Come spiega Rossana Brambilla, head of Multi Asset & Multi Manager Responsible Investing della SGR, l’ESG diventa un vero e proprio strumento di gestione attiva.
Con l’entrata in vigore il 10 marzo 2021 del Regolamento (UE) 2019/2088 è stato formalizzato l’impegno nei confronti della sostenibilità da parte di Sella SGR. “Riteniamo che i rischi di sostenibilità siano rischi di investimento e che questa transizione crei grandi opportunità di investimento. La nostra inclusione dei rischi di sostenibilità nel processo di investimento dell’intera gamma prodotti prevede in primis uno screening negativo che consiste in specifiche esclusioni dall’universo degli emittenti in cui è possibile investire”, spiega Rossana Brambilla, head of Multi Asset & Multi Manager Responsible Investing di Sella SGR. “Tali esclusioni contemplano alcuni settori controversi come le armi non convenzionali e il gioco d’azzardo ma al tempo stesso quegli emittenti che non garantiscono il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori e fanno uso sistematico della corruzione nella gestione del business. Escludiamo inoltre emittenti governativi, OICR di terzi ed ETF contraddistinti dal rating ESG CCC attribuito dall’ESG rating provider MSCI, da noi selezionato”.
Per i prodotti gestiti da Sella SGR inquadrati ex art. 8, l’ESG diventa un vero e proprio strumento di gestione attiva e così uno screening positivo avviene nel continuo, pertanto considerazioni relative all’approccio alla sostenibilità delle società in portafoglio o potenzialmente da includere avvengono contestualmente alle tradizionali valutazioni fondamentali. “L’obiettivo è quello di favorire, a parità di altre condizioni, emittenti con una più alta vocazione sostenibile e al tempo stesso individuare quelli che potranno maggiormente beneficiare delle opportunità, ambientali e sociali, offerte da questa fase di transizione. Vengono inoltre esclusi da questi prodotti anche quegli emittenti che in generale hanno controversie gravi in corso, hanno rating particolarmente bassi e problematiche legate alla governance”, spiega l’esperta.
Per quanto riguarda la selezione di fondi di terzi ed ETF da includere nei nostri prodotti ex art. 8, in particolare fondi di fondi, la disciplina SFRD ha aiutato molto dando maggiore trasparenza dell’approccio alla sostenibilità: “Dovranno pertanto essere prevalentemente prodotti inquadrati come ex art. 8 e art. 9”, precisa. “Nei nostri prodotti ex art. 9 la vocazione alla sostenibilità si eleva ulteriormente e a fronte di esclusioni ulteriormente rafforzate si ricerca l’intenzione dell’emittente corporate o governativo di generare un impatto ambientale e sociale positivo e misurabile”.
Investimenti, verso quali asset orientarsi
Il contestuale crescente ottimismo sulla crescita globale, l’atteggiamento ancora di forte sostegno da parte delle Banche centrali, nonché le politiche fiscali espansive che devono ancora esprimere il loro potenziale sul lato investimenti e infrastrutture costituiscono ancora elementi a supporto delle attività rischiose. “Ci manteniamo pertanto ancora costruttivi sul comparto azionario, nonostante la consapevolezza delle elevate valutazioni, e con una soglia di attenzione più elevata”, spiega Brambilla. “Manteniamo una certa positività sul credito, in particolare HY, e sui governativi periferici rispetto ai governativi core”.