I fund selector e il gestore di LGIM Uday Patnaik si confrontano sugli indicatori chiave. Diversificazione, sostenibilità e persistenza dell’extra rendimento alcuni degli aspetti che fanno la differenza.
Per accedere a questo contenuto
Alcuni fattori macro rendono i mercati emergenti ben posizionati per la seconda parte dell’anno: Le loro banche centrali sono in anticipo rispetto a Fed e Bce nel ciclo di rialzi e sono pronte ad allentare le politiche monetarie. La crescita delle loro economie si è dimostrata resiliente, mentre i Paesi sviluppati (in particolare gli Usa) temono l’arrivo di una recessione. Il rafforzamento del dollaro, che ha avuto il suo picco lo scorso anno e che tanto penalizza queste economie, si è arrestato. Ecco perché l’asset class dei mercati emergenti è sempre più nel mirino dei fund selector per i benefici che può fornire ai portafogli in termini di diversificazione e di extra rendimento. Diversificazione che in previsione dei mercati incerti e volatili dei prossimi mesi risulta ancor più decisiva.
View costruttiva sui bond dei mercati emergenti
In particolare, tra i selezionatori di fondi sta crescendo l’interesse per il debito dei mercati emergenti, supportato dal ritorno dei rendimenti sul reddito fisso che è senza dubbio l’asset class protagonista di questo inizio d’anno. I fund selector ospiti dell’ultimo Special di FundsPeople Channel hanno espresso una view costruttiva sull’asset class: “Non siamo positivi sul dollaro Usa, e questo apre uno spazio interessante sul debito emergente, in particolare sulle emissioni in valuta locale”, ha detto Antonio Cannizzaro, portfolio selection manager di Eurizon Capital. “Nell’area emergente prevediamo una crescita di almeno il 2% superiore ai Paesi sviluppati. Siamo positivi sull’asset class anche per la riapertura della Cina”, ha aggiunto Gianluca Michienzi, fund selector di Generali Multi Manager Solutions di Generali A&WM. “È un’asset class interessante per diversificare i nostri portafogli internazionali”, ha ribadito Roberto Stroppolo, fund selector del team Multiasset, Multimanager and Responsible Investing di Sella SGR.
I criteri di selezione
Interessante è dunque capire quali siano gli indicatori chiave utilizzati dai fund selector nell’atto pratico di scegliere un fondo sul debito emergente. Antonio Cannizzaro evidenzia l’importanza nel processo di selezione di un mix di elementi quantitativi e qualitativi. “Gli strumenti quantitativi ci permettono di individuare i migliori fondi in termini di performance e volatilità”, fa notare. Mentre tra gli aspetti qualitativi per Eurizon Capital assume un particolare rilievo la sostenibilità. “Svolgiamo un’analisi proprietaria per capire come il gestore include i criteri ESG nel processo di investimento”, ha detto Cannizzaro che ha aggiunto: “Un ultimo fattore per noi molto importante è la liquidabilità delle strategie, data la dimensione dei nostri investimenti”.
“Cerchiamo asset manager in grado di portare diversificazione a livello di stile di gestione, geografico e di sostenibilità”, ha evidenziato Gianluca Michienzi. Il processo di due diligence sui fondi a reddito fisso per Generali Asset & Wealth Management si articola in due momenti. Il primo è la valutazione delle caratteristiche tecniche dell’investimento. Il secondo è la due diligence di sostenibilità, con il fine di vagliare la bontà dell’approccio ESG sia dell’asset manager che del fondo in esame. Inoltre, per un gestore di portafogli assicurativi come Generali Asset & Wealth Management risulta indispensabile l’indicatore dell’assorbimento di capitale. “Essendo il nostro investitore un assicuratore, per noi è fondamentale la misurazione dell’assorbimento di capitale. Per i bond dei mercati emergenti diamo molta importanza alla valutazione creditizia, perché ad una diminuzione di tale valutazione corrisponde un aumento dell’assorbimento di capitale”, ha sottolineato Michienzi.
Per Roberto Stroppolo per le strategie direzionali sul reddito fisso il focus è sulla persistenza dell’extra rendimento, un indicatore che riesce a mettere in luce l’abilità del gestore: “La nostra analisi qualitativa è tesa a capire se è stato il gestore ad andare verso il mercato o il contrario. Volgiamo comprendere se la performance derivi dalla struttura di prodotto favorita da un determinato contesto di mercato. O se viceversa è il gestore che si è posizionato in modo corretto nel corso del tempo generando rendimento”, ha spiegato Stroppolo.
La parola al gestore
La chiusura della discussione è spettata al gestore di LGIM Uday Patnaik che ribadisce l’importanza della diversificazione nella costruzione dei portafogli. Aspetto ancor più importante per le strategie che attingono da universo investibile così ampio come quello dei bond emergenti. “La diversificazione è cruciale nel debito dei mercati emergenti. Spesso la ragione per cui i gestori non hanno buone performance è perché non dispongono di portafogli sufficientemente diversificati”, ha concluso il gestore.
Guarda gli interventi completi nell'integrale di Special di FundsPeople Channel.