Su cosa puntano gli asset manager internazionali per il prossimo anno (e oltre)

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Kelly Sikkema, Unsplash

Il 2020 è un anno che difficilmente gli investitori dimenticheranno. Lo shock causato dalla pandemia di Covid-19 ha avuto l’effetto di sconvolgere gli equilibri pre-esistenti, decretando vincitori e vinti. I trend in atto sono stati accelerati dalla diffusione del virus e dai lock down. Altri settori economici sono stati penalizzati e appaiono in maggiore difficoltà. Ma la notizia del vaccino ha rappresentato la luce in fondo al tunnel, dando concretezza al ritorno alla normalità e favorendo una rotazione verso i ciclici. Le Banche centrali hanno fatto sapere in più occasioni che le loro politiche monetarie espansive a sostegno dell’economia sono destinate a durare a lungo, mentre i Governi valutano nuovi piani di stimolo o sono al lavoro per l’attuazione di quelli già decisi. In questo scenario complesso e in vista del nuovo anno, gli asset manager sono alla ricerca di nuove opportunità. Ecco su cosa stanno puntando:

Cina

Il Paese del Dragone chiuderà l’anno con un PIL in territorio positivo, in crescita di circa il 2%. Le altre maggiori economie mondiali dovranno attendere il prossimo anno per tornare in fase espansiva. Non sorprende dunque che la Cina sia in testa alle preferenze degli investitori. “È facile sottovalutare il successo del Paese nel controllare il virus e nel tornare alla produzione economica pre-pandemica. La Cina ha evitato gran parte della disoccupazione prolungata e dei default che impatteranno sulle economie occidentali negli anni a venire ed è ben posizionata per essere un vincitore relativo in questa crisi”, osserva Sonja Laud, CIO di Legal & General Investment Management “La Cina si sta concentrando sempre più sulla qualità della crescita interna, con l’intento di renderla sostenibile”, evidenzia Norman Villamin, CIO Wealth Management, di UBP. Un secondo elemento chiave è stato il focus normativo di Pechino sui player domestici del settore tecnologico, che annovera nomi del calibro di Alibaba e Ant Group. “L'espansione incontrollata potrebbe essere finita, ma anche una crescita contenuta è attraente in un Paese che si espande molto più velocemente delle economie occidentali”, aggiunge Laud. “La crescita indotta dal lockdown spinge l’attività didattica a distanza, l’healthcare e di altri servizi e aumenterà la penetrazione dell’economia virtuale in Cina”, fa notare Villamin.

Transizione energetica

“Perché la ripresa diventi sostenibile e inclusiva bisognerà operare scelte politiche coraggiose. Questo potrebbe essere il primo passo verso un sistema economico nuovo, in grado di affrontare le sfide del nostro tempo: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e disuguaglianza sociale”, afferma Joeri de Wilde, investment strategist di Triodos IM. LGIM pone un’enfasi particolare sulla tecnologia delle batterie, determinante per la diffusione delle auto elettriche e la transizione energetica green: “Il prossimo anno potrebbe essere fondamentale per questo mercato. Il settore è in una fase iniziale di crescita, ma grazie alle recenti innovazioni, è pronto per alimentare la prossima rivoluzione tecnologica nel 2021 e oltre”, dichiara Aanand Venkatramanan, head of ETF Investment Strategies di LGIM. Due eventi alla fine del 2020 hanno dato forte impulso al settore: l'ammissione di Tesla allo S&P 500 e il piano del Regno Unito di vietare la vendita di nuove auto alimentate esclusivamente a benzina o diesel dal 2030. “Questi passaggi illustrano come gli investitori possano guardare alle batterie come elemento della rivoluzione dei veicoli elettrici. Inoltre le sole tecnologie dell’eolico e solare dovrebbero fornire il 48% di tutta la nostra elettricità entro il 2050. Questo progresso è entusiasmante ed essenziale, ma l'utilizzo di energia pulita sarà limitato senza un migliore e più ampio stoccaggio delle batterie”, spiega Venkatramanan.

Tech e healtcare

Il 2020 è stato dominato dai titoli dei listini tecnologici. Sebbene la notizia del vaccino abbia dato impulso ad una recente rotazione verso ciclici e value, secondo gli asset manager l’ascesa dei titoli del tech e dell’healthcare continuerà anche il prossimo anno. “Gli investimenti legati ai marco trend tematici domineranno anche il 2021. La tecnologia, per il suo effetto disruptive che impatta trasversalmente tutti i settori, proseguirà il suo percorso di crescita. A riprova di ciò, stiamo assistendo a una trasformazione degli indici mondiali, con un peso sempre maggiore dei tecnologi”, osserva Laud. “Tech e healtcare continueranno a crescere perché beneficiano di trend strutturali come quello demografico”, aggiunge Villamin. Di certo molti investitori sono spaventati dalle valutazioni elevate, ma l’esperto di UBP invita a concentrarsi sugli utili che saranno la chiave per i rendimenti nel 2021. “Sebbene la tecnologia orientata al consumatore e i settori della biotecnologia siano stati al centro dell’attenzione degli investitori, altre tecnologie della vita quotidiana si trovano tuttora in una fase iniziale di transizione. La pandemia ha messo in luce l’esigenza di servizi alternativi, soprattutto nell’healthcare. Le valutazioni azionarie sono elevate e gli investitori hanno bisogno di un approccio orientato alla qualità e alla gestione del rischio, focalizzato su strategie long e long/short in settori volatili”, sottolinea.

Europa e UK

Il vecchio continente è alle prese con la seconda ondata del virus e la presentazione da parte dei vari Paesi dell’Unione dei progetti da finanziare attraverso il piano Recovery Fund, che dovrebbe iniziare a elargire fondi dalla prima metà del prossimo anno. Un capitolo a parte spetta alla Gran Bretagna, impegnata nelle trattive della Brexit e con un’economia profondamente colpita dalla pandemia. “Per quanto riguarda specifiche regioni, si tratta di confrontare le prospettive a breve con quelle a lungo termine. Le azioni britanniche sono chiaramente più convenienti rispetto a quelle di altri mercati e potrebbero risultare avvantaggiate qualora la ripresa che prevediamo nei prossimi 9-12 mesi dovesse concretizzarsi; l'Europa si trova a mio avviso in una posizione simile”, analizza William Davies, chief investment officer, EMEA di Columbia Threadneedle Investments. “Probabilmente si assisterà a una certa dispersione con un Nord Europa più trainante. Le economie nordiche, infatti, dovrebbero crescere al 3,5%. Tuttavia, è probabile che l'Europa in generale cresca a un ritmo decente poiché le sue economie sono molto al di sotto del loro potenziale”, dichiara Sebastien Galy, senior macro strategist di Nordea AM. “All’annuncio del vaccino si è osservata una rotazione verso i ciclici, con un appetito migliore verso gli attivi di rischio. Noi restiamo cauti. Siamo ancora nel pieno della seconda ondata e ci vorranno mesi per diffondere il vaccino a tutta la popolazione”, avverte Franz Weis, managing director e co-responsabile delle strategie azionarie europee di Comgest. In questo contesto, la ricetta di Weis è di puntare sulla crescita di lungo termine di aziende europee di qualità, con interessi e relazioni commerciali in tutto il mondo: “Le aziende quality growth europee legate ad una crescita strutturale continueranno loro traiettoria di sviluppo anche il prossimo anno”, conclude.