Fasan (Sycomore): “Investire in società che danno un contributo all’educazione”

Luca Fasan, foto concessa (Sycomore AM)

Un profilo orientato alle opportunità connesse all’investimento sostenibile con focus su un settore, quello dell’istruzione, che di qui al 2030 raggiungerà un mercato globale potenziale da 10 mila miliardi di dollari (dagli attuali 6 mila) e prospettive di crescita esponenziali fino al 2050. È quanto sta portando avanti Sycomore AM, parte della piattaforma multi-boutique di Generali Investments, che lo scorso maggio ha lanciato il fondo azionario globale incentrato sull’istruzione Sycomore Global Education, allineato con il 4° goal (Educazione di qualità) degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni unite. La sostenibilità, d’altronde, “è parte fondamentale della cultura di Sycomore fin da quando la società è stata fondata ormai 20 anni fa”, commenta Luca Fasan, senior portfolio manager di Sycomore e gestore del fondo, raggiunto da FundsPeople in occasione dell’11^ edizione del Salone del Risparmio. Nel tempo la società ha puntato sul binomio innovazione-sostenibilità, fino a individuare un serie di parametri, utilizzati appunto per misurare tutti gli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). “E lo abbiamo fatto anche nel caso dell’ultimo comparto lanciato a maggio, per cui abbiamo costruito un parametro con cui indaghiamo il contributo sociale all’educazione delle società in cui andiamo a investire”.

IL MEGATREND DELL’ISTRUZIONE

Come detto, il mercato dell’istruzione è in forte espansione, e le prospettive indicate dagli esperti riportano una crescita del 6% annuo di qui al 2025, “una quota superiore rispetto alle aspettative di crescita del Pil”, sottolinea Fasan che indica tre fattori fondamentali dietro questo sviluppo: in primis, l’incremento della classe media dei Paesi emergenti. “Ci aspettiamo un miliardo di nuovi studenti entro il 2030 e due miliardi entro il 2050. Larga parte di questi studenti sarà basata nelle economie emergenti”. Il gestore sottolinea come mentre nell’ultima decade questa crescita sia stata principalmente in Cina, nella prossima le attese spingono in direzione di India e Sud-Est asiatico, e alla fine della decade anche in Africa. Il secondo fattore di crescita è quello della formazione degli adulti. “Di questo miliardo di nuovi studenti entro il 2030 una parte sono adulti. Questa tendenza è spinta dai cambiamenti strutturali in atto nel mondo del lavoro, che impongono una riqualificazione continua nel percorso lavorativo, con l’obiettivo di creare nuove competenze”. Terzo e ultimo fattore è quello dell’adozione della tecnologia nel settore dell’educazione. “Uno dei pochi lati positivi della pandemia è stato la validazione dei benefici dell’utilizzo della tecnologia nell’educazione”. Nello specifico Sycomore ne individua due: l’accessibilità, “nel momento in cui interrompiamo la relazione tra classe (intesa come spazio fisico) ed educazione, apriamo automaticamente la possibilità di essere educati a una platea più ampia”; e la personalizzazione dell’educazione. “La DAD e altri modelli di educazione virtuale hanno dimostrato che l’utilizzo di un modello di educazione ibrido (in presenza e con l’utilizzo di una piattaforma elettronica) dà la possibilità agli insegnanti di seguire in maniera più attenta i progressi degli studenti, creando processi educativi e di apprendimento personalizzati”.

L’approccio del comparto

Una volta chiarite le prospettive, il fondo approccia il settore suddividendo le aziende investibili in tre gruppi: quelle che danno servizi educativi (Education providers); quelle che danno servizi agli studenti (Enablers); il terzo gruppo è quello delle società che sponsorizzano progetti educativi (Sponsor), che possono essere rivolti sia all’interno (progetti di formazione dei dipendenti) sia all’esterno (progetti di educazione o formazione per clienti, fornitori, e comunità in cui operano). “Con questo tipo di approccio – conclude Fasan – abbiamo la possibilità di investire in quasi tutti i settori tanto che, a oggi, sono escluse dal comparto soltanto le società operanti nel settore dell’energia e in quello delle materie prime”.