Su cosa stanno puntando gli asset manager internazionali?

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olav ahrens rotne, unsplash

Reduci da un 2018 deludente e ormai quasi a metà di un 2019 ancora incerto per i mercati finanziari, le società di gestione di risparmio internazionali propongono ai loro clienti soprattutto soluzioni difensive e decorrelate per poter affrontare un eventuale fine del ciclo economico nel migliore dei modi. Tuttavia oggi per poter diversificare il portafoglio non si può bilanciare semplicemente il portafoglio tra azioni e obbligazioni, sfruttando poi le diverse aree geografiche, occorre pensare a strategie più sofisticate.

“Se guardassimo ai mercati finanziari con gli occhi di un investitore obbligazionario, saremmo pessimisti e penseremmo ad un prossimo collasso, con la curva americana invertita tra 3 mesi e 10 anni e il calo del treasuries, segnali di una possibile recessione. Se avessimo gli occhi di un investitore azionario invece, sicuramente non vedremmo uno scenario di netto rally, ma con buoni fondamentali c’è ancora spazio per un bull market”, afferma Marco Avanzo Barbieri, responsabile client group per l’Italia di Neuberger Berman. “Noi ci sentiamo più vicini agli investitori azionari, e pensiamo che per costruire un portafoglio ben diversificato bisogna puntare su scommesse ben identificate sia sul mondo azionario che obbligazionario”, aggiunge.

Neuberger Berman ha deciso di scommettere quest’anno su diversi fronti. “Lato obbligazionario prediligiamo il debito emergente, sia in hard che local currency e i corporate ibridi, cioè titoli emessi da società non finanziarie con caratteristiche sia di bond che equity. Sono strumenti con seniority subordinata, non possono essere convertiti in azioni e hanno scadenze legali molto lunghe ma richiamabili solitamente a 5 anni dall’emissione e con forti penalizzazioni per l’emittente in caso non siano richiamati. Pur essendo considerati parzialmente come strumenti azionari dalle agenzie di rating, le cedole pagate sono deducibili fiscalmente in Europa, mercato di riferimento per questa tipoogia di obbligazioni”, spiega il manager. “Sull’azionario invece favoriamo soluzioni absolute alpha o comunque decorrelate, in particolare strategie long-short equity, oppure direzionali sulle small cap statunitensi, data la nostra forte expertise. A cui aggiungiamo i tematici sia multitrend, che specializzati nel settore della tecnologia applicata all’automotive.”

Per Luigi Brunetti, country head Italy di La Française le linee guida da seguire in questo contesto di mercato sono principalmente due: qualità e specializzazione. Già da qualche anno la casa di investimento francese ha deciso infatti di puntare su partnership con società specializzate in determinate aree geografiche o in segmenti non adeguatamente coperti e che pertanto richiedono ingenti investimenti per sviluppare nuove competenze, offrendo così opportunità attraverso fondi gestiti in sub-advisory. “Nell’ambito obbligazionario crediamo che la volatilità sia destinata a permanere  nei prossimi mesi, pertanto puntiamo su strategie absolute return, che siano in grado di proteggere il portafoglio dalle fasi di turbolenza, senza particolari limitazioni per il gestore”, dichiara Brunetti.

Allo stesso tempo favoriamo strumenti direzionali come i subordinati e gli high yield, sempre attraverso soluzioni intelligenti che permettano un certo controllo del rischio. Bilanciamo infatti segmenti rischiosi alla ricerca di rendimenti più interessanti, ma attraverso un approccio più difensivo. Nel caso dei subordinati, per esempio, ciò avviene acquistando emittenti con rating più elevato (investment grade). Mentre nel caso dell’high yield adottiamo fondi a scadenza con gestione attiva, che per loro natura consentono un controllo del rischio, perché man mano che ci si avvicina alla scadenza il rischio si riduce”, conclude il manager.

PerBlackRock diversificare il portafoglio è diventato cruciale, lo spiega Luca Giorgi, head of Retail Sales BlackRock Italia, Grecia e Malta.. “Sul mercato equity non è semplice diversificare, siamo abituati a farlo per area geografica, ma, a nostro avviso, la diversificazione per settore oggi è in grado di offrire più valore".
Riteniamo, a tal proposito, che il settore dell’ healthcare sia oggi molto interessante, in quanto comparto difensivo per eccellenza. Di fatto in caso di volatilità sui mercati è in grado di contenere eventuali perdite oltre che a  presentare  valutazioni al sotto della media storica. Inoltre è legato ai trend della crescita globale, quali il cambiamento demografico e l’invecchiamento della popolazione. Questo settore permette di diversificare il portafoglio in maniera difensiva e in un’ottica di lungo periodo. La nostra offerta a riguardo tiene conto di quattro componenti: farmaceutica, che oggi sottopesiamo, servizi sanitari, dispositivi medici, da noi sovrappesata, e biotech. In generale siamo sovraesposti sugli Stati Uniti dove si stima una crescita annua dell’8% in spese sanitarie”, commenta Giorgi.