Secondo la Country Head per l'Italia nonostante uno scenario in miglioramento le insidie non mancano. La chiave sono le aziende con fondamentali solidi in grado di prosperare sul lungo periodo.
Per accedere a questo contenuto
Prospettive di mercato in miglioramento sebbene permangano alcuni rischi all’orizzonte: il quadro geopolitico complicato, le elezioni negli Stati Uniti di novembre e possibili sorprese al rialzo dell’inflazione. Eppure nonostante queste incertezze, le opportunità per gli investitori non mancano. Soprattutto se per individuarle si adotta un focus sulle aziende di qualità a partire da una rigorosa analisi dei fondamentali. È questa la view di Stefania Paolo, Country Head per l'Italia di BNY Mellon Investment Management, che in un’intervista a FundsPeople ha presentato l’approccio del gestore per navigare l’attuale contesto di mercato. “A livello regionale si presentano delle divergenze nelle traiettorie di crescita, con gli Stati Uniti che si sono dimostrati più resilienti del previsto e l’Europa che appare più in difficoltà. Ma indipendentemente da queste differenze, l’outlook è più ottimistico rispetto alla fine dello scorso anno. Attualmente, infatti, il soft landing è il nostro scenario principale”, spiega l’esperta.
“Esiste il rischio di un rallentamento economico, ma questo non significa che non ci siano delle opportunità. Ad esempio, malgrado l’Europa stia attraversando una fase delicata per gli impatti degli shock geopolitici, energetici e inflazionistici, l’azionario europeo resta per noi un asset class core nei portafogli”, dice la Country Head per l'Italia. “Nel Vecchio Continente ci sono aziende di qualità e leader in vari settori, in particolare nel lusso, nel farmaceutico, nel finanziario e nelle telecomunicazioni. In più, le valutazioni dei titoli europei sono al momento più accessibili rispetto a quelle dei listini statunitensi che sono scambiati a prezzi storicamente elevati”, dice Paolo.
I rischi: elezioni e geopolitica
Secondo la responsabile dell’Italia della casa di gestione, un pericolo in questo contesto è che i mercati sopravvalutino l’intenzione delle banche centrali di allentare velocemente le politiche monetarie. “Alla fine dello scorso anno, la curva statunitense prezzava ben sei tagli dei tassi nel corso del 2024, un’ipotesi che abbiamo sempre reputato eccessiva e prematura. Ad oggi queste aspettative si sono calmierate e i mercati prezzano tre tagli nel proseguo dell’anno, ma il rischio di un eccessivo ottimismo rimane”, osserva la professionista che evidenza anche il timore di sorprese al rialzo dell’inflazione: “Non è il nostro scenario di base, ma le tensioni geopolitiche globali potrebbero determinare perturbazioni sulle catene di fornitura e nuovi shock energetici, con delle conseguenti pressioni al rialzo sugli indici dei prezzi che potrebbero spingere le banche centrali a mantenere i tassi alti”, analizza Paolo. E poi ci sono le elezioni negli Stati Uniti di novembre che potrebbero avere come esito un cambiamento nella leadership globale. “Si è parlato molto del 2024 come l’anno delle elezioni, con la metà della popolazione mondiale chiamata alle urne. Senza subbio le elezioni presidenziali statunitensi sono l’appuntamento più importante, ma è difficile fare previsioni”, spiega la manager. “Gli anni elettorali riservano sempre delle sorprese, anche per i mercati. Spesso le elezioni sono accompagnate da un aumento della volatilità nel breve termine, ma le vere trasformazioni si vedranno solo nel lungo termine. Nel 2025 potremmo trovarci di fronte a un mondo cambiato dall’esito del voto. In generale, sconsigliamo di prendere decisioni di investimento in base al possibile responso delle urne, adottando invece un’ottica più di lungo periodo”, osserva Paolo.
