Scutti (Banca Finnat): “Le due aree di intervento nella fund selection, processi strutturati e integrazione ESG”

Davide Scutti
Foto Stefano Sacchi per FundsPeople

“La ricerca di processi sempre più strutturati e la definizione di un metodo di lavoro disciplinato, per l’individuazione degli strumenti più adatti alle scelte di asset allocation, sono elementi sempre più rilevanti nella selezione fondi”. Tanto più se si considerano le esperienze maturate negli ultimi due anni, con le criticità che si sono avvicendate sulle piazze finanziarie. Davide Scutti, fund analyst di Banca Finnat individua due aree di intervento. Da un lato, “una più attenta e adeguata rivisitazione dei processi di selezione, in particolare la parte quantitativa di classificazione degli strumenti (clustering e factor analysis)”; dall’altro “l’integrazione degli stessi processi con criteri di valutazione secondo i fattori ESG”.

Raggiunto da FundsPeople nella storica sede capitolina di Banca Finnat, istituto specializzato anche in advisory e private banking, il professionista rimarca il concetto: “Il nostro team è particolarmente coinvolto nel primo ‘cantiere di lavoro’. Con la complessità crescente dei mercati di questi ultimi anni, una corretta classificazione che faccia emergere le effettive caratteristiche di un fondo, diventa nodale nella riuscita della selezione”.  D’altronde, il prolungato periodo di “mercati molto fuori standard” si è rivelato un banco di prova per il mondo della selezione, facendo emergere una discussione sull'ipotesi che “alcune metodologie utilizzate per valutare e confrontare strumenti, anche della stessa tipologia, possano risentire di fattori straordinari, che vanno oltre la consueta stagionalità dei mercati”. Cresce dunque l’importanza di una classificazione “robusta” e della “individuazione di nuovi parametri di analisi che riescano a intercettare le capacità di generare alpha da parte dei gestori dei fondi nelle varie fasi di mercato”.

Sul fronte del secondo cantiere di lavoro, ossia l’integrazione dei criteri ESG, "l’impatto si è verificato non soltanto sulla parte del trasferimento delle informazioni della clientela da un punto di vista normativo, ma soprattutto sui processi di gestione e di selezione”. Qui la mancanza di dati univoci ha un suo peso, tuttavia “anche all’interno degli stessi processi ci siamo interrogati su come integrare la selezione secondo gli adempimenti normativi e anche approfondendo aspetti più quantitativi, come l’impatto sul rischio e sui rendimenti di questi strumenti al fine di meglio considerare la virtuosità delle aziende e la loro resilienza ad affrontare questa natura di rischi”. Si tratta di un’analisi che ha preso le mosse oltre tre anni fa, quando “in Banca Finnat abbiamo avviato un processo volto a integrare i vari fattori ESG nei criteri di selezione e nel processo d’investimento per la gestione dei portafogli”.