Fondi di diritto italiano, una Sicav lussemburghese ma anche un cospicuo numero di clienti che si affidano alle gestioni patrimoniali. L’expertise di Alicanto Capital SGR, nata nel 2018 dalla fusione di Alpi Fondi SGR e Fiduciaria Orefici SIM, è d’altronde quella del servizio personalizzato da family office, accanto alla competenza del gruppo finanziario. “Siamo una piccola boutique ma con clienti importanti che chiedono linee personalizzate, tailor-made a tutti gli effetti”, spiega subito Massimo Siletti, fund manager e fund selector della società biellese. Poi ci sono aree diverse, con gestioni flessibili classiche a rendimento assoluto.
Siletti (Alicanto Capital SGR): "La selezione è diventata molto più quantitativa che in passato"
Nella gestione patrimoniale di Alicanto il mestiere di selezione dei fondi diventa cruciale. “Nel corso degli anni, il mestiere è diventato molto più quantitativo”, afferma l’esperto. “Rispetto ad una volta, conta molto meno il marketing, l’immagine. Facciamo un’analisi quantitativa sofisticata: cerchiamo di capire se il singolo fondo inserito nel portafoglio offra davvero un valore aggiunto nel tempo. Deve essere uno strumento semplice e immediato ma deve darti un buon grado di diversificazione. Deve aggiungere sharpe e ridurre il rischio complessivo di portafoglio. Per questo l’analisi sulla selezione dei fondi diventa molto più quantitativa che in passato”.
1/3La massima diversificazione, dunque, è la chiave di volta nel lavoro di Siletti. Soprattutto in un mercato che è stato estremamente correlato, con rendimenti negativi in tutte le asset class. “Abbiamo cercato di inserire prodotti più decorrelati possibili, come i liquid alternative. Abbiamo privilegiato i fondi legati alle infrastrutture, prodotti che si occupano di M&A, strategie arbitrage (ne abbiamo anche in casa)”, dice.
Guardando alle asset class, invece, per la prima volta la boutique ha inserito le commodity in portafoglio. “Sempre e solo sotto forma di ETF” spiega il fund selector, aggiungendo come accanto al mondo liquid alternative, per la parte beta del portafoglio gli ETF sono stati molto utilizzati. “L’uso degli ETF è da una parte legato ai costi (siamo pur sempre una piccola società), dall’altro perché ritengo che la gestione attiva per i fondi con benchmark non paga”. Sull’azionario, poi, in Alicanto cercano prodotti molto specifici. “Abbiamo lasciato a inizio anno la parte growth per selezionare strategie value, dividend yield e quality”.
2/3In merito al prossimo anno Siletti conferma la sua linea di lavoro, anche se si dice più positivo sul fronte azionario. “Cercherò di selezionare prodotti value, quality o momentum, più Europa e meno Stati Uniti” afferma. “A inizio 2022 ero completamente pessimista (e avevo ragione). Adesso il clima mi sembra cambiato, sono più fiducioso. L’obbligazionario è tornato finalmente a rendere e per quanto riguarda l’azionario, a ben cercare, si può trovare qualcosa di conveniente. L’unica zona d’ombra, ancora pericolosa secondo me, resta il growth US poco quality: è già sceso ma non credo rimbalzerà. Diciamo che rimango più legato al concetto di old economy anche quest’anno”.
Il canto delle sirene dei trend del risparmio gestito non sembra esser arrivato fin dentro le mura della società di gestione. “Non sono fan delle mode (vedasi crypto-asset). E sono piuttosto cauto anche sul mondo ESG: il greenwashing è ancora dietro l’angolo, attendiamo una normativa più concreta. Applichiamo un metodo quantitativo, il che significa che guardiamo in primis alla protezione e al rapporto rischio/rendimento, piuttosto che al marchio o alle tendenze”.
Sul fronte dell’economia reale, rivela l’esperto, in Alicanto si sta lavorando ad una nuova linea sui PIR. “Faremo delle gestioni patrimoniali PIR compliant. Ci stiamo studiando. Partiremo nel primo trimestre 2023”.
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