Strategie anti-volatilità, per limitare i rischi

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Ecco come navigare nelle acque agitate di un 2016 che sarà sempre più sulle montagne russe. Meglio muoversi in maniera tattica, su momenti violenti di ribasso è bene comprare, per il resto meglio stare in difesa e molto leggeri. Parla Rocco Bove, responsabile obbligazionario di Kairos Partners SGR

Un -7% in una settimana e, al netto di qualche rialzo, i mercati sono sempre più nervosi. Cosa sta succedendo?
Per i mercati questa è la singola peggior prima settimana ma si tratta di un combinato disposto di concause che sono andate a convogliare in un contesto di mercati già molto nervosi. Del resto, sebbene il 2015 sia stato nel complesso un anno piuttosto buono dal punto di vista delle performance, è stato pessimo in termini di volatilità. Il mercato, oggi illiquido, si è affacciato quindi al nuovo anno in modo fragile, aveva appena digerito il rialzo dei tassi in Usa ed ecco che il pessimo dato cinese è stata una miccia. Fino a fine anno il problema Cina era stato accantonato. Non c’è quindi un singolo fattore critico ma di certo il binomio petrolio Cina è un grande punto di criticità. 

E poi?
Il fatto che la Fed abbia rialzato i tassi a dicembre 2015 ha certificato una certa crescita in atto ma è un semaforo giallo per i mercati. A questo si aggiunga la delusione della BCE. La paura oggi è che se l’Europa dovesse di nuovo rallentare, la BCE potrebbe non avere la coesione politica per sostenerla. In sintesi il margine di manovra è risicato e la paura che il mercato rallenti è forte. Un’ipotesi di svalutazione dello yuan, per esempio, ruberebbe crescita al mondo. 

Oggi l’Europa ce la fa a continuare nel suo timido percorso rialzista in un mondo che rallenta? E nei portafogli cosa ha senso mettere?
Non lo so. Sta leggermente crescendo ma è difficile tenere la barra dritta quando tutto il resto del mondo implode. È difficile ora dare una ricetta in termini di asset allocation. L’equity per salire ha bisogno di aspettative di crescita. L’obbligazionario ha un problema di tassi, non ci si possono certo aspettare spunti di brillantezza. Questo sarà un anno molto volatile, occorre muoversi in maniera tattica, su momenti violenti di ribasso si deve avere la forza di comprare, per il resto stare in difesa e molto leggeri. Son finiti i tempi dove si partiva lunghi il 1° gennaio e si chiudeva l’anno allo stesso modo. Questo non è più un mercato direzionale, ci saranno le montagne russe, bisogna essere flessibili e veloci. I fondi direzionali quindi hanno le mani legate, quelli flessibili possono muoversi di più. 

E sul debito corporate in Europa dove vede qualche margine?
Sono ancora interessanti gli high yield ma da maneggiare con grandissima cautela.