Focus sulla qualità
Secondo il gestore, in questo contesto di incertezza la chiave è il focus sui fondamentali delle singole aziende. “Prediligiamo le aziende di qualità che sono in grado di prosperare indipendentemente dal contesto mercato e dalla liquidità a basso costo che ha contraddistinto l’epoca dei tassi a zero post 2008”, dice Stefania Paolo. La qualità è ricercata dal gestore sia nell’azionario sia nel reddito fisso. “Da sempre i nostri gestori selezionano aziende di qualità sulla base di un rigoroso processo di analisi fondamentale. Sono quelle società in grado di offrire agli investitori rendimenti interessanti sul lungo periodo. Sono aziende leader globali con business solidi che le consentono di navigare con successo i diversi contesti di mercato”, dice Paolo. “Sempre per quanto riguarda l’azionario, un altro trend lo riscontriamo nel ritorno dei dividendi e nell’interesse per le strategie sull’income che sono favorite in mercati con maggiore inflazione”, prosegue. “A livello geografico, come dicevo, ci interessa l’Europa. Sebbene possa sembrare più debole in questo momento, il Vecchio continente ospita aziende leader che scambiano a valutazioni più interessanti rispetto ai titoli Usa”, aggiunge.
Nel reddito fisso la qualità è ricercata nel credito investment grade, ma con un approccio più globale. “I rendimenti attualmente tra il 4% e il 5% offerti da questa asset class sono molto interessanti e sanciscono il ritorno di questo comparto ad un ruolo di primo piano nei portafogli. L’approccio globale a questo segmento ci consente di mitigare l’impatto della divergenza tra gli output economici nelle diverse aree del pianeta, allocando il capitale laddove vi sono le opportunità migliori”, dice la manager. “Sempre con un approccio globale e molto selettivo siamo favorevoli a ricercare opportunità anche nell’high yield, ma in questo caso ci piacciono i titoli a breve scadenza. La duration molto corta ci permette infatti di avere un’elevata visibilità sulla solvibilità del debito, nonostante i tassi di default sono ancora a livelli contenuti. Un approccio selettivo ci permette di esporci ai rendimenti interessanti di questa asset class tra il 6% e l’8%, senza prendere rischi eccessivi”, dice Paolo. E sempre con un approccio selettivo, il gestore guarda con interesse anche alle opportunità del credito dei mercati emergenti. “Tra le affiliate di Bny Mellon IM vi è Insight Investment, una società specializzata nel reddito fisso, con oltre 830 miliardi di dollari in gestione e una forte capacità di analisi sul credito per individuare le migliori opportunità a livello globale per gli investitori”, dice la Country Head.
La forza di un gestore multi-boutique
“Parlare di BNY Mellon IM è parlare di 240 anni di storia. Quest’anno il nostro gruppo festeggia questo importante anniversario. Nel corso degli anni siamo sempre riusciti a restare al passo coi tempi e a rispondere a esigenze mutevoli degli investitori”, dice Paolo. “Non si può essere un leader dell’industria del gestito per un periodo così lungo senza essere all’avanguardia nell’innovazione. Ciò non significa seguire le mode del momento, con delle trasformazioni fini a sé stesse e di corto respiro”, dice la manager. “In Italia ci muoviamo a partire da questa consapevolezza che fa parte del nostro DNA. Siamo presenti da 23 anni su tutti i segmenti di clientela: istituzionale, reti distributive e clienti retail. Ci caratterizziamo per essere flessibili e dinamici. Il nostro punto di forza è di avere a disposizione competenze diversificate che dipendono dal nostro modello multi-boutique, composto da sette società affiliate. Ciò ci consente di soddisfare esigenze complesse fornendo soluzioni su misura, innovative e che colgono i principali trend del settore”, dice Stefania Paolo. “Innovare non significa inventarsi sempre qualcosa di nuovo, ma adattarsi al contesto e in taluni casi proporre con più forza strategie valide in contesti passati, rispondendo con tempestività alle sfide del presente”, spiega la manager. “Un esempio del nostro impegno per l’innovazione è BNY Mellon PinPoint. Dopo il successo negli Usa abbiamo lanciato anche in Europa quest’innovativa piattaforma di analisi di portafoglio. Si tratta di un servizio che permette ai nostri investitori di valutare il rischio di portafoglio e l’asset allocation in tempo reale, grazie a strumenti di analisi comparativa e di accesso a report e insight da parte dei nostri gestori”, conclude Paolo.