Era già previsto. L’effetto della flessione dei mercati (tra incertezze geopolitiche e turbolenze) segna un cambio di rotta sui dati comunicati dall’ufficio stampa di Assogestioni. Tra aprile e giugno 2022 la variazione stimata è di circa -7 punti percentuali sul patrimonio gestito.
La raccolta del secondo trimestre è negativa per 4,17 miliardi di euro. Un cambio di rotta radicale, considerando che il primo trimestre dell’anno si era chiuso con una raccolta netta che superava i 10 miliardi. Per legge di compensazione, dunque, il dato relativo ai primi sei mesi del 2022 resta positivo per 6,75 miliardi euro. Il patrimonio gestito a fine giugno si attesta a 2.257 miliardi dai 2.485 miliardi di marzo.
Tutti i numeri nel dettaglio
I fondi aperti mostrano un saldo negativo per 851 milioni: il dettaglio trimestrale di questa categoria macro conferma la dicotomia tra il continuo appetito per i prodotti azionari (+6,4 miliardi) e bilanciati (+1,7 miliardi) da un lato e la disaffezione dai fondi obbligazionari (-9,8 miliardi) dall’altro. Contenute le uscite dai fondi flessibili (-780 milioni).
Nel complesso le gestioni collettive registrano un saldo positivo per 784 milioni nel secondo trimestre e per 14,78 miliardi nel semestre, mentre la gestione di portafoglio ha una raccolta netta negativa per 4,96 miliardi nel trimestre e 8 miliardi nel semestre. Il patrimonio gestito scende a 1081 miliardi da 1183 miliardi.
Nessuna variazione sostanziale, segnala Assogestioni, per i PIR: tra aprile e giugno i fondi ordinari hanno rilevato deflussi per 195 milioni, mentre i Pir alternativi afflussi netti positivi pari a 152 milioni, per un saldo complessivo di -43 milioni nel periodo. Il patrimonio complessivo, censito sulla base di 65 Pir ordinari e 13 alternativi, risulta pari a 18,9 miliardi.
Chi sale e chi scende
Andando nel dettaglio di raccolta dei gruppi, a far meglio in questo secondo trimestre sono Poste Italiane (1,3 miliardi), Mediolanum (1 miliardo) e Arca (734 milioni). Raccolta negativa invece per il gruppo Intesa Sanpaolo (Eurizon perde 5,6 miliardi, Fideuram invece mostra un saldo positivo per 937 milioni), Generali (-3,9 miliardi, numeri che, secondo quanto comunicato dal gruppo sono dovuti principalmente a flussi infragruppo tra le controllate e la Capogruppo ed al pagamento del dividendo da parte di Assicurazioni Generali ) e Ubs (-660 milioni).
I primi dieci gruppi che fanno meglio nel II trimestre
Nome | Raccolta netta | Patrimonio |
Poste Italiane | 1.353 | 95.434 |
Gruppo Mediolanum | 1.046 | 55.204 |
Arca | 734 | 30.978 |
Gruppo Deutsche Bank | 617 | 28.506 |
M&G Investments | 438 | 14.315 |
Pictet AM | 407 | 41.090 |
Anima Holding | 387 | 167.105 |
Credit Suisse | 329 | 14.433 |
Axa IM | 183 | 42.951 |
Gruppo Mediobanca | 170 | 10.406 |
I dieci gruppi che fanno peggio nel II trimestre
Nome | Raccolta netta | Patrimonio |
Gruppo Intesa Sanpaolo | -4.679 | 398.715 |
Gruppo Generali | -3.917 | 399.631 |
UBS AM | -660 | 19.412 |
Invesco | -531 | 28.764 |
Amundi Group | -379 | 193.711 |
Schroders | -346 | 23.812 |
BlackRock IM | -328 | 89.644 |
Groupama AM | -291 | 8.328 |
Kairos Partners | -260 | 4.077 |
Franklin Templeton | -228 | 11.801 |