Senior loans: l'investimento alternativo che protegge dai rischi del rialzo dei tassi

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Jeff Bakalar, gestore, NN IP

In un contesto caratterizzato da aspettative di aumento dei tassi di interesse, crescita economica debole e forte incertezza sui mercati finanziari, è difficile per gli investitori riuscire a cogliere le migliori opportunità dalle asset class tradizionali. Occorre quindi ricercare i rendimenti in maniera alternativa, come per esempio con i senior loans. Funds People ha intervistato Jeff Bakalar, group head and chief investment officer, Senior Loans di Voya Investment Management, società che gestisce il fondo NN (L) Flex – Senior Loans di NN Investment Partners, destinato agli investitori istituzionali, al fine di comprendere le potenzialità di questa particolare classe di attivo.

Bakalar spiega che “il mercato dei senior loans è diverso da quello di altre asset class, è infatti relativamente isolato e quindi meno esposto a forze extra-mercato. La strategia è piuttosto tradizionale dal punto di vista dell’investimento in senior loans: investiamo in loan credit facilities con seniority elevata sottoscritti dalle principali banche d’affari; si tratta soprattutto di crediti relativi ad operazioni di M&A o leverage buyout. Investiamo solo su ciò che è stato originato da una banca. Nel nostro portafoglio investiamo su 36 settori differenti. Una delle caratteristiche principali di questa asset class è che in questo momento è negoziata vicino al suo fair value, questo significa che da un lato ci sono meno possibilità di rialzo rispetto ad altre asset class, ma allo stesso tempo il rischio potenziale di ribassi è decisamente inferiore rispetto ad altri mercati del credito”.

“L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti crea le condizioni ideali per il mercato dei senior loans. Con una politica monetaria restrittiva che interessa i tassi di lungo periodo, gli investitori obbligazionari subiranno perdite. Nel mercato dei senior loans, invece, i coupon aumentano e i prezzi non scendono per la natura stessa dei tassi variabili”, commenta l’esperto.

Ciò che preoccupa maggiormente gli investitori è la liquidità di questo particolare asset, se si considera che sono necessari più giorni per convertire un disinvestimento in cash. Tuttavia, Bakalar dichiara che “per valutare la liquidità di uno strumento si deve tener conto della sua negoziabilità e di quanto velocemente questa viene effettuata, e i senior loans hanno tutti i requisiti per considerarsi strumenti molto liquidi, al contrario di quanto si pensi. Basti considerare che sul mercato vengono 'tradati' circa 500-600 miliardi di dollari, i volumi quindi lo confermano. Solo una recessione potrebbe impattare sulla liquidità, ma come del resto anche per gli altri strumenti”.

“Il nostro approccio di investimento non si considera aggressivo, prendiamo sempre in considerazione il downside risk e rispettiamo molto il liquidity risk sul mercato. Non misuriamo la nostra performance solo in termini di total return, ma piuttosto di risk adjusted return. Quindi guardiamo allo Sharpe ratio e downside capture ratio come le due misure statistiche più indicative per valutare la performance. Dallo Sharpe ratio si evince nella maggior parte dei casi un migliore rendimento per rischio assunto rispetto alle strategie con bond high yield. A dimostrazione del fatto che questa asset class può presentarsi come un’ottima alternativa al segmento obbligazionario”, conclude il gestore.