State Street, la nuove frontiere dell’asset management (anche su ESG)

Antonio Iaquinta e Riccardo Lamanna, State Street
Antonio Iaquinta e Riccardo Lamanna, State Street

Una società con attività sull’intera catena del valore con oltre 32.000 miliardi di dollari di masse tra custodia e amministrazione e 2.800 miliardi in gestione con il suo ramo asset management. Un osservatorio oltremodo privilegiato, dunque, per cogliere tutti i più importanti trend dell’industria, a partire dalla crescita di attenzione sulla tematica della sostenibilità.

Fearless stewardship

“Una delle nostre peculiarità” afferma Antonio Iaquinta, responsabile del business istituzionale di State Street Global Advisors in Italia, “è quella di promuovere la sostenibilità attraverso l’attività di stewardship”. State Street Global Advisors gestisce oltre 2.800 miliardi di dollari, di cui una quota compresa tra il 60% e il 70% attraverso gestione indicizzata replicando il benchmark di riferimento in un’ottica di lungo periodo. “Per essere attivi in termini di sostenibilità”, prosegue Iaquinta, “viene operata un’attività di engagement che non si limita all’esercizio del diritto di voto nelle assemblee ma si articola attraverso un dialogo diretto e più continuo possibile con il management delle società”. Un esempio che ha avuto risonanza mondiale e che attiene al tema della gender diversity è quello della Fearless Girl, statua di bronzo della giovane ragazza che senza paura sfida il toro di Wall Street dall’8 marzo 2017 a simboleggiare l’importanza del valore della gender diversity. “Supportati da studi che dimostrano come le performance finanziarie delle aziende attente alla diversità all’interno del board siano migliori”, spiega il responsabile del business istituzionale di State Street Global Advisors in Italia, “abbiamo voluto promuovere un’azione di forte impatto che simboleggia la nostra attività in nome di questo valore all’interno delle aziende in cui siamo investiti”. “L’azione concreta di una realtà come State Street Global Advisors, che è solitamente tra i primi 5-10 azionisti delle società in cui è investita”, sottolinea inoltre, “è molto rilevante, tanto che già oltre 500 società in tutto il mondo hanno accolto il nostro invito a stabilire una quota fissa di rappresentanza femminile all’interno dei Consigli di Amministrazione”.

Fattore R

Ma il tema gender diversity, non è il solo su cui l’asset manager è impegnato in modo attivo. L’aspetto ambientale, così come su quello della governance, in primis relativamente al tema dei compensi del top management rientrano tra quelli su cui si sviluppa l’azionariato attivo. Internamente, inoltre, sono state allocate ingenti risorse per la ricerca sul tema della sostenibilità, con decisivi risvolti anche in termini di sviluppo di business. “Abbiamo messo a punto un sistema”, rivela Iaquinta, “che aggrega i dati provenienti da diversi provider di metriche ESG, tra cui SASB (Sustainability Accounting Standard Board), Sustainalytics, Vigeo, ISS arrivando a definire uno score di sostenibilità che abbiamo denominato Fattore R”. “Tale sistema”, sottolinea inoltre, “non solo è usato internamente nelle nostre gestioni, ma può essere personalizzato e reso disponibile in ottica di servizio di supporto alla gestione o strumento di reportistica acquisito attraverso le società del gruppo State Street”.

Un universo di servizi

È qui che entra in gioco il potenziale di sviluppo di business in ottica di Gruppo combinata con lo scenario di cambiamento visibile all’interno dell’industria dell’asset servicing. “La parte bassa della catena di investimento, custodia, depositaria e amministrazione, sta ormai diventando una commodity e il margine sul prezzo diventa quindi limitato”, fa notare Riccardo Lamanna, branch head di State Street Bank International GmbH - Succursale Italia. “Su tale parte”, prosegue, “stiamo investendo in ottica di abbassamento dei costi tramite, ad esempio, automazione, con l’intenzione di spostare le nostre capacità nella fascia più alta dei servizi come la reportistica e dell’analisi e delivery di dati”.

Tra questi, appunto, quelli relativi all’impatto degli investimenti in termini di sostenibilità ambientale e sociale e quelli sullo screening ESG delle società investibili nei mercati dei capitali.

“Il lancio della piattaforma Global Exchange ESG”, spiega Lamanna, “si aggiunge a una serie di altri servizi, tra cui la piattaforma mobile Verus (collettore di informazioni sui titoli presenti in un dato portafoglio), accomunati da una nuova idea di processing delle informazioni”. “Da un lato”, specifica, “abbiamo la capacità di processare un numero sempre maggiore di dati, anche qualitativi, grazie alle nuove tecnologie legate allo studio, ad esempio, dei big data; dall’altro, attraverso l’acquisto e l’integrazione di Charles Rivers, primaria società che fornisce sistemi di front office per l’asset management, stiamo  costruendo un sistema che non ha soluzione di continuità tra Front e BackOffice essendo basato su unico book of records che integra le informazioni prodotte ddai diversi servizi prestati ed è dunque in grado di coprire l’intera catena produttiva”. 

La nuova frontiera

Una doppia rivoluzione che risponde, nella visione di State Street al movimento più rilevante visibile nell’attuale scenario. “Gli asset manager”, rileva il branch head di State Street Bank International GmbH - Succursale Italia, “a meno che non abbiano delle dimensioni ragguardevoli, hanno una serie di problemi, tra cui integrare diverse asset class, fare portafogli più complicati a prezzi più bassi e in più devono integrare una grande serie di tematiche tra cui quella ESG”. “La nostra convinzione”, afferma inoltre “è che anche società di grandi dimensioni inizieranno sempre di più a delegare a terzi alcune tipologie di attività che sono legate al front office, come già avvenuto in passato per la parte di fund administration e come sta avvenendo ora per quanto riguarda risk management e trade analytcs”.