La certificazione di elementi di sostenibilità, ad oggi, “non è sempre possibile per le piccole e medie imprese, che però si stanno iniziando a attivare in questa direzione”, ricorda anche Marco Ruspi, Head of ESG e Sales Manager, AcomeA SGR. “Nella nostra esperienza abbiamo constatato che gli imprenditori presentano già valori e strategie orientate alla sostenibilità, ma hanno meno consapevolezza del valore di queste informazioni, della capacità di misurarle e di comunicarle al mercato. Un investitore istituzionale deve quindi fungere da stimolo e motivatore della sostenibilità, soprattutto attraverso l'engagement, quindi con un dialogo costante con le realtà imprenditoriali. I feedback ricevuti in questi anni sono altamente positivi. Quando effettuiamo una due diligence sul campo, gli imprenditori si attivano con entusiasmo: da chi sviluppa un comitato interno di sostenibilità, a chi redige un bilancio ESG, a chi stabilisce dei piani di sostenibilità. Occorre poi trasformare questa spinta in attività di reportistica e dati, un cambiamento nel medio-lungo periodo, come dovrebbe essere l’investimento in questo segmento. Le aziende italiane, inoltre, sono spesso inserite all'interno di una catena del valore di società a respiro internazionale che richiedono già elementi di sostenibilità. Quindi anche se molte realtà oggi non hanno una normativa che li porterà ad avere obblighi di trasparenza, sono spinti dai propri clienti a essere sostenibili”, conclude il manager.
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