio deve essere valutabile in termini di fattori ESG. I dati dell’analisi utilizzano rating ESG di MSCI per fornire una maggiore trasparenza e comparabilità a livello di fondo e permettere agli investitori di comprendere e misurare meglio le caratteristiche ESG dei fondi.

Stallo nucleare

Il tema nucleare è quello che si rivela come più controverso. Insieme al gas naturale, l’energia prodotta dalle centrali atomiche è stata inserita tra le fonti energetiche utilizzate per la transizione green all’interno della Tassonomia europea sulle attività “verdi”. Un dettaglio che ha ricevuto forti pressioni (in particolare da due Paesi: Francia e Polonia) e forti critiche (soprattutto dalla Germania). I lavori sulla green taxonomy non sono ancora conclusi, ma il nucleare come “esposizione controversa” è comunque la fonte energetica più comune nell’industria italiana dei fondi, secondo la rilevazione di FE Fundinfo: l’83,83% dei fondi ha posizioni in società che possiedono o gestiscono impianti di energia nucleare (con un peso medio in portafoglio pari al 2,43%). A seguire, il 66,81% è esposto a imprese che generano oltre il 5% dei ricavi annuali dalla produzione di bevande alcoliche (con un peso medio dell’1%) e il 65,96% a società che conseguono più del 5% dei ricavi annuali da armamenti e relativi componenti, sistemi di supporto e servizi (con un peso medio dello 0,89%). Tra le altre esposizioni significative dei fondi vi sono società coinvolte nella produzione di organismi geneticamente modificati (61,70%) e fabbricanti di prodotti a base di tabacco (49,79%).

Percentuale di fondi con esposizione a settori controversi

 ItalyEquityBondMixed Assets
Any Involvement90,21%95,31%76,47%96,12%
Count of 01_adult0,43%0,00%0,00%0,97%
Count of 02_alcohol66,81%82,81%29,41%81,55%
Count of 03_gambling_op45,53%40,63%26,47%61,17%
Count of 03_gambling_supp37,45%29,69%30,88%46,60%
Count of 04_genetic_engineering61,70%57,81%45,59%74,76%
Count of 05_tobacco49,79%51,56%30,88%61,17%
Count of 06_landmines2,13%1,56%0,00%3,88%
Count of 07_cluster_munitions29,79%32,81%8,82%41,75%
Count of 08_weap_biochemical_components0,00%0,00%0,00%0,00%
Count of 09_weap_system_components65,96%79,69%36,76%76,70%
Count of 10_weap_civil32,34%29,69%13,24%46,60%
Count of 11_nuclear_power_util83,83%84,38%70,59%92,23%
Count of 12_nuclear_power_supp17,45%6,25%16,18%25,24%
Fonte: FE Fundinfo.

La suddivisione per asset

Suddividendo i fondi per tipo di asset, risulta che il 96,12% dei fondi bilanciati ha almeno un certo coinvolgimento in questi settori, rispetto al 95,31% dei fondi azionari e al 76,47% dei fondi obbligazionari.

Percentuale del peso medio in portafoglio

ItalyEquityBondMixed Assets
Overall Exposure_sum4,605,963,424,38
Average of 01_adult0,000,00
Average of 02_alcohol1,001,550,580,76
Average of 03_gambling_op0,250,400,400,15
Average of 03_gambling_supp0,260,380,360,16
Average of 04_genetic_engineering0,861,101,020,68
Average of 05_tobacco0,590,750,700,47
Average of 06_landmines0,000,000,00
Average of 07_cluster_munitions0,160,300,020,11
Average of 08_weap_biochemical_components 
Average of 09_weap_system_components0,891,240,610,75
Average of 10_weap_civil0,120,300,050,06
Average of 11_nuclear_power_util2,432,792,102,40
Average of 12_nuclear_power_supp0,100,020,130,10
Fonte: FE Fundinfo.

“Nel mondo molto soggettivo dell’investimento ESG, i dati mostrano che in un’economia moderna può essere estremamente difficile evitare alcuni settori che potrebbero non essere naturalmente in linea con l’insieme dei principi ESG”, è la riflessione di Paolo De Vito, head of Business Development (Italia) di FE fundinfo. “È quindi molto importante che gli investitori ricevano i dati e gli strumenti per comprendere il significato dei rating ESG e che conducano le loro ricerche, in modo da far corrispondere appieno i loro investimenti ai loro valori”.